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Qualcuno mi parlò da dietro, perciò mi voltai e notai che l'uomo era incredibilmente vicino a me.

"Non idea di cosa tu stia parlando." Ridacchiai nervosa mentre una lieve tinta rossa adornò le mie guance, imbarazzata per essere stata colta in flagrante.

I suoi occhi indugiarono sul mio viso, mentre il suo indice affusolato tracciava la linea della mia mascella, per fermarsi sotto il mio mento. Riacquistai il controllo dei miei battiti e, dopo una rapida occhiata, spostai il mio sguardo altrove guadagnandomi una risata smorzata da parte sua.

"Un drink per la festeggiata." Intimò al barista che subito iniziò a prepararlo.

Osservai i movimenti fluidi dell'uomo dietro il bancone, mentre sentivo che il mio misterioso interlocutore continuava ad analizzare la mia intera figura. Poggiai il mento sopra la mia mano, con un sorriso pigro mi girai verso di lui e rimasi a guardarlo a mia volta, i nostri occhi che rimanevano uniti tramite una strana forza attrattiva. Era indubbiamente bello, ma di una bellezza un po' sciupata, non angelica; un velo di malizia ricopriva il suo ghigno, molto probabilmente era quello che lo rendeva ancora più affascinante.

"Brindiamo al compleanno di Akira e al diavolo i fidanzati." Affermò improvvisamente sollevando il bicchiere. Risi di buon gusto al brindisi proposto e, dopo aver fatto scontrare i bicchieri, bevvi.

"Ti sono bastati due minuti per sapere già il mio nome, la mia data di nascita e stato civile. Ti dispiacerebbe almeno dirmi come ti chiami?"

"Rindou"

Annuii con la testa e bevvi un altro sorso.

"Di cosa ti occupi?"

Un guizzo di stupore illuminò gli occhi dell'uomo, ma si ricompose subito. "Commercio"

Le sue risposte a tutte le mie domande erano molto vaghe, ma non diedi peso alla cosa perché mi avventai di colpo sulle sue labbra. Lo feci quasi di istinto e molto probabilmente le sue risposte erano più che sufficienti per la mia coscienza. Stupii l'uomo che subito però assecondò il mio gesto. Iniziai a muovere le mie dita tra i suoi capelli morbidi e lui tracciò ogni centimetro del mio corpo con le sue.

"Sei sempre così audace o è colpa di tutto l'alcol che hai bevuto?" Ghignò.

"Non mi sono mai fatta problemi a fare ciò che voglio." Sorrisi "Sei evidentemente ubriaca" asserì nuovamente Rindou.

"Ti dico di no, guarda come mi reggo bene in equilibrio." Iniziai a spostarmi da una gamba all'altra, restando su una sola per volta con le braccia sollevate e facendo le pose più strane. Quella mia improvvisa scenetta comica fece ridere di cuore l'uomo, quasi gli mancava il respiro. "Sei veramente incredibile." Mi disse calmandosi.

L'atmosfera si era fatta quasi elettrica e tutti e due non potemmo fare a meno di guardarci nuovamente negli occhi. Nonostante l'aurea intimidatoria, non riuscivo a smettere di guardare teneramente l'uomo e lui continuava ad essere sorpreso dal mio comportamento indecifrabile.

"Andiamo a fare una passeggiata." Esclamai allegramente. Afferrai la mano di Rindou e lo trascinai verso l'uscita. Lui tirò fuori qualche banconota e pagò distrattamente il barista che ci salutò cordialmente. L'aria fredda mi pizzicava il viso e sentivo che la punta del mio naso si faceva rossa.

Camminammo mano nella mano nel silenzio, ogni tanto ci guardavamo e notai che il suo sguardo si era leggermente addolcito.

"Dove stiamo andando?"

"Io sto seguendo te." Mi disse l'uomo. Lo guardai incredula per poi scoppiare a ridere. Continuammo a vagare per qualche isolato e poi lui si fermò.

"Che c'è?"

"Come facevi a sapere che questa è casa mia?" Mi disse arcuando un sopracciglio.

"Ti giuro che non lo sapevo, probabilmente è uno scherzo del destino." Feci appena in tempo a finire la frase che Rindou mi baciò, prima piano e poi sempre più ferocemente. Iniziò a scendere sul collo, coprendo ogni spazio vuoto con un suo bacio. Il contatto con le sue labbra fredde mi causò dei brividi che mi percorsero tutta la schiena; un leggero gemito uscì dalle mie labbra arrossate e lo sentii ridacchiare. La scena destò qualche occhiata da parte di passanti, ma né io che lui avevamo dato troppo peso alla cosa. Entrammo in casa mentre avevamo ancora le labbra unite e subito dopo aver sbattuto la porta mi prese in braccio e mi portò in camera da letto.

Mi poggiò sul materasso quando iniziammo tutti e due a svestirci a vicenda; i vestiti volavano in ogni direzione e presto eravamo completamente nudi, uno sopra l'altra. Non era nemmeno stato necessario proferire parola che Rindou aveva già capito cosa doveva fare. Entrò così, senza cerimonie e senza avvisi, iniziando a spingere vigorosamente.

"Rindou.."

"Dì ancora il mio nome."

Entrambi ansimavamo e i nostri gemiti riempirono quella casa pressoché spoglia di ogni arredo, se non per il letto e qualche mobile nella zona living. Il mio respiro era irregolare mentre sentivo che quello dell'uomo iniziava a velocizzarsi sempre di più. Percorrevo le mie mani sul suo corpo in modo frenetico, fino a sentire il suo cuore battere all'impazzata.

Toccavo con le punta delle dita i suoi muscoli definiti e lo sentivo fremere per quel contatto, molto più delicato rispetto ai movimenti dei nostri corpi, entrambi febbricitanti e assuefatti dal piacere.

In quel momento non capivo nulla, sentivo solo un crescendo di sensazioni che mi pervadeva tutto il corpo, che si accumulavano a ritmo sempre più veloce dentro di me, lasciandomi quasi senza respiro.

Accarezzai il volto dell'uomo mentre arrivai all'apice del piacere arcuando la schiena, per poi scaricare tutta la tensione accumulata. Lui invece continuò ancora per poco per poi venire con un rumoroso gemito. Gli scostai dalla fronte i capelli inumiditi dal sudore e gli diedi un bacio delicato sulle labbra, che lui ricambiò infiltrando la lingua violentemente nella mia bocca. Era una bacio famelico nato da una carezza, un pugno che sfondava una parete di carta. Con un movimento ci rigirammo, io sopra di lui. Lui sorrise in maniera arrogante ed io, intrecciando le mie dita con le sue, iniziai a baciarlo. Le sue labbra erano morbide e ogni volta che le nostre lingue si scontravano sembrava che delle leggere scariche elettriche mi stimolassero il corpo.

Ci staccammo per un attimo e io iniziai a mordicchiare il suo orecchio.

"Perché ti sei lasciata con il tuo ragazzo?" Smisi all'istante ciò che stavo facendo e strabuzzai gli occhi, mentre lui non sembrava minimamente turbato.

"Me lo stai veramente chiedendo ora?" Mi sedetti accanto a lui con una faccia più che sorpresa. "E poi sarei io quella incomprensibile."
Mugugnò una sottospecie di risposta mentre mi trascinò accanto a lui e mi iniziò a baciare la spalla. Sospirai poiché ormai l'atmosfera era stata rovinata e gli risposi.
"L'ho trascurato per il lavoro e lui non riusciva ad accettarlo. Io poi mi sono resa conto che non lo amavo poi così tanto e quindi in breve l'ho lasciato."

Lo sentii ridere contro la mia pelle, mi voltai su un fianco per osservarlo.

"Come mai questa domanda?"

"Volevo sapere con che tipo di ragazzo ti frequenti, siccome hai un comportamento così illogico." Si soffermò un attimo "Non riesco proprio a capirti e mi stupisce che tu, che sembri essere sempre nel mondo fatato, lo abbia mollato così di scatto"

"Non c'è molto da capire in realtà, poi vorrei anche ricordarti che ci conosciamo da nemmeno un giorno."

Ridacchiai stringendomi a lui, poggiando il viso sul suo petto. Iniziai a tracciare il suo tatuaggio, che gli occupava la parte destra del torso. Sentivo che il suo respiro iniziò a farsi più veloce perciò lo riempii di baci sul collo, per poi iniziare a lasciargli dei segni rossastri nello spazio tra le due clavicole.

"Che c'è vuoi il secondo round?" Mi propose ghignando.

"Non proprio, avevi solo un collo appetitoso" mi rimisi accanto a lui.

Scoppiò in una fragorosa risata e mi cinse la vita con il braccio, posizionando il suo petto contro la mia schiena.

Fu grazie a quel caldo respiro sul mio collo che riuscii a dormire serena dopo parecchio tempo.

| Affinità predestinata | Haitani brothersDove le storie prendono vita. Scoprilo ora