Tokyo revengers

Kazutora

Richiesta di opshoshi
Scusa per la lunghissima attesa!! Ho pure scritto male il tuo nickname quindi non ti trovavo subito. Buona lettura spero davvero che ti piaccia!

Kazutora Hanemiya X ReaderFem
Genere: Soft

Kazutora era proprio là, a due passi da me o forse più non ho mai avuto un occhio troppo matematico, per questo invidio quegli individui che quando vedono una folla ti sanno dire quante persone ci potrebbero essere, io se guardo un mare di gente la prima cosa che faccio è perdermi. Comunque Kazutora era poco lontano da me, i suoi occhi avevano già catturato i miei come se i pochi metri o passi che ci separavano non ci fossero stati. L'anello, fievole ricordo di ciò che era stato e di ciò che spero che sia, mi premeva contro il dito. Da quando la mia vita si era scontrata con la sua, avevo sentito che lui era parte della mia famiglia. Parte di quel posto a cui sai di poter fare ritorno. I fili d'erba ormai ingialliti si muovevano in modo scoordinato sotto al vento che cambiava ogni millesimo di secondo la sua direzione. Il profumo che si sentiva tutto attorno era simile a quando prendi una grande boccata d'aria calda, il sapore dei castagni fioriti mi aveva fatto venire l'acquolina in bocca mentre io e lui come due scemi restavamo fermi a fissarci da "lontano". Il bianco più bianco al mondo non è stato creato dall'uomo e non proviene nemmeno da una pianta, il bianco più bianco al mondo viene da un coleottero asiatico il Cyphochilus. Se si prende un foglio bianco o un qualsiasi oggetto del colore della neve e lo si avvicina a quel piccolo esserino esso sembra grigio se messo a confronto con quel insetto. Ecco per me Kazutora era quel coleottero. Era il bianco perfetto e nonostante incontrassi ragazzi diversi non potevo fare a meno di sovrapporre quel candido colore con quello delle altre persone. Insomma gli altri ragazzi sembravano sempre grigi, non erano mai bianchi, erano ricordi sporchi di cenere. Kazutora invece era un ricordo sempre acceso, sempre splendente talmente tanto che assomigliava alla neve colpita dal sole, diventava accecante. Era passato così tanto tempo dall'ultima volta in cui lo avevo visto che sentivo l'adrenalina nelle vene. Il ricordo bianco ed accecante che era, ora si era materializzato davanti ai miei occhi, come se per tutto il tempo avessi osservato o meglio ricordato solo l'immagine di un sole velato dalle nuvole. Ora invece mi ero levata gli occhiali da sole, le nuvole erano sparite all'orizzonte e finalmente il sole. Lo stavo osservando con occhi spalancati, accecata da quel contatto diretto. I piedi mi dolevano a causa della grande distanza che avevo percorso e una parte di me voleva incolpare solo questo malore per la mia staticità. Eppure nonostante una parte di me mi implorava di affrontare quei pochi metri che ci separavano, ce n'era un'altra che mi immobilizzava i piedi al terreno. Non lo vedevo da quasi due anni e avevo il timore di essermi dimenticata come baciarlo, il timore che il suo profumo fosse diverso, che la consistenza morbida delle sue labbra potesse tagliarmi. Guardare il tramonto rosso... Il viola, il rosato, il colore delle arance mature, tutto in quel tramonto era vivo, ricco di un momento color lava che si espandeva in un cielo bugiardo.
Kazutora:"Ciao"
T/N:"Ciao"
Come se le nostre menti e i nostri corpi fossero entrati in contatto ci eravamo mossi all'unisono avvicinandoci, scontrandoci assieme.
Kazutora:"Mi sei mancata, mi sei mancata tantissimo"
Mi stringeva tra le sue braccia il suo tocco era leggero ma sicuro. E sembrava che la distanza che a lungo ci aveva tenuti separati fosse bruciata. Era così caldo e profumato, profumava di buono. Lo avevo stretto a me la sua pelle riscaldava la mia con una familiarità che mi tranquillizzava. Avevo affrontato il viso nel suo petto godendomi a pieno quelle coccole che incuranti del luogo ci stavamo scambiando. Appena ci eravamo staccati da quell'abbraccio una leggera risata aveva lasciato le nostre bocche. Il suo mignolo aveva cercato il mio mentre con passi lenti avevamo iniziato a camminare fianco a fianco.
T/N:"Mi sei mancato anche tu Kazutora"
Lui aveva tirato un sospiro di sollievo per poi sorridere nella mia direzione.
Kazutora:"Menomale ero preoccupato che non avessi sentito la mia mancanza"
T/N:"Idiota"
Kazutora aveva indossato un finto broncio lasciando un silenzio assordante tra noi.
Kazutora:"Ho fame dove si va a mangiare?"
Sorrisi nella sua direzione per poi dargli un leggero colpo d'anca. Lui aveva gonfiato le guance in modo buffo per poi rispondere al mio gesto con un colpo molto più potente e ben assestato.
T/N:"Non ci vediamo da anni e tu pensi a mangiare così mi offendi"
Kazutora:"Ti offro da mangiare"
Il pensiero mi aveva fatto venire l'acquolina in bocca. Lui mi aveva dedicato un occhiata traboccante di tenerezza lasciando che i miei occhi catturassero quel suo modo di fare dolce.
Kazutora:"Mi sei mancata per davvero T/N"
T/N:"Quindi hai passato gli ultimi due anni così? No perché me lo hai già detto che ti sono mancata"
Kazutora:"A dir la verità no, non ho passato due anni a sperare di vederti o a sognare questo momento."
La sua risposta era lecita, insomma non si può vivere solo ed unicamente per una persona e non potevo nemmeno sperare che trascorrere le sue giornate logorato della nostalgia di non vedermi...però forse un poco, qualche volta mi avrebbe fatto piacere sapere di essere nei suoi pensieri.
Kazutora:"Non lo speravo perché sapevo che ci saremmo rivisti e non lo sognavo perché non sono bravissimo con l'immaginazione. Cioè lo sai che sono una frana nel creare da zero, l'unica volta in cui mi sono fatto trasportare unicamente dalla mia mente ho perso la testa e ho ferito persone che amavo"
Aveva abbassato il viso come punto dalle sue stesse parole come una ferita che si rimarginava lentamente, poi i suoi occhi avevano catturato i miei sorridendo.
Kazutora:"Io seguo il petto!"
Ero scoppiata a ridere osservando la sua mano premuta con forza contro la sua maglietta grigia. Il sole era estremamente piacevole a quell'ora e pareva illuminare ed allietare quei attimi di pace.
T/N:"Il petto... Sicuro?"
La sua mano aveva afferrato la mia, il polpastrello del mio mignolo ancora percepiva il suo calore tenue e rassicurante. Le sue dita affusolate avevano stretto con premura il mio palmo per poi lasciarlo cadere sul suo petto, sopra al suo cuore. Il leggero rimbombo che emanava il suo corpo mi stava attraversando la pelle diffondendosi nei miei timpani. La sua maglietta color cemento bloccava in parte minima le sensazioni che riusciva a trasmettermi con un gesto così semplice.
Kazutora:"Lo senti?"
Annuì in modo flebile per poi continuare ad osservare la sua mano appoggiata sulla mia.
Kazutora si era avvicinato a me legando in modo inseparabile le nostre iridi. Alcune ciocche sfuggivano al controllo dell'elastico e gli ricadevano morbide sul viso. Le nostre mani ancora pronte a sfiorarsi erano immobili. Un lampo colorato mi era passato accanto lasciando che la mia mano libera si schiacciasse con forza sulla bocca del ragazzo. Le sue iridi si erano dilatate lasciando che un luccichio gli attraversasse gli occhi.
T/N:"Le persone"
Lui aveva scosso la testa con fare divertito per poi afferrare il mio polso costringendomi a scostare il palmo dalle sue labbra, aveva sorriso in modo genuino mettendo in risalto i canini sporgenti.
Kazutora:"Diamogli qualcosa di cui parlare"
Il calore delle sue labbra aveva sovrastato le mie, la loro morbidezza si era impadronita della mia voce. Il suo cuore che gli pompava il sangue nelle vene ora era impazzito. La mia mano ancora premuta sul suo petto percepiva ogni battito che il suo cuore faceva. Le nostre labbra si staccavano per brevi attimi di tempo per poi unirsi nuovamente come due calamite che vengono separata a forza ma che tornano sempre in collusione. Il mio bianco più bianco al mondo si stava impadronendo della mia realtà. Avevo acceso il telefono in piena notte con la luminosità al massimo, era così, era come essere accecati nel buio della notte.
T/N:"Ti amo"
Kazutora:"Ti amo di più io T/N"

Parole: 1368