21.

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"Buongiorno."

Con gli occhi ancora annebbiati dal sonno mi girai verso quella voce calda e vagamente familiare. Non riuscii a mettere a fuoco subito quella figura, chinata su di me, ma potevo percepire le sue dite passare tra la mia chioma disordinata. Quando incontrava un nodo rallentava i movimenti, per evitare di farmi male. Con le palpebre calanti mi sporsi in avanti, ma la mia vista non si era ancora adattata alla luce che entrava dalla finestra. La figura di prima era diventata una sorta di ombra scomposta, perciò decisi di ignorarla.

Ritornai a dormire, chiudendo i miei occhi pigri, era di nuovo uno di quei sogni lucidi che ogni tanto mi capitava di fare.

Mi rigirai sull'altro fianco, affondando il viso nel cuscino che tenevo stretto tra le braccia, mentre delle leggere carezze mi sfioravano la schiena. Il cuore iniziò a sussultare nel petto, ma dismisi subito quella sensazione, cercando nuovamente di prendere sonno. Quei tocchi leggeri continuarono a persistere, perciò mi girai, quella volta strofinandomi gli occhi per svegliarmi del tutto. Non appena realizzai la reale presenza di qualcun altro di fronte a me, mi portai una mano alla bocca per la sorpresa. Lui prese posto sul letto e senza nemmeno pensarci mi gettai tra le sue braccia, aggrappandomi al suo busto con tutto il mio corpo. Seduta sul suo grembo, le mie gambe avvolgevano i suoi fianchi, mentre il suo collo era imprigionato dalle mie braccia. Poggiai la testa sulla sua spalla, affondando ancora di più il mio viso nei suoi vestiti.

"Sei tornato."
"Te l'avevo detto che l'avrei fatto." Mi lasciò un bacio sui capelli, mentre la sua presa si faceva sempre più stretta. Lentamente annegavo in quella sensazione di serenità che mi trasmetteva quel contatto fisico, solo in quel momento realizzai quanto lo stessi aspettando.

"Mi sei mancato." Mormorai con il viso affondato nel suo petto, mentre le mie mani si aggrappavano saldamente alla sua maglia.
"Da quando sei così affettuosa?" Risi contro la sua pelle, era veramente tra le mie braccia. Mi distaccai per poterlo osservare, quando a metà strada incontrai i suoi occhi già intenti a guardarmi con dolcezza.

"Come hai fatto ad entrare e soprattutto come hai fatto a sapere il mio indirizzo?"
"È un segreto." Ridacchiò.

Continuai a guardarlo incredula, accarezzando il suo viso come per accertarmi ancora una volta che fosse lì con me. Il mio cuore sarebbe potuto esplodere per la gioia, non credevo che sarebbe bastato così poco per capire cosa volevo realmente.

Con amarezza notai ancora quei sottili solchi scuri sulla sua pelle chiara, ma l'espressione che aveva dipinta sul volto irradiava tranquillità. Mi sentii improvvisamente piccola, avvolta da quel corpo caloroso e confortante, la luce mattutina gli baciava le linee definite del volto, ma la cosa più luminosa era il suo sorriso.

Nel corso della nostra breve conoscenza, gliene avevo visti fare tantissimi, ma mai ne aveva sfoggiato uno così sincero.
Il mio sguardo era saldamente allacciato al suo, mi persi in quella genuina felicità che trasmetteva; con ancora il suo viso incorniciato dal mio tocco, avvicinai le mie labbra alle sue.

Una piccola scossa elettrica mi percorse la schiena, quando sentii le sue mani sotto la mia maglia, contro la mia pelle nuda. Azzerai completamente la distanza tra di noi, muovendo ancora di più i miei fianchi verso di lui. Il ritmo iniziò pian piano ad aumentare, come del resto stava aumentando anche il desiderio di possederci l'un l'altra. Le nostre lingue si scontravano ardentemente, le mani in preda alla brama continuavano a muoversi in maniera frenetica. Inevitabilmente sentii il materasso contro la schiena, mentre il corpo di Ran torreggiava sopra il mio. Intrappolata tra le sue ginocchia, con le mani iniziai a sbottonargli la camicia, continuando a mantenere le nostre labbra unite.

Prendemmo fiato e non potei evitare di arrossire per l'intensità del momento. Ma l'iniziale disagio venne interrotto da un pensiero poco felice, facendo cambiare la mia espressione in maniera più vistosa di quanto avessi voluto. Non riuscii a nasconderlo a Ran, che mi chiese cosa stesse succedendo.

| Affinità predestinata | Haitani brothersDove le storie prendono vita. Scoprilo ora