DUE BACI E UN CUORE BLU

LO SCOGLIO

Eda finalmente ha finito di studiare, scende in sala da pranzo e trova la tavola già apparecchiata, ma dei genitori nessuna traccia. Sente un buon profumino provenire dalla cucina ed ha già l'acquolina in bocca.

"Papà, mamma, dove siete? Ancora a sbaciucchiarvi?"
Chiama Eda avviandosi verso il giardino.
"Sto uscendo, non guardo, ricomponetevi se necessario."
Continua scherzando. Si meraviglia trovandoli seduti tranquilli sui divanetti, a parlare, e neppure troppo incollati.
"Cosa succede qui!"
"Vieni Eda, siediti!"
"Papà ha ricevuto una nuova proposta lavorativa!"
"È fantastico!"
Grida  sedendosi in braccio a Khan.
"Aspetta a dirlo."
"Perché quelle facce?"

Suona il campanello, non aspettano nessuno.
"Ne parliamo dopo. Chi sarà a quest'ora? Aspettavi qualcuno Khan?
Chiede Fiamma alzandosi e andando a rispondere al videocitofono.
"No! Forse è Eva!"
Fiamma schiaccia subito il pulsante per aprire il cancellino quando riconosce la figura di Kerem, e lo riceve aprendo la porta con il suo solito dolce sorriso.

"Buonasera Fiamma, disturbo?"
"Ciao Kerem, no affatto, cosa fai qui a quest'ora? È successo qualcosa?"
"No, solo..."
Kerem si gratta la testa, non sa come introdurre il discorso. Nel frattempo giunge anche Eda.

"Kerem? Cosa ci fai qui?"
"Ciao Eda, stavo appunto dicendo a tua mamma che sono venuto per... sai perché!..."
Eda si imbarazza all'istante.
"...Fiamma, sono venuto a farmi conoscere da suo marito, forse così Eda, forse, accetterà di uscire con me, che ne so, per un gelato?"
"Coraggioso da parte tua!"
Dice Fiamma scherzando.
"Accomodati, Lo scoglio è in giardino."

Kerem titubante le segue, percorre lo stesso tragitto fatto nel pomeriggio, questa volta però lo fa con il cuore in gola.
Attraversa la portafinestra che affaccia sul patio, e vede in penombra una grossa sagoma di schiena rivolta verso il giardino, che guarda il cielo al crepuscolo, pensando ancora a come affrontare il discorso con Eda, una nuvola di fumo si alza dal suo viso, e l'odore di sigaro appena acceso invade le loro narici.
Eda sorride divertita vedendo Kerem agitato che le afferra il polso stringendolo, chissà quale mostro si aspetta.

"Ma è enorme, dovrei aver paura?"
"Hai detto di non averne oggi!"
"Non mi aspettavo una montagna!"
Eda ride, accelera il passo e va incontro al padre.

"Papà, c'è qualcuno per te!"
"Per me? E chi è a quest'ora?"

Khan si volta e si avvicina con il suo passo scalciato e Kerem lo osserva intimorito fissando la falcata ed i muscoli delle cosce fasciate dai jeans, deglutisce, e quando arriva sotto la luce del patio, alza lo sguardo lentamente passando al torace, poco rassicurante se fosse un nemico, e ancora non sa se lo è.

"Ciao Kerem! Mi chiedevo quanto ancora avresti aspettato a venire!"

La voce di Khan rimbomba nelle sue orecchie, e lì per lì, non la riconosce, è troppo teso. Pensa solo che lo stava aspettando, perciò Eda o Fiamma devono avergli parlato di lui.

"Buonasera signor Demir? Mi scuso per il disturbo..." dice ancora fissando i pettorali.
Khan lo interrompe accorgendosi che ancora non lo ha riconosciuto.
"Veramente dobbiamo ancora cenare..." afferma  Khan ingrossando un po' la voce. Kerem non prospetta nulla di buono.
"Torno un'altra volta, pensavo aveste già finito!"
Sta per finire la frase quando alza il viso e lo riconosce.
Khan trattiene una risata.
"Signor Demir? È lei?..."
Si volta verso Eda  sbalordito
"Perché non me l'hai detto!"
"Perché non volevo fosse il motivo del tuo interesse per me!"
"Non ci posso credere!...chissà che belle risate ti sei fatta dietro le mie spalle!"
Ritorna con lo sguardo su Khan, anche se non sa di preciso dove guardare dall'imbarazzo.

"E lei lo ha sempre saputo chi fossi?"
Kerem è a dire poco sbalordito, non aveva mai  collegato il cognome, piuttosto comune in Turchia e non pensava a lui come ad un padre severo, autoritario e burbero come immaginava. Già nel pomeriggio dicendogli che aveva moglie e figlia aveva sfatato l'idea che aveva sempre avuto  di lui da  bello e dannato ricercato da donne di tutte le età.