L'aria invernale venne subito rimpiazzata con una dolce brezza primaverile. Mentre camminavo continuavo ad osservare gli alberi che si stavano preparando per la bella stagione e mi sentii il cuore tranquillizzarsi per un attimo. Sin da piccola la primavera era stata la mia stagione preferita perché rimanevo affascinata dalla rinascita della natura, ma in quel giorno preciso mi sembrava che nulla potesse ritornare a come era in passato.
Avevo la mente sgombera da ogni pensiero, lo sguardo vuoto. I miei movimenti erano puramente meccanici, non stavo decidendo io dove andare. Passarono accanto a me dei bambini, ma non riuscii a percepire distintamente il suono delle loro risate; mi sentivo come se fossi stata sott'acqua, dove tutti i miei sensi erano confusi e la realtà alterata. Avevo voglia di urlare il mio malessere al mondo, ma sentivo un blocco in gola che mi impediva di parlare.
Senza alcun controllo sul mio corpo ero arrivata a casa di mia madre, la mia destinazione. Bussai lievemente alla porta e mi fece entrare, senza dirci nemmeno una parola ci avviammo entrambi nella stessa stanza. Akihiro appena mi vide entrare mi rivolse un sorriso forzato.
La mamma, una volta messi in posizione, aprì le ante del butsudan° e l'immagine di mio padre sorridente ci fece abbattere ulteriormente. Accendemmo l'incenso e pregammo in silenzio. Il mio corpo era diventato cento volte più pensante, ma le lacrime non scendevano, mentre mia madre cercava inutilmente di trattenere il pianto.
Mio padre fu coinvolto in un incidente stradale quattro anni fa, durante il quale due macchine sbandarono a causa della forte pioggia e una di quelle lo colpì in pieno. Io e Akihiro ci scambiammo un'occhiata mentre nostra madre scoppiò a piangere. Tra noi tre, io e mio fratello cercavamo di mantenere la calma, per evitare che nostra madre si preoccupasse per noi, anche se, nonostante il tempo passato, era sempre difficile.
Più guardavo quell'immagine di mio padre più cresceva il peso sul mio petto, mi sentivo il fiato corto ma non piansi comunque, mentre osservai che anche Akihiro si stava asciugando delle lacrime. Chiusi per un attimo gli occhi per cercare di riprendere il controllo sul mio respiro.
Papà, non ho idea di dove tu sia, ma immagino in un bel posto. Da quando te ne sei andato la mamma non è la stessa, però non ti devi preoccupare perché mi prenderò cura di lei, anche di Akihiro. Quel testardo di mio fratello pensa di fare il maschio alfa, ma dentro è allo stesso livello di un cucciolo abbandonato. Sei stato un papà fantastico, anche se ti ho avuto accanto a me per poco. Riposa sereno, ti voglio bene.
Aprii gli occhi e vidi la mamma alzarsi e dirigersi verso la sua camera. Conoscendola non avrebbe avuto le forze per cucinare la cena perciò andai in cucina per preparare qualcosa. Saltai qualche verdura e misi del pesce nella vaporiera, mentre il riso cucinava. Akihiro apparecchiò per tre e chiamò nostra madre, ma non rispose.
"Mangiamo noi intanto, ne ho già messo da parte per lei." Il pasto fu pressoché silenzioso, nessuno dei due sapeva che dire. Osservai mio fratello di fronte a me e notai che i suoi occhi erano leggermente gonfi e arrossati, facendomi stringere il cuore ancora di più.
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"Credo che rimarrò qui per stanotte, per controllare la mamma." Disse Akihiro mentre sparecchiava. "Non mi sento tranquillo a lasciarla sola." Annuii con il capo e dopo aver salutato sia lui che nostra madre me ne andai.
Fuori era già buio e il lampioni illuminavano ben poco. Camminai parecchio, ma avevo in mente il posto in cui andare.
Mi accolsero la solita musica jazz e la luce soffusa del locale di fronte al mio ufficio, quella sera insolitamente affollato. Presi posto al bancone e iniziai a chiedere da bere. Il barista mi fece un cenno con il capo e iniziò a servirmi. Appena appoggiò il mio drink lo presi e lo mandai giù in un sorso. Quel gesto lasciò l'uomo perplesso, ma appena gli chiesi di riempirmi di nuovo il bicchiere ritornò alla sua espressione cortese.
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| Affinità predestinata | Haitani brothers
FanficIl dualismo del carattere di Akira Mori è lampante: a lavoro è ambiziosa, sa cosa vuole e con determinazione porta avanti i suoi desideri; nella sua vita personale invece tende a farsi trasportare dal corso degli eventi, spinta da un'incurabile curi...