Capitolo 47

53 7 0
                                    

Il signor Morrison telefonò agitato al medico di famiglia, il dottor Anthony Money, che arrivò un quarto d'ora dopo lo svenimento di Dan. Visitò il ragazzo nella sua stanza, poi consigliò al padre di portare il figlio a fare una tak. Peter Morrison non se lo fece ripetere due volte.

Con l'aiuto del suo cliente, caricò Dan in macchina e lo portò in ospedale, senza avvertire la moglie. Lì, richiese una tak per il figlio, passando dopo un quarto d'ora grazie all'influenza del suo cliente. Mentre lui firmava i vari documenti che gli portarono, dopo aver chiamato Alan Mars per essere sicuro che il figlio non avesse fatto uso di droghe, Dan era ancora incosciente sul lettino, pronto per la tak.

Dopo averla finita, Dan si svegliò, gridò qualcosa a riguardo del trovarsi mezzo nudo in un ospedale, poi si calmò alla vista del padre. Attesero in sala d'attesa i risultati della tak, e nel mentre il giovane ragazzo dai capelli rossi si vomitò sulle scarpe. Quando il medico di turno, la dottoressa Olivia Walker, portò loro le analisi, i Morrison ascoltarono senza parole che dalla tak risultava che l'appendice del diciassettenne si stava infiammando velocemente, e che doveva essere tolta al più presto.

«Opereremo in settimana.» assicurò la dottoressa con un sorriso sereno ai due uomini dai capelli rossi. «Sarà un intervento facile. Nulla di cui dovrà preoccuparsi.»

Dan annuì, pensando che togliere un'appendice, nei telefilm, era una cosa da nulla.

Il signor Morrison sospirò per il sollievo, d'accordo con un'infermiera a lasciare Dan lì per la notte e la giornata successiva. Forse sarebbero riusciti a operare mercoledì mattina o giovedì pomeriggio. Il rosso si trovò d'accordo con il padre. Peter Morrison telefonò alla moglie per avvertirla delle novità.

«Ciao, Maria, devo dirti una cosa importante. Dan deve essere operato di appendicite. Passerà alcuni giorni in ospedale...» le disse, sorridendo al figlio per rassicurarlo.

«Solo alcuni giorni?» rispose la moglie, stufa. «Di' ai medici che se lo possono anche tenere.»

Dan sentì la voce della madre e si incupì. Peter Morrison uscì velocemente dalla stanza di Dan per parlare alla moglie. Il figlio li sentì litigare e, mentre aveva un altro conato di vomito, cominciò a pregare che l'operazione andasse male, così tutti avrebbero ottenuto ciò che desideravano. La liberazione del supplizio.

Quando il padre rientrò in stanza, Dan gli disse senza esitazione che non intendeva vedere né la madre né gli amici in quella stanza. Non voleva vedere nessuno. Voleva restare solo con i suoi pensieri. Mentre Peter cercava le parole giuste per confortare il figlio, il cellulare del ragazzo squillò e Peter rispose a Chris. Dan si fece passare l'amico mentre il padre usciva di nuovo fuori per parlare alla moglie.

Dan, ascoltando la voce allegra di Chris, si sentì stanco di tutto, soprattutto di Beth. Voleva dimenticarla, non pensare più a lei e a nient'altro.

Non voleva abbandonare i due nuovi amici che si era fatto: negli ultimi giorni, loro due gli erano stati molto più vicini dei suoi vecchi amici, più di Jordan Black, che aveva cominciato a farsi sentire raramente, forse a causa di una ragazza. In quei giorni aveva provato a non farsi abbattere, ma alla fine il suo malumore per la nuova malattia e per le parole della madre lo avevano sopraffatto e si lasciò andare al telefono. Dopo aver cominciato a piangere, spense il cellulare e l'abbandonò sul comodino. Suo padre entrò dopo qualche minuto e non seppe che fare.


«Forse dovresti prenderti qualche giorno per te.» mormorò il signor Morrison, osservando le lacrime del figlio. «Dovresti stare qui coricato e pensare a te stesso.»

«Pensare a me stesso...» Dan chiuse gli occhi, sospirando. «Bell'idea. Come posso pensare a me stesso con tutta questa morte che mi incombe intorno?»

Tre x LeiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora