"Quindi oggi pomeriggio alle cinque?"
"Si, l'indirizzo già lo conosci."
"Non vedo l'ora!"
Attaccai la chiamata con un sorriso a trentadue denti, ma prima di riprendere il mio lavoro al computer mi ricordai che andava fatta un'ultima cosa.
"Ciao angioletto, cosa posso fare per te?"
"Vedo che ti stai affezionando a questo nomignolo." Ridacchiai, misi la chiamata in vivavoce per poter riprendere a scrivere al computer mentre parlavo.
"Sto contemplando l'idea di non usarlo più, siccome non riesci a smettere di lavorare nemmeno quando stai al telefono con me."
"Scusa ma devo minimizzare i tempi."
"Sempre la solita, mi dovevi dire qualcosa?"
"Ah si, vieni in ufficio da me alle quattro e mezza, ti porto in un posto bellissimo."
"Dove?" Sentii lo scricchiolare di una sedia, forse si era alzato. I suoi passi mi arrivavano sommessi, ad un ritmo regolare; immaginai che iniziò a camminare per il suo ufficio in tondo, cosa che faceva molto spesso quando era al telefono con qualcuno.
"È una sorpresa."
"Nemmeno un indizio?"
Le mie dita si fermarono, contemplando l'idea se rivelare qualche dettaglio o lasciare tutto nel mistero. L'uscita di quel pomeriggio non era nulla di speciale, perciò non volevo gonfiare le sue aspettative; tenerlo sulle spine però era più divertente.
"Ti toccherà pazientare ancora per qualche ora."
Mi trattene un altro po' per chiedermi dell'uscita, ma non gli dissi niente perciò si arrese e terminò la chiamata.
"Insistente come un bambino."
❂
All'orario previsto la macchina di Ran si trovava già ai piedi del palazzo del mio ufficio.
"Guido io." Tesi la mano verso di lui per prendere le chiavi.
"Sarebbe questo il tuo modo di salutarmi?"
"Hai ragione scusami." Mi avvicinai a lui e sorrisi quando lo osservai sporgersi per un bacio, perché, prima che potesse farlo, spalmai le mie mani sul suo sedere per strizzarlo vigorosamente. Un piccolo verso di sorpresa uscì dalle sue labbra ed un ghigno si fece strada sul mio viso.
"Dobbiamo andare, molto probabilmente troveremo traffico." Gli diedi una leggera pacca sul sedere prima di lasciargli un bacio a stampo sulle sue labbra ancora semiaperte per lo stupore e gli aprii la portiera da dentro.
Tirai giù il freno a mano, ingranai la prima e mi misi in moto. Man mano che acquistavo velocità la mia mano armeggiava con la leva per il cambio delle marce.
"Oggi sei particolarmente...virile, se così si può definire."
"Eh?" Scoppiai a ridere, risi così tanto che delle piccole lacrime si formarono agli angoli dei miei occhi. "Spiegati meglio."
"Mi palpi il sedere, guidi in maniera aggressiva con le gambe tutte allargate e con una mano sola sul volante: sei diversa dalla solita Akira."
Strabuzzai gli occhi, ma prima che potessi ribattere scattò il verde e ripresi a guardare la strada davanti a me. Ripensai a ciò che disse Ran poco prima, effettivamente perdevo la compostezza quando guidavo, ma semplicemente perché mi rilassava. Forse potevo lavorare sulla postura, ma sul guidare in maniera aggressiva potevo farci ben poco, mi irritavo molto facilmente.
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| Affinità predestinata | Haitani brothers
FanfictionIl dualismo del carattere di Akira Mori è lampante: a lavoro è ambiziosa, sa cosa vuole e con determinazione porta avanti i suoi desideri; nella sua vita personale invece tende a farsi trasportare dal corso degli eventi, spinta da un'incurabile curi...