Richiesta di rosy98poddie
Spero ti piaccia! Ci ho masso un po' ha scriverla infatti è lunga, anche per questo è uscita un po' tardi. Scusa per l'attesa e buona lettura!ReaderFem x Izana Kurokawa
Genere: LemonFem Lemon
Contiene scene sessualiT/N POV
Spietato
Si le persone lo definivano con un termine tanto brutto, era la sua etichetta che lo rappresentava agli occhi esterni. Come si poteva con una parola definire una persona? Le persone sono un insieme di termini di emozioni di momenti felici o meno. Osservai il ragazzo che avevo davanti, gli orecchini che tanto lo caratterizzavano gli ricadevano sul collo con fare leggero mentre i suoi capelli corti gli accarezzavano le guance. Lo seguivo come un cagnolino perché sapevo che sotto a quella corazza c'era ben altro e volevo esserci quando finalmente si sarebbe tolto la maschera per mostrare il suo vero volto. Ero la sua migliore amica o almeno io consideravo quel pazzerello il mio migliore amico, ma sapevo che segretamente nel mio cuore era radicato un sentimento ben più profondo. Così mi ero ritrovata a disinfettare alcuni tagli che aveva sul labbro, che gli erano stati provocati da qualcuno o almeno quelle erano state le sue parole. Non aveva piacere di approfondire la faccenda e di sicuro non lo avrei forzato nel farlo. Non mi piaceva vederlo star male, detestavo quando si feriva mi sentivo arrabbiata, furibonda, verso di lui e verso le altre persone.
Izana:"Smettila"
Ringhia a quell'affermazione per poi tirargli uno schiaffo sulla guancia candida e intonsa. Il calore che aveva attraverso la mia mano si era riflesso su di lui con un rossore fuori luogo. Il suo sguardo si era fatto più pungente mentre le sue pupille si erano dilatate come attratte da quello che stavano ammirando. Le sue mani erano settate sui miei polsi stringendoli con forza facendomi quasi male.
Inaza:"Non dovevi farlo"
Rabbia
Mi ribolliva dentro come i circuiti di una macchina di formula uno, era come sentire un calore al petto che si faceva spazio tra le mie costole. Non lo capiva, non capiva nulla era troppo perso nel suo personaggio per potersi mettere nei panni di altre persone e anche solo immaginare il dolore lacerante che infliggeva alla gente, che infliggeva a me. Era troppo facile mettersi quella maschera che gli avevano incollato al viso, la vera difficoltà stava nel strapparsela via. Non importa quanto quella colla sia potente, se tu ti arrendi non saprai mai come si respira senza quel peso, ma non importava, se non aveva lui il coraggio per liberarsene ci avrei messo il coraggio per farlo. Sentii dei grandi goccioloni rifarmi le guance per poi ricadere giù dai miei zigomi lasciandomi inerme e debole sotto a quelle sensazioni strazianti.
T/N:"Perché?! Lasci che siano gli altri a dire chi sei?!"
Lui era rimasto fermo immobile a crogiolarsi nel suo silenzio mentre il mio respiro si era fatto affannato per via del nodo in gola che mi impediva di respirare normalmente. Il bagno si era fatto insolitamente piccolo ed angusto mentre le nostre emozioni erano come esplose in quel luogo tanto intimo e inappropriato. Il suo viso era caduto verso il basso mentre la presa sui miei polsi era ancora forte e prepotente.
Izana:"Dovresti smettere di starmi accanto"
Mi fermai di colpo come punta da un ago che mi aveva svegliata, era l'opposto delle storie d'amore, la principessa non si addormentava con un ago per poi svegliarsi con un candido bacio, qui c'era lago ad attendermi.
T/N:"Perché...?"
Era uscito dalla mia bocca come un sussurro, come una preghiera bisbigliata da un infedele. Il tintinnio ripetitivo di una goccia che cadeva dal rubinetto stava scandendo il tempo in maniera impeccabile lasciandoci appesi al vuoto come due meteoriti che seguivano orbite ben distinte e che mai si sarebbero incontrate, non importava quanti anni passassero non si erano nemmeno sfiorare.
Izana:"Perché potrei divorati"
Alzai di colpo la testa unendo i nostri occhi insieme, le sue pupille erano attraversate come da un briciolo di tenerezza mentre il suo viso era rilassato. Sentii i suoi capelli accarezzarmi le guance mentre il suo odore di menta si era insinuato furtivo nei miei polmoni. Poi un leggera pressione si era fatta sentire sulle mie labbra lasciandomi immobile, non ero ancora sicura che tutto quello che stavo vedendo e provando fosse la mera verità, ma le sue dita che ancora cingevano i miei polsi con prepotenza facendomi male, erano quel ago che per una volta avevo che mi pungesse. Quel gesto era la filosofia che cercava di spiegare ciò che la scienza non apprendeva, era dare risposte dove le risposte mancavano. Le sue labbra si erano staccate dalle mie mentre le nostre fronti erano finite unite accerezzandoci a vicenda, cozzando insieme le teste come due gatti che si dimostrano il loro affetto tramite a quel gesto tanto intimo quanto normale.
Izana:"T/N... Io sono un sadico... Certo ho anche altro dentro di me, ma sono aggressivo e mi piace fare male alle persone...dovresti scappare, ora che sei ancora in tempo... Perché quando ti avrò presa non ti lascerò più andare"
T/N:"Se così fosse... Allora perché non mi hai mai ferita? Non mi importa come ti comporti con le altre persone Izana a me piace l'Izana che vedo ora"
Lui ringhio contrariato per poi sospirare.
Izana:"Come puoi essere sicura che con te io non indossi una maschera e che appena mi darai il via libero-"
T/N:"Perché sei tu, sei tu"
Lui aveva ringhiato a denti stretti per poi deglutire con forza spingendo il mio corpo più vicino al suo facendo incontrare le nostre carni calde e vive. Ci eravamo trovati sul pavimento le sue mani si erano finalmente separate dai miei polsi lasciando che i miei occhi si scontrassero col rossore che circondava quella porzione di pelle. Mugugnai sollevata nel non sentire più quella stretta sul mio corpo, i suoi occhi intanto si muovevano in modo frenetico su di me studiando le mie forme e i miei movimenti. I vestiti ci allacciavano le pelli lasciandomi come un senso di amaro conficcato in gola, le sue mani erano finite alla base dalla mia nuca stringendomi con forza verso di lui per far combaciare nuovamente le nostre labbra. Il taglio che gli avevo appena disinfettato dava come un sapore frizzante al bacio che stava diventando umido e più caldo. Il sangue aveva ripreso a scivolare via dalla sua ferita mischiandosi sulle nostre labbra dando un sapore metallico a quel contatto. In quel momento avevamo dovuto unirci per non urlare per non distruggerci a vicenda, per provare a capire l'uno lo spiraglio più remoto della mente dell'altra. Le due meteoriti si erano scontrate magari per errore, ma si erano toccate. Eravamo ancora migliori amici che per la prima volta si stavano parlando senza filtri, senza un vetro davanti che attutisce i suoni. Le sue labbra erano scese sulla mia clavicola mordendola con forza facendo colare sul mio corpo un liquido scarlatto e denso, forse era quello l'unico modo che avevamo per capirci, ferirci. Lasciai uscire dalla mia bocca un sussulto strozzato dal nodo che avevo alla gola, mi stava soffocando. Poi strinsi le sue ciocche tra le dita tirandole con forza lasciando uscire un lamento dalle sue labbra umide e impregnate di sangue. Non c'era imbarazzo in quello che stavamo facendo, c'era solo una voglia matta di capirci per la prima volta, e se per capirlo dovevo andare fino in fondo, lo avrei fatto. Le mie gambe tremavano leggermente per l'eccitazione mentre piano era sceso a marchiare anche i miei boccioli baciandoli e giochetellandoci coi denti. Accarezzai la sua nuca per poi fai scendere i miei polpastrelli sulla sua schianta fredda e nuda. La accarezzai piano godendomi quella dolce tortura che stava riservando al mio seno. Le nostre intimità cozzavano insieme ancora coperte dell'intimo che stava diventato invadente. Non avevamo fretta, era un discorso quello che stavamo facendo ogni bacio era una parola, era una frase che ci sussurrevamo, un segreto indicibile che rotolava sulla nostra lingua come miele. Gli afferrai le guance per poi guidare il suo viso vicino al mio unendo le nostre labbra bisognose l'una dell'altra. La sua lingua si era fatta spazio nella mia bocca incominciando a muoversi in modo lento assaporandone ogni singolo angolo. Il calore che cresceva sotto le nostre pelle ci faceva diventare pazzi, eppure eravamo così simili a due bambini piccoli che non volevano finire di mangiare, perché consumare tutto il pasto, ci avrebbe lasciato sì sazi ma senza la possibilità di mangiare ancora. E noi volevamo assaporare ogni singolo boccone di quel momento e se possibile dilatare il tempo. C'erano così tante cose che dovevamo ancora comunicarci. Ci eravamo staccati ansimanti, sentivo i polmoni bruciare a causa della mancanza d'ossigeno, le nostre pupille erano unite tra loro come attratte. Sentivo una strana sensazione al basso ventre mentre le mie budella si stavano contorcendo con dolcezza. Lo osservai svilarsi con fatica i boxer per far scivolare sulla mia pelle il mio intimo lasciandolo cadere in modo disordinato sul suolo. La mia schiena era ricaduta sulle mattonelle fredde del bagno facendomi tremate per il gelo che mi trasmettevano, accarezzai il suo collo per poi posare i miei polpastrelli sulla sua guancia morbida. Gli sorrisi leggermente, volevo che mi legasse a lui in ogni modo umanamente possibile, a cominciare da questo. Sentii un leggero dolore insinuarsi nel mio corpo, mentre mi ero aggrappata alla sua schiena, il calore interno che provavo era come lava che mi stava sciogliendo dall'interno. Aveva preso a muoversi in modo lento facendo cozzare insieme i nostri corpi creando un legame che non sapevo esistesse, era una connessione d'animo. Sentii la mia essenza scivolare su di lui mentre il suo membro era invadente dentro di me, mi sentivo estremamente piana, come se quella sensazione di solitudine che a volte mi ricopriva fosse sparita tutta in una volta. Le sue mani che erano più grandi delle mie si erano posate con forza sulle mie cosce facendomele alzare. La mia schiena strisciava leggermente sulle piastrelle fredde, mentre i suoi occhi erano puntati nei miei come a voler cogliere ogni mia espressione. La stanza si era riempita di noi lasciando che pure le pareti si imprimessero quel momento tanto unico sull'intonaco. I suoi movimenti lenti e profondi mi stavano mandando delle scariche per tutto il corpo mentre il suo viso si era formato come un ghigno che accentuava maggiormente il suo sguardo predatorio. Un ringhio si era fatto largo nella sua gola perforandomi le orecchie, lo trascinai più vicino a me sentendo le sue labbra premere contro alla mia spalla per poi percepire nuovamente i suoi denti conficcarsi nella mia carne. Gemiti incontrollati uscivano dalla mia gola imbrattando l'ambiente circostante mentre un caldo afoso si era venuto a creare in quella stanzetta angusta.
Izana:"Ora sei mia T-T/N"
T/N:"S-si I-Izana"
Sentivo la testa leggera, vuota mentre il ritmo del mio amico era aumentato unendo maggiormente i nostri corpi, i nostri respiri si mischiavano tra loro mentre i suoi occhi violavano i miei facendomi sentire nuda. Il vetro che ci aveva sempre separato, che ci impediva di sentirci era appena stato rotto, fatto a frantumi con le schegge che si conficcavano nella nostra pelle lacerandola e lasciando venire a galla tutte quelle che erano le nostre emozioni tutto quello che ci rendeva noi stessi. Portai le mie mani sulle sue braccia stringendole con forza lasciandoci dei graffi rossi che risaltavano poco sulla sua pelle abbronzata, ma che sapevo di avergli lasciato. Le sua mani si erano posate sui miei fianchi mentre dopo pochi secondi, ci eravamo ritrovati a boccheggiare baciandoci un modo avido per ammutolire i nostri lamenti che si erano fatti più forti e frequenti. Il mio corpo era sporco di tracce di sangue, che mi pitturavano come una tela. Aprii la bocca per poi lasciare che il nostro climax ci travolgesse facendoci gemere uno il nome dell'altra. Respirai con forza per potermi nutrire di ossigeno e mugugnai sorpresa nel sentire i denti di Izana affondare nuovamente in me, altro sangue aveva preso a scivolare sulla mia pelle mentre i suoi occhi erano stati invasi da un luccichio. Mi aveva preso in braccio posando le sue labbra sulla mia tempia per poi accarezzarmi i fianchi, le sue braccia si erano strette sulla mia figura mente con passi lenti aveva raggiunto la doccia.
Izana:"T/N ora non puoi scappare da me"
Annuì debolmente conto il suo petto per poi concentrare la mia attenzione sul suo battito irrequieto. Avevamo iniziato una nuova storia, demolendo tutte quelle cose che ci ostacolavano tutte quelle verità non dette, ora eravamo senza maschere.Parole: 2057
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Tokyo revengers
FanfictionRichieste chiuse! Tokyo revengers x Reader One shot FemxFem MalexMale MalexFem Iniziata il 16 settembre 2021 Risultati migliori: 19° Reader 22 settembre 2021 Grazie mille! 3° Richieste 27 settembre 2021 12° Toman 16 ottobre 2021