Il forte mal di testa interruppe il mio sonno, smorzato gradualmente dal dolce profumo della colazione appena cucinata. Aprii gli occhi e osservai la stanza in cui mi trovavo e che conoscevo molto bene, subito una strana sensazione mi colpì alla bocca dello stomaco. Man mano che mi svegliavo i ricordi della sera prima riaffiorarono e non potei che sentirmi fortemente in imbarazzo per il mio comportamento. Mi affossai sotto le coperte quando sentii dei passi che si avvicinavano, ma era troppo tardi per nascondermi.
"Ho visto che sei già sveglia, la colazione è pronta." Si sedette sul bordo del letto, accanto a me, poggiando una mano sulla mia schiena. Sentire la sua voce mi fece istintivamente rannicchiare più in me stessa, al che Rindou mi scavalcò e si sdraiò accanto a me.
"Akira..." Disse dolcemente abbassando la coperta dal mio viso "Ieri sera eri conciata veramente male, mi ha sorpreso vederti così. Non so cosa sia successo per indurti a bere così tanto, e conosco molto bene la tua soglia di tolleranza, ma non ti fa bene." Mi sorprese molto il suo comportamento, mi aspettavo come minimo una parola di rimprovero. Lentamente mi alzai e ci avviammo entrambi in cucina.
"Scusami." Sussurrai prima di iniziare a mangiare. Non ricevetti una risposta, si limitò a ridacchiare. L'aria era un po' tesa, dato che io ero ancora imbarazzata e lui era curioso per una mia eventuale spiegazione. Alzai lo sguardo verso Rindou e notai che mi stava fissando, infatti appena fu scoperto portò gli occhi da un'altra parte.
"Ieri era l'anniversario di morte di mio padre." Subito il rumore delle sue bacchette si fermò, si meravigliò per la mia dichiarazione improvvisa.
"Forse questa è l'unica cosa che non avrei mai potuto immaginare." Riuscì solamente a dire. Sentivo le mani tremarmi, perciò le strinsi al petto cercando di tranquillizzarmi in qualche modo.
"È successo ormai quattro anni fa, ma è come se fosse passato solo un giorno. Mi sono imposta di rimanere forte per il bene di mia madre e mio fratello, ma è evidente che io non abbia ancora superato la sua morte." Avevo lo sguardo fisso sulla mia scodella, non avevo il coraggio di guardarlo negli occhi.
"Conosco la natura del nostro rapporto, se vogliamo definirlo così, e so benissimo di aver oltrepassato il limite quando mi sono presentata qui ieri. Non ho il diritto di venire quando voglio e tu non hai il dovere di occuparti di me in situazioni del genere. Scusami veramente." Alzai lentamente lo sguardo verso di lui: aveva le braccia incrociate al petto e la testa reclinata di lato, leggermente divertito dalle mie parola. Lo guardai confusa.
"Capisco che tu ti senta così: si, non siamo in una relazione seria, ma ciò non significa che non mi possa preoccupare per te, anzi in realtà mi esce abbastanza automatico dato che il tuo comportamento è simile a quello di una bambina."
Sorrisi leggermente alla sua frase e mi sembrò più tranquillo dopo aver visto la mia reazione.
"Comunque, già che sei qui, ti porto in un posto."
"Dove?"
"È una sorpresa, partiamo tra un'ora e torniamo domani."
"E me lo dici così su due piedi? Come faccio con i vestiti?"
"Non ti serviranno..." Mi sussurrò all'orecchio mentre si avvicinava per sparecchiare. Alzai gli occhi al cielo, ma ero troppo incuriosita dalla sorpresa per poter ribattere qualcosa.
"Grazie per questi comunque." Gli indicai la maglietta e i boxer che avevo addosso, non ricordandomi però di essermi cambiata.
"Ti stavi addormentando nella vasca, ti ho dovuto tirar fuori e portarti fino al letto per poterti mettere qualcosa addosso." Gli feci un piccolo sorriso, avevo un vago ricordo del mio spostamento dal bagno fino in camera.
STAI LEGGENDO
| Affinità predestinata | Haitani brothers
FanfictionIl dualismo del carattere di Akira Mori è lampante: a lavoro è ambiziosa, sa cosa vuole e con determinazione porta avanti i suoi desideri; nella sua vita personale invece tende a farsi trasportare dal corso degli eventi, spinta da un'incurabile curi...