LA GARA

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17 maggio 2036

Khan esce di casa, Eda lo sta aspettando facendo un po' di stretching, escono dalla loro proprietà e si imbattono tra le vie poco trafficate fino ad imboccare una strada sterrata che li porta lungo un percorso ciclabile che percorre il litorale del Bosforo.

Eda ormai tiene il passo senza fatica, ma ricorda quando da piccola insisteva ad andare con lui che faceva finta di farsi superare e dopo poca strada era costretto a correre con lei sulle spalle. È sempre stato un loro rituale la corsa del sabato mattina, e come ha detto Fiamma, un momento tutto loro. Crescendo aumentava sempre più il passo e la distanza percorsa e quando Khan non riusciva più a portarla in spalle, si portava uno zaino con dentro i  pattini, cosicché lei potesse finire il percorso pattinando.

"Ti sei divertita ieri sera?"

"Molto, abbiamo ballato e saltato come matte io, Asli, Emre e Kerem."

"Kerem? Non te l'ho mai sentito nominare prima d'ora."
Chiede già accigliato.

"È il cugino di Emre, è solo un anno che abita qui, da quando è morta la madre di leucemia."
"Povero ragazzo."
"Già! Tu non propagandavi le donazioni per la ricerca della leucemia?"
"Si, lo faccio tutti gli anni. Era giovane immagino!"
"Penso, non gliel'ho chiesto, mi ha raccontato che faceva la ricercatrice tra l'altro, e lui vuole fare medicina."
"Sembra un bravo ragazzo!"
"Anche a me ha dato questa impressione!"
"Come sarebbe! Non è in classe con te!"
"No papà! L'ho conosciuto ieri sera!"

Khan storce il naso, Eda continua a raccontare.
"Pensa che sta mantenendo una media alta di voti, per garantirsi la possibilità di una borsa di studio all'università di Milano!"
"Scusa ma non ha la tua età?"

Eda stenta a rispondere, ha timore non reagisca bene. Poi si fa coraggio.
"Frequenta il quarto anno di liceo."
Dice tutto d'un fiato.

Khan non risponde, dentro di lui sente il sangue scorrere tumultuosamente, pensa subito agli interessi dei ragazzi verso le ragazze, poi però ripensa al fatto che è molto studioso, che ha un obbiettivo, come lo era lui alla sua età, inoltre si fida di Eda.

"Dai, stai perdendo il ritmo, accelera il passo!"
Cambia discorso, ma lei insiste.

"Fa anche nuoto agonistico."

Khan pensa subito che tra lo studio e le tante ore di allenamento, Eda non avrà molto tempo per stare con lui.

"Papà, non dici più niente. Sei arrabbiato!"
"No tesoro!"
"Perciò non ti fa niente se qualche volta lo vedo?"

Khan sente le palpitazioni aumentate, e non è dovuto alla corsa, ma resiste.

"Soli?"
"Papà, devi stare tranquillo! Ti fidi di me?"
"Certo che sì, è di lui che non so se posso fidarmi."
"Papà, non penso nemmeno di piacergli se ti interessa, ieri ha continuato a dire che alla festa c'erano solo mocciosi!"
"Ecco da dove esce!"
"Scusa?"
"Questa parola: mocciosi. L'hai usata stamattina."

Nemmeno se ne era accorta, sorride pensandoci.

"Se non gli interessi perché dovresti vederlo?"
"Sta facendo un corso di italiano, non poteva permettersi il liceo di mamma, e quando gli ho detto che lo conosco benissimo, mi ha chiesto se volevo aiutarlo quest'estate!"

Cazzo! Non le ha ancora detto che dovranno trasferirsi proprio in Italia quest'estate, deve trovare il momento per sparare la bomba. Non adesso però.

"Se vuoi passare del tempo con lui, devi prima farcelo conoscere."
"Ma papà... cosa dovrei dirgli?"
"Eda, non devi invitarlo a cena, semplicemente viene e si presenta.
Avremo pure il diritto di sapere con chi passa il tempo nostra figlia."

DUE BACI E UN CUORE BLUDove le storie prendono vita. Scoprilo ora