Rindo Lemon

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Richiesta di AshleyDark9

ReaderFem x Rindo Haitani
Genere: Lemon

L'estate era finalmente arrivata e il caldo afoso si era abbattuto sulla metropoli giapponese inondandola con l'odore tipico che accompagnava quella stagione. Il verde era passato da un colore più tenue a uno che risplendeva con potenza sulle foglie degli alberi. Così con l'arrivo dell'estate... forse per un colpo di caldo o per l'esigenza di avere un posto fresco a cui fare ritorno mi ero cercata un lavoro part time. La libreria dove mi ero rifugiata era perfetta, il luogo era accogliente e infiocchettato da un'atmosfera retrò che era accentuata dal color seppia che le lampade diffondevano nell'ambiente. I miei colleghi erano molto gentili e avevo avuto la possibilità di confrontarmi con persone di generazioni differenti. La biblioteca non era molto frequentata ma poteva vantare una cerchia di clienti affezionati che si presentavano quasi ogni giorno. L'edificio offriva frescura dalle temperature esterne ed era possibile sedersi a uno dei tavolini interni e leggere in piena tranquillità. La luce che filtrava dalle grandi finestre scoperte era filtrata dalla grande quantità di verde che invadeva il locale donando una nota fresca alle stanze. I tavoli erano accostati in modo minuzioso davanti o vicino alle grandi vetrate ma non c'era l'imbarazzo di essere costantemente presi di mira dagli occhi dei passanti grazie alla vegetazione. In più la biblioteca vantava una collaborazione speciale con la caffetteria che si trovava a fianco e quindi l'odore polveroso della carta dei libri si mescolava a quello dal caffe e del tea che veniva consumato dalla clientela. Un ragazzo in particolare aveva attirato la mia attenzione, sembrava conoscere la biblioteca come le sue tasche e spesso e volentieri dava indicazioni ai lettori meno esperti orientandoli verso la fila di libreria che conteneva il volume da loro desiderato. Veniva ogni giorno verso il tardo pomeriggio, e si sedeva sempre al solito posto, non spiaccicava parola con nessuno, troppo assorto nella sua lettura per potersi ricordare della presenza del mondo esterno. Eppure, nonostante il suo modo di fare quasi minaccioso, non negava mai un aiuto a chi andava a disturbarlo e una volta posato il suo libro si prendeva qualche minuto perso nei suoi pensieri. I suoi occhi erano vitrei e il suo corpo pareva inanimato. Erano appena scoccate le cinque del pomeriggio, i raggi del sole avevano cominciato a colpire la terra di spiego lasciando che la loro intensità venisse ridotta drasticamente. La biblioteca era deserta e i pochi colleghi che avevano il turno in parallelo col mio erano andati alla caffetteria vicina per prendersi una pausa. Il leggero tintinnio della campanella all'ingresso mi aveva fatto alzare il viso dal libro che stavo leggendo puntandosi contro al cliente che aveva appena fatto capolino nella stanza. Il leggero sorriso che avevo in viso era pronto a pronunciare il solito benvenuto ma appena i miei occhi si erano posati sulla sua figura la voce mi era morta in gola. Il sangue tappezzava i suoi vestiti, era come una spugna che rilasciava sapone e il suo viso era leggermente sudato e pallido e aveva delle leggere contusioni a rimarcarlo. Mi ero avvicinata a lui quasi correndo col fiatone a pizzicarmi i polmoni, le mie spalle erano tese sotto a quella vista angosciante mentre lui con noncuranza aveva accennato a un sorriso nella mia direzione. Non sapevo come comportarmi in quella situazione o cosa fare, infatti mi sentivo frastornata da quel momento che era talmente differente dalla mia realtà quotidiana.
Rindo:"Dovresti vedere come è ridotto il mio avversario, lui non è riuscito nemmeno ad alzarsi dal suolo."
Lo aveva detto con voce fiera e graffiata dall'onore come se quel fatto lo avesse riempito di energie che si stavano lentamente prosciugando col calare dell'adrenalina pompata dal cuore nelle sue vene.
T/N:"Nemmeno tu sei messo tanto bene...ecco vieni con me, devi sederti....oppure andiamo ai servizi ti do una mano a disinfettare le ferite vuoi un bicchiere d'acqua? Insomma ti serve qualcosa...posso fare qualcosa?"
Lui aveva riso per poi fare una smorfia di dolore portandosi una mano sul costato tenendolo come a volerlo proteggere.
Rindo:"In effetti non sono venuto qui a caso... Ho bisogno di un emozione forte per poter tornare a combattere quindi...ti chiedo scusa ma e da quando sei arrivata in biblioteca, è dal tuo primo turno qui che voglio farlo..."
Si era avvicinato leggermente a me per poi lasciar scivolare una sua mano sui miei fianchi attirandomi a sé con un gesto fluido, il suo profumo mi era entrato nelle narici come un pugno mentre l'odore di terra e di sangue si erano fatti spazio nei miei polmoni. Avevo immaginato più volte il suo odore, ma mai nella mia fervida immaginazione mi era passato per la testa che sarebbe stato quello. Lui stava parlando di un amore a prima vista come se fosse stato folgorato da un fulmine che non so spiegarmi come lo aveva colpito in pieno. Per me era stato diverso, forse può sembrare strano da dire ma non mi piace l'amore a prima vista, è troppo superficiale come può una persona innamorarsi con così tanta facilità? Io inizialmente non l'avevo nemmeno notato era solo uno dei tanti clienti che per qualche strana ragione gironzolava spesso per la biblioteca. No, non mi sono innamorata di lui appena le nostre pupille si sono scontrate e nemmeno la seconda volta che lo hanno fatto..non so se questo sia amore e non so nemmeno quando di preciso sia iniziato. I miei occhi finivano su di lui e provavo ad apprezzare le peculiarità tenere che dedicava con fare velato alle persone. Forse aveva attirato la mia attenzione perché era insolita la sua presenza o forse era a causa di quello. Era successo molto tempo fa durante una delle mie prime giornate lavorative, ero ancora emozionata per il mio nuovo lavoro e l'eccitazione mi scorreva sulla pelle e nelle vene come con un flusso costante che mi sparava il cuore a mille nel petto. Le vertigini data quella nuova sensazione mi avevano colta di sorpresa lasciandomi con un sorriso scolpito sul viso e con le guance tirate talmente tanto che mi faceva male lo stomaco. Avevo preso alcuni libri che erano appena arrivati in negozio da una casa editrice non lontana, mi ero leggermente persa tra gli scaffali e le diverse file di librerie cercando di trovare il posto giusto dove posizionarli. Finalmente avevo trovato il posto perfetto, era abbastanza visibile e le copertine rigide risaltavano grazie alle rifiniture di cui erano munite. Ecco è successo tutto in quel preciso momento non era una scena da film o da libro diciamo più che era una scena da vita quotidiana, una di quelle scene che quando capitano non puoi fare a meno di pensare: Che figura di merda. I libri che portavo sulle braccia mi coprivano la visuale e involontariamente avevo pestato il piede a qualcuno che aveva emesso un gemito contrariato e leggermente dolorante. Certo non era mia intenzione fargli male, ma era successo. Così appena ne avevo avuto la possibilità avevo posato libri al suolo girandomi verso la mia vittima preoccupata. Ma la mia vittima al posto di dare segni di vita si era avventata sui libri che avevo posato a terra prendendoli. Mi aveva rivolto un occhiata brusca per poi sistemare i volumi con cura su uno scaffale. Ecco, cupido mi aveva colpito in pieno cuore, l'arco ancora teso per la freccia appena scoccata e il sorriso fiero che aveva in viso Amor mi avevano fatto gelare il sangue.

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