Smiley Lemon

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Richiesta di Nadignacia22
Dimmi se ti piace scusa l'attesa. Buona lettura!

ReaderFem x  Nohaya Kawata
Genere: Lemon

Fem Lemon
Contiene scene sessuali

Sorriso

T/N POV
Era iniziato tutto con un sorriso, appena i nostri occhi si erano scontrati per la prima volta il nostro viso aveva fatto la cosa più naturale possibile, sorridere. E ora a distanza di anni da quel primo contatto tra le nostre molecole non potevamo ancora fare a meno di sorridere. Un sorriso genuino di quelli senza filtri che ti esplodono sul viso incontrollati. Le sua guance erano tirate dato quel gesto tanto unico e semplice mentre io non potevo fare a meno di ridacchiare davanti a quella scena tanto dolce. Eravamo dentro a un combini e come nostro solito ci stavamo divertendo nel prendere i cibi più insoliti che proponesse il locare. La leggera musica di sottofondo della radio trasmetteva una canzone estiva mentre il commesso che ancora era rinchiuso in negozio osservava con fare svogliato una partita di basket. Osservai il posto ormai privo di clienti fatta eccezione per noi due, le pianelle grigie emettevano un leggero fischio tutte le volte che facevo un passo più affrettato, mentre il mio ragazzo osservava assorto una scatola di biscotti al marshmallow indeciso sul da farsi. Era in uno scaffale abbastanza rialzato ma per fortuna per lui non era esattamente un problema. Si era passato la lingua sulle labbra con fare concentrato e dopo aver emesso un leggero mugugno con la bocca aveva afferrato la confezione di carta rigida. Osservai la busta che tenevo tra le mani che era già stracolma di bibite con colori strani della lattina e di pacchetti di patatine con gusti improponibili. Con passi lenti avevamo raggiunto la cassa distraendo il commesso che aveva preso a colpire col laser i diversi prodotti. Dopo aver pagato, il clima fresco delle stradine laterali di Tokyo ci aveva investito. La temperatura era molto più bassa e offriva sollievo dalle calde giornate che avevano invaso la capitale. Le nostre mani si erano unite tra loro mescolando insieme i nostri tessuti e regalandoci una sensazione di tepore. La sua mano era molto più grande della mia e mi faceva sentire come una bambina, avevo sempre adorato questa differenza di corporatura, mi faceva sentire protetta come se avessi al mio fianco un gigante buono e sensibile. I lampioni che costeggiavano le strade illuminavano piccole porzioni di strada dato che l'utilizzo di quelle vie secondarie non era estremamente affollato non c'era il bisogno di tanta luce.
Smiley:"Ho una fame"
Sorrisi alla sua affermazione per poi annuire col capo e accarezzargli con il pollice il dorso della mano.
T/N:"Già a chi lo dici"
La mia mano libera si era posata dietro al mio collo sottolineando il mio imbarazzo. Avevo dimenticato di pranzare quel giorno quindi dire che avevo fame era dire poco. Stavamo raggiungendo una vecchia casa che era malconcia e che all'aspetto sembra essere priva di vita. Era un appartamentino in un palazzo rozzo ed in disuso o almeno apparentemente era così. Quel posto angusto composto da un soggiorno, un bagno e tre camere da letto era un ristoro per quelli della Toman, se non si aveva un posto dove stare o più semplicemente si voleva vivere come una grande famiglia anche nel quotidiano, ecco quello era il posto perfetto. Mi era capitato più d'una volta di rimanere lì per la sera e non mi potevo lamentare, spesso ci vagabondava dentro Draken o Takemichi e talvolta si faceva vivo anche Baji. Anche Hina la fidanzata di Takemichi ci era venuta un paio di volte. Eravamo entrati dentro l'ascensore per poi inserire il numero del piano che dovevamo raggiungere, non mi era mai piaciuto prendere il montacarichi dato il degrado dell'abitazione. L'odore di biscotto che tanto caratterizzava il mio ragazzo mi stava pizzicando il naso in modo tranquillo mentre la sua mano era ancora incatenata con la mia. Ero un tantino claustrofobica e il terrore di rimanere intrappolata in quella scatola di metallo non era mai assente ma averlo vicino mi faceva sentire più rilassata. Era già capitato che alcune persone fossero rimaste segregate per alcune ore lì dentro ma per fortuna non mi era mai capitato. Sospirai sollevata osservando le porte aprirsi mentre con passi felpati avevamo raggiunto la porta di legno scuro che ci separava dall'alloggio, il mio ragazzo aveva tirato fuori un mazzo di chiavi per poi selezionarne una e inserirla dentro la toppa. Il corridoio si era parato davanti a noi, nonostante l'aspetto esterno si presentava caldo ed accogliente. Scambiai un'occhiata a Nahoya per poi sciogliere le nostre dita ed incominciare a correre per raggiungere il divanetto che veniva sempre portato oltre la sua soglia di posti a sedere. Mi lanciai sulla superficie morbida del sofà per poi sprofondare il viso in quel rosso sbiadito che assomigliava a una vecchia fotografia di quelle che ingiallite e poco dettagliate. Sentii un leggero rumore di passi per poi percepire due labbra posarsi sopra alla porzione di pelle scoperta del mio collo. Sussultai sentendo dei brividi farsi spazio nella mia carne per poi imprimersi nella mia mente. Tutte le volte che lui mi toccava o che le nostre pelli si sfioravano, mi sentivo estremamente bene, calma, il fiato non accelerava ma al contrario si calmava come se mi bastasse averlo vicino per poter stare bene. Mugugnai per poi girare di poco il viso nella sua direzione e unire i nostri occhi insieme, il suoi occhi rossi tendenti al ambrato mi avevano fatto innamorare di lui con una velocità che non credevo possibile. I raggi del sole per percorrere la distanza che separa la Terra da quella stella luminosa ci impiegano 8 minuti e 19 secondi, un tempo minimo se si pensa alla lunga distanza che coprono eppure per me innamorarmi di lui era stato ancora più veloce. Questione di una manciata di secondi, il suo sorriso e il connubio coi suoi occhi erano stati come un fulmine a ciel sereno, un fenomeno dal quale non ero riuscita a sottrarmi. Le sue labbra screpolate si erano posate nuovamente su di me questa volta coincidendo con le mie labbra. Le sue mani erano finite sulle mie guance. Arriciai leggermente il naso per poi fare pressione con le braccia e mettermi seduta senza mai staccarmi da lui. Posai con timidezza le mani sulla sua nuca accarezzando le ciocche corte e colorate dei suoi capelli folti. I suoi occhi spalancati erano ancora lì, fissi nei miei come a voler studiarne ogni minima peculiarità. Ci eravamo staccati per la fame di ossigeno mentre le sue mani avevano tolto in modo frettoloso la mia maglietta lasciandomi esposta davanti al suo rosso. Mi mordicchiai un labbro in imbarazzo per poi portare con titubanza le mie braccia davanti al mio seno ancora coperto dall'intimo. Lui aveva sorriso gentile mentre con lentezza si era sfilato a sua volta la maglietta lasciandomi vedere il suo corpo snello che aveva un accennò di addominali che lo disegnavano. Le sue labbra si erano nuovamente posate sulle mie mentre i suoi occhi avevano preso come una tonalità più scura. Come il colore del cielo al crepuscolo, quella tinta quasi violastra faceva risaltare le piccole lucciole che aveva nelle pupille. Trattenni il respiro emettendo un gridolino di sorpresa ritrovandomi sopra di lui. Non c'erano bisogno di parole futile sapevamo entrambi cosa sarebbe successo e sapevamo perché sarebbe successo. Il film è il cibo spazzatura che avevamo preso prima ora erano abbandonati sul tavolo in modo monotono come se avessero perso di importanza. Le nostre mani che si cercavano, e percorrevano in modo ardente le nostre carni, per poi intrecciarsi tra loro come il più bel tessuto esistente. Le mie cosce ormai nude si scontravano con le sue gambe, lasciandomi un senso di bruciore sulla pelle. La sua bocca aveva iniziato a succhiare un mio bocciolo mentre le nostre intimità si incontrano tra loro. Le mie mani erano affondare tra i suoi capelli e li tiravano con delicatezza studiando la loro morbidezza. Era un gesto talmente intimo che mi faceva arrossire non tanto per l'imbarazzo ma appunto per il romanticismo e l'unicità di quel gesto. Le sue mani erano strette sui miei fianchi in modo protettivo, i suoi pollici affondavano leggermente nelle fossette che avevo sulla schiena aumentando il dondolio che ci faceva incontrare. Un gemito strozzato aveva abbandonato le mie labbra, il suo membro era affondato nella mia carne separandola in modo invasivo e lasciandomi ad ansimare alla ricerca disperata di ossigeno. Gli avevo tirato i capelli per poi spingere un un gesto involontario i miei fianchi verso di lui. Era troppo, il suo rosso ambrato violastro a fissarmi e quelle labbra che lasciano uscire dei leggeri ringhi che erano in contrasto col suo solito sorriso solare. Il modo in cui mi faceva sentire, e il ritmo con cui aveva "addentato" i miei fianchi facendoli muovere contro il suo corpo creando un suono ripetitivo e ingombrante che aleggiava per la stanza. Sentii i suoi denti posarsi sulla mia pelle incidendo la mia carne coi suoi canini appuntiti.
Nahoya:"T/N-N"
Appoggiai la fronte contro la sua mischiando insieme il nostro sudore, eravamo come un giradischi, ora non servivano più con tutte le innovazioni tecnologiche e solo gli appassionati potevano vantarsi di averne ancora uno in casa, ecco sì quella sarebbe stata la nostra definizione. Una storia fuori dal tempo, fuori dalla logica e dai soliti standard, era quella musica graffiata e più "viva" quel rimettere all'infinito un disco per poterne assaporare le note e ballarci sopra.
T/N:"N-Nahoya"
Una leggera stretta mi aveva preso in ostaggio il basso ventre mentre la mia schiena si era inarcata con dolcezza pronta ad accogliere i nostri climax. Avevo piantato le unghia nelle sue spalle lasciandoci delle mezze lune rossastre mentre, il mio corpo non poteva fare a meno di tremare in balia di quelle sensazioni, dei gemiti uscivano dalla mia bocca irrompendo nella stanza. Il divanetto che ci stava accogliendo in quel gesto di amore oscillava sotto il nostro ballo. Bruciavo, bruciavamo entrambi con così tanto ardore che mi pareva che il mondo esterno avesse smesso di esistere. Mi ero lasciata ricadere in modo stanco sul suo corpo appoggiandomi a lui e godendomi quei attimi di pace dopo la tempesta.
Smiley:"Ti amo T/N..."
Ed eccolo il suo sorriso, il suo bellissimo sorriso quello stesso sorriso che mi dedicava con orgoglio e fiducia. Arricciai il naso per poi baciare il suo collo, respirai con forza il suo profumo, mugugnando contenta.
T/N:"Ti amo Nahoya"
Draken:"MA CHE CAZZO?!"
Forse non eravamo soli in casa dopotutto.

Parole: 1744

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