Capitolo 24

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Alan osservò il ragazzo biondo guidare senza dire una parola. Aveva tante cose da dire - ad esempio di rallentare, perché poi le multe non sarebbero arrivate a lui - ma si trattenne sempre dal farlo. Ricordò l'avvertimento che aveva dato il ragazzo prima che entrassero tutti nella sua casa, cioè quello di ripetersi la domanda, e poi dirla ad alta voce se lo avessero trovato proprio necessario.

Gli tornò il mal di stomaco e chiuse gli occhi, sospirando forte per farselo passare. Acciuffò una bottiglia d'acqua da sotto il sedile - una delle tante che Isabel lo costringeva a mettere - e cominciò a berla, ignorando che fosse così calda.

«Chris, vacci piano, che poi il signor Mars qua presente dovrà pagare una somma indegna se ti beccano.» tentò di sorridere Dan, un po' per spezzare quel silenzio opprimente carico di odio e rabbia.

«Se ti arrivano multe, portamele, te le pago io.» si offrì il biondo, ma rallentò lo stesso. Dieci minuti dopo parcheggiò davanti al supermercato. «Che vi va di fare, ora?» chiese Chris, accendendosi una sigaretta.

«Boh.» rispose Alan, massaggiandosi il petto, mentre Dan tirava fuori il suo pacchetto e ne accendeva una. «Posso usarti il bagno?»

Chris scoppiò a ridere e gli allungò le chiavi dello yacht. Alan le prese e quasi corse fino alla porta. I due lo seguirono camminando piano, guardandosi attorno.

«Si è sentito qualcosa?» domandò il giocatore di basket, arrossendo leggermente sulle orecchie, lanciando un'occhiata al pel di carota al suo fianco.

«No.» mentì Dan, tirando forte dalla sua sigaretta. «Cosa si doveva sentire?»

«Niente.»

Entrarono in casa, Chris prese delle birre e le posò sul tavolino, ma Dan non la prese. Il suo cellulare segnava le due e mezza del pomeriggio.

«Tu sai cosa potremo fare con Dana?» domandò il rosso, osservando la sua ragazza sullo sfondo del display.

«Non lo so, ma qualcosa ci verrà in mente.» Il biondo sospirò e guardò Alan arrivare un po' barcollante. Si sedette vicino a Dan, afferrò un bicchiere a caso sul tavolo e lo riempì d'acqua, e lo bevve avido.

«Non credo che vivrò ancora a lungo.» ammise. «Mi sto sciogliendo lentamente.»

Dan distolse lo sguardo da lui, divertito e disgustato, e Chris disse: «Spero che hai aperto la finestra, almeno.»

Alan tornò in bagno e ritornò con un pollice tirato su, sorridente. «Non ti fidi di me, biondino.»

«Come potremo fidarci ancora di qualcuno?»

Restarono in silenzio per un po', fumando, bevendo, lanciandosi occhiate. Infine Alan si decise a dire una cosa che, dalla sera prima, si era parcheggiata nel suo cervello senza volersene più andare.

«Avete malattie?» domandò.

«Come puoi chiedere una cosa del genere?» scattò Dan, mentre il biondo lo fissava con il sopracciglio alzato.

«Sentite, siamo stati tutti e tre con la stessa ragazza, forse anche nello stesso giorno, probabilmente non sempre abbiamo messo il preservativo, e chissà con quanta altra gente quella là si frequenta...»

I due lo fissarono annuendo. Non ci avevano pensato. Una malattia venerea era l'ultimo dei loro pensieri.

«Cosa vorresti fare?» chiese Dan, accendendosi una terza sigaretta, a disagio. A ben pensarci, certe volte non aveva avuto il tempo di mettere il preservativo.

«Boh, non so... qualche visita... tanto per essere sicuri...»

Si guardarono tutti e tre.

«Io compio gli anni ad ottobre.» dichiarò Chris, nervoso. «E non ho intenzione di chiedere ai miei genitori o a mio fratello di accompagnarmi in ospedale per controllare se non ho preso qualche cazzo di malattia contagiosa.»

Tre x LeiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora