Richiesta di straydazz
Scusa! È passato davvero troppo dalla tua richiesta. Mi sono nuovamente ammalata (tanto per cambiare). Non sono esattamente provvista di una salute di ferro e quindi non ho scritto, ma è anche vero che la tua richiesta era stata fatta molto prima del mio malanno quindi è colpa mia. Scusami! Spero che ti piaccia la storia, cercherò di essere più puntuale!ReaderFem x Izana Kurokawa
Genere: SoftLettere
FemT/N POV
La pioggia che cadeva dietro le tende creava uno scrosciare continuo sull'asfalto delle strade. Era una giornata di inverno, ero con la tisana tra le mani e il denso vapore che abbandonava la tazza a farmi compagnia. Il divanetto dove ero seduta era comodo e il libro abbandonato vicino a me era in attesa di essere letto. Izana aveva da poco incominciato a lavorare e questo ci impediva di vederci con regolarità. Amici di penna. Avevo sempre avuto un insolita passione per le lettere. Pensare che le persone usavano l'inchiostro e una penna per poter parlare tra loro. La carta porosa delle lettere e l'inchiostro che gli donava quel odore simile al metallo fuso. L'attesa, attesa di avere notizie dei propri cari, attesa di sapere, ormai non era un metodo molto utilizzato, anzi era pressoché dimenticato da tutti. Ma dopo la guerra, le lettere erano state un punto cruciale per rilegare insieme famiglie e persone. Macchine di scrittura che battevano nero su bianco i sentimenti. Esistevano anche delle bambole di scrittura automatica che avevano come compito quello di scrivere lettere per le persone. Spesso avevo sognato di poter diventare anche io una di esse e di usare una di quelle macchine per la scrittura e battere i tasti crogiolandomi nel sentire quel suono simile a un campanello metallico. Era tutto inutile, fino a quando per gioco non avevo preso a scrivere lettere a un ragazzo. Non conoscevo il suo viso e non ero nemmeno sicura fosse un lui o una lei, ma mi ero ritrovata davanti i miei pensieri, scritti su un muro nei bassifondi di Tokyo. Avevo lasciato la mia lettera in un buco di quella parete e dopo mesi me ne ero ricordata e la mia curiosità mi aveva portata nuovamente davanti a quei graffiti. Volevo capire chi poteva averli fatti e cosa avesse spinto l'autore a scrivere proprio quelle parole. La mia lettera era posta in modo curato in una fessura con sopra una pietra per nasconderla da occhi indiscreti, era imbustata e per evitare scaramanzie avevo evitato di scriverci il mio nome, inventando un nominativo. Così mi ero ritrovata in ginocchio, il vicolo era buio e sporco ma non mi interessava, una volta tolta la pietra che fungeva come coperchio avevo ritrovato una lettera. Non la mia lettera, un'altra lettera, di un'altra persona. Le mie dita si erano posate su quella busta quasi tremanti, non mi aspettavo di certo una risposta alle mie parole. Eppure qualcuno le aveva lette e si era preso pure la briga di dar loro una risposta. Osservai il sigillo della busta per poi passarmi la carta lucida del documento appena sotto al naso, quasi come farebbe un segugio per trovare un indizio. Poi la curiosità aveva preso in ostaggio il mio corpo, il bollo che serviva per tenere chiusa la lettera era stato tolto con estrema cura. Tirai fuori la lettera per poi stiracchiarla con le mani per togliere le pieghe della carta. La scrittura era bella, molto curata e dritta, quasi geometrica, l'inchiostro nero era quello di una biro stilografica e l'odore aspro che scaturita quel pezzo di carta era leggero. Incominciai a leggere, una riga dopo l'altra, le sue parole e le sue frasi, aveva parlato di lui e si era firmato ma era palese che quel nome non era quello vero. Aveva un lessico molto ampio, e avevo come una sensazione, mi pareva di conoscerlo, come se quelle poche righe ci avessero connesso.
"E te?"
Me? Dovevo parlare di me? Di quelle cose che mi saltavano agli occhi, quelle piccole stranezze che nessuno notava o che la maggior parte della gente dava per scontate. Era quello che mi chiedeva? Lui mi aveva parlato di piccoli frangenti del suo quotidiano, di cose che possedevano un significato per le sue iridi, ricordi, passioni inusuali, ogni minima cosa fuori dalla norma. Il modo in cui metteva prima il miele nella tazza coprendo l'intera superficie piana della ciotola prima di versare il tea. Oppure la sua innata paura per lo shampoo. Il sapone gli finiva spesso negli occhi e per questo motivo aveva come una sorta di antipatia verso quella materia schiumosa. Così dopo aver letto le pagine che aveva scritto mi ero alzata non prima di aver sistemato il "nascondiglio" per le lettere ed ero andata a casa. Il viaggio per arrivare alla mia abitazione era stato lungo, volevo rispondergli, volevo rileggere la sua scrittura fino a sciuparla. Capire chi era, perché era così e perché parlare con me? L'idea che si trattasse di una persona da cui stare lontani non mi aveva minimamente attraversato il cranio, non era una delle vie più conosciute della metropoli quello era vero, ma non mi sembrava una persona malvagia. Calciai una lattina abbandonata al suolo per poi riemergere in una delle strade principali. Osservai le luci dei lampioni, e quelle delle macchine che avevano i fanali aperti sull'asfalto grigio. Le guance fredde erano un sollievo per l'emozione del momento che mi aveva fatto salire la temperatura corporea di alcuni gradi. Così finalmente arrivata a casa mi ero messa subito alla scrivania, giacca ancora sulle spalle e sciarpa a riscaldarmi il collo. Il tepore che era presente in casa era quasi eccessivo se si arrivava dall'esterno, ma non avevo trovato il tempo né la voglia di spoiarmi dei vestiti in eccesso. Osservai le parole prendere forma sulla carta in modo naturale, mentre la mia testa non poteva fare a meno di immaginare come era fatta quella persona. La biro si muoveva in modo fluido sulla carta porosa e l'inchiostro aveva iniziato a macchiare le pagine. Era passato del tempo dal nostro primo "incontro" ed era bellissimo pensare che era nato tutto grazie a delle lettere. Osservai la porta della casa di Izana aprirsi mentre il ragazzo che era protagonista dei miei pensieri si era parato davanti a me. Per quanto amassi scrivere lettere, era nullo se messo in confronto coi suoi occhi, ore passate a immaginare il suo viso per poi ritrovarmelo spiattellato davanti con talmente tanta naturalezza che mi pareva irreale.
Izana:"T/N"
Sorrisi nella sua direzione, era bello vederlo. Non esiste cosa che dia più conforto del contatto visivo e fisico, non lo avevo capito prima di lui. L'attesa che tanto mi piaceva, non era più fatata nella mia mente, ma solo una distanza da distruggere. E così dopo quasi un anno di lettere, parole, frasi ci eravamo visti negli occhi. I suoi occhi erano unici, un unione tra l'azzurro e il grigio scuro e le sua pelle scura creava un contrasto bellissimo col gelo delle sue iridi. Così appena le nostre pupille si erano unite, i nostri corpi non avevano potuto fare a meno di sentire un desiderio inrefrenabile di fare lo stesso. Le sue mani che vagavano sul mio corpo e il suo profumo che avevo potuto sentire solo con tratti lievi sulle sue buste era forte e deciso. Il calore che emanava la sua carne e la sua pelle che si scontrava con la mia. Non sapevo spiegare cosa stava succedendo, ma sapevo che stava succedendo. Così come due pazzi avevamo preso a baciarci e ad assaporare ogni minima cellula del corpo dell'altro. Come due assetati che si stavano dissetando. E così era capitato anche ora in quella giornata di pioggia. Lettere.Parole: 1188
Vaiolet Evergarden nel cuore!
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Tokyo revengers
FanfictionRichieste chiuse! Tokyo revengers x Reader One shot FemxFem MalexMale MalexFem Iniziata il 16 settembre 2021 Risultati migliori: 19° Reader 22 settembre 2021 Grazie mille! 3° Richieste 27 settembre 2021 12° Toman 16 ottobre 2021