Mi spostai dal suo orecchio per guardarlo in viso, facendo strofinare lievemente i nostri nasi.
"Che cosa hai intenzione di fare?" Cercò di liberarsi dalla mia presa, ma io lo bloccai con tutto il mio corpo. Non avevo intenzione di batterlo con la forza fisica, perché sicuramente non ci sarei riuscita. Cercai piuttosto di sfruttare il fattore sorpresa, per intrappolarlo in una presa salda e stuzzicarlo. Rimanendo in quella posizione feci scorrere la mia mano su tutto il suo corpo per poi scendere più in basso; appena avvertii il tessuto dei suoi boxer abbassai lentamente il bordo. Arrivai all'altezza dell'inguine quando mi fermai per guardarlo; la sua faccia era uno spettacolo, un misto tra orgoglio maschile infranto, sorpresa e strano piacere. Mi lanciò uno sguardo che mi indicava il suo stato di attesa e deglutì rumorosamente.
"Ripeto.." Riportai la mia mano a dove stava prima, aperta sul lato del suo collo " Bendato o legato?" Era seriamente in difficoltà, non stava capendo nulla. Io invece me la stavo spassando alla grande, almeno su un versante potevo avere un po' di controllo su di lui.
La mia dolcissima vendetta.
Quello stato di tensione rendeva il suo corpo molto più sensibile, lo potevo vedere dalla pelle d'oca che gli venne quando iniziai a disegnare dei cerchi intorno attorno al suo capezzolo destro.
"Sono ancora in attesa." Dissi con voce cantilenante. Intanto il mio dito scorreva verso l'alto, fino ad arrivare al pomo d'Adamo; sotto il mio tocco sentivo che vibrava e si muoveva, deglutì un'altra volta. Divaricai le gambe ulteriormente e sussultò quando avvertì che solamente due leggeri strati di stoffa dividevano le nostre parti intime.
"Mi stai facendo impazzire..."
Ansimò socchiudendo gli occhi. Io sorrisi soddisfatta mentre continuavo a strusciarmi sopra di lui.
"Conosci la soluzione per la fine della tortura."
"Mettimela sugli occhi e finiamo questa storia." Esitò per un istante prima di guardarmi direttamente in viso.
"Ottima scelta."
Una volta bendato mi chinai sul suo orecchio. "Non devi vergognarti, sarà molto divertente." Glielo leccai leggermente per poi ridacchiare.
Mentre facevo scorrere le mie mani di lato per levargli lo yukata, la mia bocca percorreva tutto il suo torso, che tremava al contatto con il mio fiato caldo. Il momento più atteso da Rindou finalmente arrivò, gli levai la biancheria e sfiorai il suo membro già duro con la punta del naso.
"Aki-ra"
"Dimmi." Gli sussurrai sfiorandogli la pelle: quel contatto così lieve lo stava facendo dare di matto.
"S-smettila di prenderti gioco di me, non è piacevole"
"Lui mi dice il contrario." Afferrai il suo membro e l'uomo sussultò leggermente, per poi emettere dei rumori sordi quando iniziai a percorrere tutta la sua lunghezza. Stava per levarsi la cintura dagli occhi, perciò mi fermai e mi avvicinai al suo viso.
"Chi ti ha detto che potevi levartela?" Osservai la sua mano scendere verso il futon ed io ripresi ciò che avevo interrotto. Gli allargai le cosce insinuandomi tra di esse con le mie ginocchia e lo accolsi nella mia bocca. Prima indugiai sulla punta, facendogli fremere le gambe. Ogni tanto gli gettavo uno sguardo ed era bellissimo vederlo resistere.
Quel gesto lo sorprese ancora di più, ma quel briciolo di orgoglio che gli era rimasto in corpo lo obbligò a trattenere un gemito, non riuscendoci. Lo sentivo ansimare, percepivo il suo respiro che accelerava per il piacere che gli stavo provocando. Un'immensa sensazione di soddisfazione mi riempì quando sentivo la sua pelle tremare al mio tatto. Sentii la sua mano raggiungere la mia nuca e spingermi seguendo il mio ritmo. La presa si fece più stretta quando i miei movimenti diventarono più profondi e percepivo il suo respiro ancora più affannoso.
STAI LEGGENDO
| Affinità predestinata | Haitani brothers
FanfictionIl dualismo del carattere di Akira Mori è lampante: a lavoro è ambiziosa, sa cosa vuole e con determinazione porta avanti i suoi desideri; nella sua vita personale invece tende a farsi trasportare dal corso degli eventi, spinta da un'incurabile curi...