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Tirava un'aria strana.
Mi svegliai svogliatamente, grugnendo un po' perché faticavo ad adattarmi alla luce. Il contatto dei miei piedi con il pavimento freddo mi fece rabbrividire, perciò mi infilai subito le pantofole. Nel bel mezzo di uno sbadiglio mi stiracchiai mentre mi avviavo in cucina per bere. Momo mi salutò saltando sopra il piano di lavoro, regalandomi qualche miagolio. Lo stavo accarezzando quando l'acqua mi andò di traverso: l'orologio segnava le nove e mezza del mattino, quando sarei dovuta essere in ufficio alle otto. Poggiai subito la tazza spaventando il gatto, corsi in camera per prendere il telefono e chiamare Tadashi, ma vidi un messaggio mandato qualche ora prima proprio dal mio segretario.

"Buongiorno Akira-san, le ricordo che oggi è il suo giorno libero, non si stressi troppo e stia il più lontana possibile dal computer."

Sorrisi per l'estrema cura che il giovane ci metteva nel fare qualsiasi cosa, addirittura arrivando a ricordarmi quando non dovevo lavorare. A quel punto potei rilassarmi un po', ma mi accorsi subito dello stato in cui si ritrovava casa mia e non potei che iniziare a stressarmi di nuovo.

Sospirai frustrata e mi avviai verso la sala da pranzo che era disseminata da scartoffie e materiali vari portati dall'ufficio. Armata di pazienza riordinai i fogli mettendoli in varie pile per differenziarli in argomento e buttai le varie cartacce. Passai poi in cucina per ripulire il ripiano e andai a prendere la scopa nel ripostiglio. Spazzai per tutta casa, quando da sotto il divano raccolsi qualcosa che mi fece sorridere. Presi quell'involucro argentato e lo buttai nel cestino, facendomi tornare in mente quando Rindou venne a casa mia per la prima volta. Da quel giorno iniziò a venire più spesso da me perché secondo lui "qui ci sono più posti in cui farlo", ragionamento privo di ogni logica siccome le case erano grandi uguali. La cosa però non mi dava fastidio perciò stavo alle sue strane richieste mentre mi godevo il più possibile i nostri incontri. Si vedeva che era abituato ad avere molte partner, siccome le sensazioni che mi faceva provare erano indescrivibili, al solo pensiero già mi veniva la pelle d'oca. Mi alzai in piedi e osservai il divano, facendomi ricordare ciò che avevo vissuto con Rindou là su.

Ripresi a pulire il resto della casa, ma non potei fare a meno di ridere perché sembrava che quasi ogni centimetro dell'abitazione fosse stata battezzata da me e l'uomo.

Completai i miei impegni domestici e decisi di dedicarmi alle lettura di un buon libro, rimandata ormai da tempo a causa del lavoro. Momo si sedette sopra il mio ventre, girando un po' su di sé prima di trovare una posizione confortevole.

Man mano che sfogliavo le pagine sentivo che il mio corpo si rilassava, quel momento che stavo prendendo per me mi stava rigenerando lo spirito.

Nonostante sin da piccola fossi stata in compagnia di Mina e Akihiro, avevo sempre dato importanza anche al tempo che dovevo dedicare a me stessa. Essere in pace con il proprio io interiore era una condizione necessaria per poter stare bene con gli altri.

Più andavo avanti con la lettura più il mio corpo si stava abbandonando alle calde braccia del sonno, fino a quando non crollai, unendomi a Momo in quella piacevole pennichella, sfiancata dalle pulizie di casa.





Il sole era ancora alto nel cielo quando aprii gli occhi. Presi il telefono ed erano solamente le due di pomeriggio. A giudicare dal mio stomaco lamentoso dovevo mangiare qualcosa, perciò mi cucinai qualcosa di rapido da mettere sotto i denti.

Risposi a qualche email mentre aspettavo che il cibo si cuocesse, andando contro la richiesta di Tadashi; forse non ero più in grado di distaccarmi totalmente dal lavoro, ma lasciarle là senza risposta quando potevo perfettamente farlo in quel momento mi innervosiva ancora di più.

| Affinità predestinata | Haitani brothersDove le storie prendono vita. Scoprilo ora