Capitolo 32

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«So come fargliela pagare a Dana!»

L'entusiasmo di Dan colpì Chris alle orecchie con ferocia. Il biondo emise un gemito, allontanando dalle orecchie il cellulare. Provò a mettersi seduto, ma il suo corpo non reagì. Forse era venerdì, o sabato pomeriggio. Il suo cellulare aveva suonato sei volte prima di decidersi a rispondere, e quando aveva sentito il primo strillo di Dan aveva capito di aver fatto male.

«Senti, Dan, parla piano e suddividi per bene le sillabe.» mormorò Chris, massaggiandosi la fronte. «Mi hai svegliato.»

«Ah, scusa... ti richiamo tra dieci minuti?»

«No no, potrei riaddormentarmi... Provo a riprendermi da solo.»

Chris si alzò a fatica dal letto e barcollò per la stanza, il cellulare stretto tra la spalla e l'orecchio. Andò in bagno, orinò ed emettendo esclamazioni gioiose quando sentì il dolore ai reni farsi meno pesante. Si lavò le mani, andò in cucina a prepararsi del caffè e si accese una sigaretta.

«Parla.» fece Chris.

Dan tossì. «Hai fatto tutto?» chiese. Aveva udito molte cose.

«Più o meno.»

«Okay. So come farla pagare a Dana!»

Chris chiuse gli occhi, soffiando il fumo della sigaretta. Aveva paura di fare domande. Si massaggiò le tempie e tirò un'altra boccata. «In che modo?»

«In un buon modo.»

«Lo sai che ucciderla potrebbe causarci un sacco di grane, vero?»

«Non intendevo ucciderla. Solo... fargliela pagare cara.»

«Cara quanto?»

«All'incirca seimila dollari. Più interessi, naturalmente.»

Chris posò la sigaretta nel posacenere e si versò tutta la caffettiera in un enorme tazza. Mise nel liquido nero tre cucchiai abbandonanti di zucchero e si sedette di nuovo. Sorseggiò il caffè nero.

«Vuoi solo farla pagare o fare dell'altro?» chiese il biondo, girando il cucchiaio.

«Fare anche dell'altro. Ascolta.» Dan gli propose il piano. Chris dovette fermarlo una mezza dozzina di volte. Il suo cervello impiegava sempre un po' ad accendersi quando non doveva andare a scuola, o quando non aveva alcun programma per la giornata.

«Sembra una cosa interessante.» mormorò il giocatore di basket. «Hai già parlato con Alan?»

«Non risponde al telefono, ma ho intenzione di invitare te e lui a casa mia, questo pomeriggio. Possiamo parlare del piano.»

«Sì, mi pare una buona idea. Ci vediamo per le quattro?»

«Tre. Così vi presento ai miei genitori, che così sanno con chi vado in giro.»

«Credi che sia una buona idea presentare me e Alan ai tuoi?»

Dan rise. «Non lo è, ma ormai non ragiono più lucidamente. Ti aspetto alle tre. Non osare portare da mangiare.»

«Non era mia intenzione.» Chris sorrise, spegnendo la sigaretta nel caffè. Poi imprecò, rendendosi conto di quanto avesse appena fatto.


Alle tre meno un quarto, Chris salì in moto e si diresse alla casa di Dan. Gli aveva scritto l'indirizzo per messaggio, e aveva anche aggiunto di non parcheggiare troppo vicino a casa, per paura che Beth tornasse. Il biondo gli scrisse di non preoccuparsi.

Parcheggiò la moto a due quartieri di distanza dalla casa di Dan, poi camminò con il cappuccio tirato sulla testa per non farsi riconoscere da un eventuale Beth/Missy. Stava camminando per la strada quando udì uno stridore di freni e si fermò all'istante, il cuore in gola, vedendo arrivare Alan a tutta velocità. Chris alzò la mano per salutarlo, Alan lo ignorò e proseguì dritto, svoltando brusco al primo incrocio.

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