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Erano le quattro di mattina, non avevo chiuso occhio, non avevo pensato a nulla.

Ero tornata a casa avevo acceso la lampada, sfilato il vestito e in intimo mi ero seduta sul divano iniziando a fumare. 

Non avevo pianto forse ero troppo stanca anche per quello.

Rifiutai tutte le chiamate di Liam e finsi di non essere in casa quando lui e il moro probabilmente preoccupati avevano iniziato a suonare e bussare alla porta del mio appartamento.

Chiusi semplicemente gli occhi e aspettai che se ne fossero andati.  

Mi alzai da quel divano ormai troppo scomodo solo un'ora dopo e solo perché le sigarette erano finite.

Mi infilai una tuta e il cappotto, presi chiavi della macchina, documenti e mi diressi verso la prima tabaccheria aperta.

Facevo pena in quel momento e sapevo che quel pacco di sigarette non lo avrei nemmeno aperto.

L'unica cosa o meglio persona che avrebbe potuto farmi bene era la mia migliore amica.

Se fossi tornata nel mio appartamento sarei diventata pazza lacerata dal passato e forse anche dal pensiero del futuro, così cambiai rotta: casa di Ben l'unica persona che non mi avrebbe lasciato affondare.

-Zayn-

Tutto quello che era successo alla festa sembrava degno di sceneggiatura di un film.

Dopo che Liam aveva scaricato la colpa su di me avevo seriamente trattenuto le lacrime.

Non perché mi aveva accusato, sapevo che non era in lui, ma perché ero consapevole di quanto aveva sofferto e di quanto stava soffrendo anche in quel momento.

Mi sentivo una merda per aver allontanato da lui sua sorella come se la stessi allontanando da un pericolo, così quando lei mi disse che sarebbe andata a parlargli io non dissi nulla solo annuii, avevo già fatto troppo.

Avevo provato a sorridere e festeggiare con gli altri ma quando mi accorsi che era passato davvero troppo tempo da quando si erano chiusi in quel bagno e decisi di andare a controllare trovai solo il mio migliore amico in lacrime.

Mi aveva raccontato ciò che era successo, si era scusato e poi mi aveva detto che Karen era uscita in terrazzo a fumare già da un po'. 

Capimmo che in realtà se ne era andata dalla festa solo dopo e in seguito una ventina di chiamate senza risposta, preoccupati eravamo andati al suo appartamento che trovammo apparentemente vuoto.

Posteggiammo la macchina sotto al suo palazzo, sotto richiesta di Liam che era entrato in modalità 'fratello protettivo'.

Decidemmo di aspettare fino a che non sarebbe tornata, ma forse eravamo troppo stanchi anche noi e ci addormentammo. 

La portiera di una macchina che sbatteva mi fece sobbalzare e aprii gli occhi di scatto.

Guardai l'ora: le sette e trenta del mattino.

«Cazzo Liam svegliati!» Lui sobbalzò sul sedile del passeggero.

«Sono le sette del mattino e noi siamo due deficenti.»

«Che dici Zayn? Sei impazzito?» Mi chiese stropicciandosi gli occhi.

«Ci siamo addormentati, avanti proviamo di nuovo a suonare a quest'ora dovrebbe essere tornata.»

Proposi e lui sembrò ricordare tutto in un attimo e in meno di due minuti era al quarto piano e stava bussando alla porta, ma proprio come la sera prima nessuno ci aprì.

Provai a richiamarla ancora e ancora ma il suo telefono doveva essere spento, forse scarico.

«Ora basta chiamo la polizia.»

Esclamò Liam sempre più in ansia.

E lo avrebbe fatto davvero se non gli avessi strappato il cellulare dalle mani.

«E sentiamo cosa diresti alla polizia? Che una ventitreenne responsabile a cui hai appena rivelato di essere suo fratello ha passato la notte fuori casa? Ti direbbero che sei un coglione per poi chiuderti il telefono in faccia!»

Mi pentii delle mie parole quando vidi i suoi occhi riempirsi di lacrime e i suoi pugni scagliarsi contro di me sempre più deboli, non dissi nulla semplicemente lo abbracciai aspettando che si calmasse.

«Ti prego aiutami Zayn io mi sento morire.»

Era pallido e sembrava facesse fatica a parlare.

Era semplicemente distrutto e io non potevo fare niente per colmare il vuoto che aveva in quel momento.

«Liam guardami, ti prometto che la troviamo! Ora faremo così, andiamo a casa a cambiarci e alle nove andremo agli uffici della Enterprise, vedrai che sarà li al lavoro, non può non esserci avevamo un appuntamento oggi.»

Erano le nove e noi eravamo seduti nella sala riunioni del settore di fotografia dell'enorme edificio.

Non c'era molta gente, anzi a parte la segretaria alla reception non sembrava esserci nessuno.

Dalla porta avorio dell'ufficio principale uscì una donna sulla quarantina, venne verso di noi con aria decisa e dopo essere entrata chiuse la porta alle sue spalle.

«Salve signor Malik sono Ariette, scusi per l'attesa. Lei é?»

Chiese rivolgendosi a Liam che però sembrava in uno stato di trans.

«Lui è Liam, un mio amico mi ha accompagnato.» Mi affrettai a rispondere al suo posto.

«Bene. So che è qui per parlare del tour e chiudere il contratto con la fotografa.»

Annuii anche se non ero del tutto convinto di ciò che stava succedendo.

«Ecco vede c'è stato un piccolo cambiamento, purtroppo Karen Martinelli non può ricoprire il ruolo di fotografa per lei. Qui ho una lista di nomi e il contratto, sono tutti piuttosto validi non si deve preoccupare. Le lascio un attimo per pensarci.»

Detto questo uscì dalla stanza senza lasciarmi ribattere.

Liam mi guardava con aria sconfitta, io rivolevo indietro la mia stellina ad ogni costo. 

All for you  ||Z.M|| (Wattys 2022)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora