GITA IN MOTO

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Eda apre gli occhi infastidita da un fascio di luce che entra dalla finestra, li richiude immediatamente accecata e li riapre lentamente a fessura voltando leggermente la testa, sorride vedendolo. È bellissimo anche di primo mattino spettinato più del solito. Lo guarda incantata, un suo braccio sovrasta il suo seno, ma non ha alcuna intenzione di spostarlo. Sorride riconoscendo la T-shirt del padre, neanche a farlo apposta è una che le aveva regalato lei. Sfrega le gambe contro le sue che la solleticano con i peli, anche questo è nuovo per lei, gli sposta il ciuffo dagli occhi e sfiora la sua bocca con le labbra, Kerem si muove, si avvicina di ancor di più a lei e la stringe sorridendo ancora ad occhi chiusi.

"Buongiorno mocciosa."
"Buongiorno. Dormito bene?"
Kerem apre un occhio.
"Magnificamente, ed il risveglio ancora meglio."
Eda gli dà un bacio sulla guancia.
"Ti sta bene questa maglietta. Credo che non la restituirò più a papà. Me la porto a Roma e la abbraccerò tutte le sere."

Kerem apre entrambi gli occhi ora, le accarezza la guancia, non sorride più, la fissa solamente.
"Come farò senza di te?"
"Abbiamo ancora qualche giorno, non pensiamoci adesso. Promettimi di non affrontare più il discorso, non voglio star male prima del tempo! Pensa a..."
"Stanotte?"
Eda sorride, stringe gli occhi e si morde l'indice, vergognandosi.

"Se ti distoglie dai cattivi pensieri!"
"Sai cosa, in particolare?"
Eda arrossisce ancor di più, e distoglie lo sguardo dal suo. Lui le alza il mento e la obbliga a guardarlo.

"Ooohhh è stato magnifico sentire la tua mano sul mio amichetto, sei stata bravissima per essere la prima volta, ma non è quello il momento che ho preferito!"
"Quando allora?"
"Quando mi hai detto Ti amo(in italiano), e ti sei addormentata fra le mie braccia!"

La sua pronuncia in italiano è perfetta, dolce, ed Eda va in brodo di giuggiole.
Eda di scatto, si raddrizza, seduta sul letto.
"Non so tu, ma io muoio di fame."
A Kerem scappa l'occhio sui suoi seni senza reggiseno, nascosti dietro la stoffa della canotta, e gli torna un sorriso spontaneo pensando a quando si alzerà e gli regalerà momenti di gloria mostrando le lunghe gambe sotto quei miseri e stupendi pantaloncini rosa che coprono a malapena un perfetto lato B a mandolino.
Sospira e lancia un ambiguo:
"Anch'io! Non immagini quanto!"

Eda capisce al volo e sapendo ormai di fargli un effetto gradito, si alza in piedi sul letto saltellando come una bambina, ma con un intento molto più intrigante.
Allunga una mano verso di lui.

"Forza. Alzati allora! Andiamo a far colazione."
Kerem scuote la testa, sogghigna. Questa cosa ha dell'incredibile, due semplici salti hanno scatenato di nuovo un vulcano nei suoi boxer.

"Ti piace torturarmi vero mocciosa!"
"Si amore. Adoro vedere quanto mi desideri..."
Kerem le afferra la mano e la tira, facendola cadere sul letto, e con una mossa si siede sulle sue gambe.

"E a quanto pare, parecchio!"
Aggiunge Eda.
Lui inizia a farle solletico e lei si dimena cercando di liberarsi, prende un cuscino e lo colpisce ripetutamente costringendolo a fermarsi per bloccarle le braccia, in alto si lati della testa. Ora è inerme sotto di lui, è bellissima, il suo sorriso è disarmante e ingenuo allo stesso tempo.

"E adesso? Cosa dovrei fare?"
"Per quanto mi piaccia sentirti, direi che la miglior cosa da fare è..."
Alza le sopracciglia.
"Baciarmi, e andare giù in cucina!"
"E rischiare che mi vedano così?"
Eda muove i fianchi intrappolata sotto di lui, sente il suo desiderio spingere sul suo ventre, e il pensiero ritorna alla notte appena trascorsa, a quel primo approccio tanto temuto è molto gradito.

Scuote la testa.
"No. Meglio evitare. Rilassati!"
"Come fosse semplice!"
Eda sorride poi gli chiede di lasciarla andare anche se vorrebbe il contrario. Kerem corre in bagno, acqua fredda per cercare un sollievo e via, come nuovo, si sciacqua il viso e si specchia. Vede riflesso un Kerem felice per amarla tanto e triste per la consapevolezza di non poterla abbracciare a lungo.

DUE BACI E UN CUORE BLUDove le storie prendono vita. Scoprilo ora