DAL DIARIO DI CAN
L'ho vista seduta sull'altalena e mi è mancato il respiro...
Che visione era la mia Sanem???
Un angelo???
Un sogno???
Quell'abito bianco, semplice ma bellissimo insieme, i lunghi capelli neri sciolti sulle spalle e quei fiori che la circondano...Respiro un po' perché sono in apnea rallentando i battiti impazziti del mio cuore...
Prendo la mia macchina fotografica e comincio a scattare nascosto dietro a delle foglie...Quando mio padre ha avuto l'idea del servizio fotografico per l'associazione di scrittori e mi ha chiesto di scattare le foto a Sanem mille emozioni hanno invaso il mio corpo...
È un anno che non scatto foto...
Ricominciare a scattare, con Sanem come modella, è qualcosa di meraviglioso..."Hai un sorriso che potrebbe uccidere un uomo ma solo quando lo vuoi tu..."
Questa frase, detta a Sanem durante il nostro primo servizio fotografico, mi balenò nella mente.La guardavo ed era bellissima.
Sempre bellissima.
Anche di più.
Ma il suo sorriso era spento, un misto tra tristezza e dolore.
Ed io ero l'unico colpevole di tutto questo, di tutto il dolore che in questo anno avevo inflitto a Sanem...Chissà a cosa pensa adesso.
La vedo dondolare e sorridere finché non si accorge della mia presenza e tutto cambia...Mi saluta timidamente ed abbassa subito lo sguardo.
<<Possiamo cominciare se vuoi...>> le dico e annuisce.
So già che saranno foto bellissime...
So già che avrò difficoltà a sceglierne una perché saranno tutte magnifiche...Cominciai a scattare ma tutto era complicato: Deren, Muzo, CeyCey e Yiğit sempre tra i piedi...
Avevo però notato che tra Yiğit e Sanem non c'era quella forte complicità che mi avevano raccontato, anzi... A tratti, la sua presenza sembrava infastidire Sanem.All'ennesima interruzione vidi Sanem aprire e rovesciarsi sul capo una bottiglietta d'acqua.
Quando rientrammo in casa, per scattare altre foto, chiesi a Sanem di sorridere ma riuscii solo a indispettirla.
Era il caso di prendere in mano la situazione così come avevo fatto in occasione del nostro primo servizio fotografico.
Allontanai via tutti e parlai a cuore aperto con Sanem.<<Sanem...>> la chiamai sfiorando il suo braccio ma lei lo ritrasse chiedendomi di non toccarla.
Era dura guardare il suo viso trasfigurato dal dolore.
Era dura non rivedere il suo sorriso.
Era dura non vedere più nei suoi occhi me e il nostro amore.<<È un anno che non scatto foto... Lo sto facendo ora per te... Non dobbiamo essere nemici...>>
<<E cosa dovremmo essere? Amici? Amanti? Colleghi? Non abbiamo provato tutto questo? Io non credo più a niente... Una volta tu mi amavi e non mi avresti mai lasciato...>>
Ma le parole che uccisero ogni mia minima speranza furono :<<Mi hai chiesto di fare come se tu non ci fossi. Ignorami anche tu...>>Pensavo di aver toccato il fondo in questo anno di lontananza...
Ma essere stato lontano da lei era stato niente rispetto al dolore che provo adesso...