25. È di notte che è bello credere alla luce

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Jonathan

Apro gli occhi in questa immobilità che ci circonda, come se ci fossimo chiusi dentro a un bozzolo tutto nostro, non ancora pronti per uscire e affrontare la realtà. Tutto quello che è successo tra noi stanotte è avvolto da una spessa coperta di lana, come se il mio cuore non potesse cibarsi di quei ricordi, di quegli attimi che sono stati in grado di farmi tornare a vivere dopo molto tempo.  

E nonostante sappia che non dovrei desiderarlo, questa volta sembra diverso. 

Lui era diverso. 

La sua arrendevolezza, la sua brama, ma soprattutto quel faro dentro ai suoi occhi che mi ha guidato fino alla sua anima, lasciando che finalmente incontrasse la mia per la prima volta. 

Siamo stesi nel letto, il sole ormai sorto che prova a infiltrarsi dai balconi lasciati socchiusi probabilmente dal giorno prima, tiepidi raggi che provano ad accarezzarci la punta dei piedi ricordandoci che, come per Cenerentola, tutto ha una fine. Il suo corpo che fa da vestito addosso al mio, un braccio che circonda la mia vita e una gamba che sfiora la mia. Il suo leggero russare è l'unico rumore che sento e anche l'unica certezza che mi fa credere di non stare sognando. Accarezzo i suoi capelli morbidi e lunghi come non avrei mai pensato fosse possibile e lasciandoli scivolare tra le mie dita mi beo di questo momento, consapevole che non appena aprirà gli occhi tutto tra noi si fermerà per l'ennesima volta. Solo che da ora in poi tutto avrà un sapore diverso, perché l'aver assaggiato la sua bocca mi ha reso ancora più dipendente da lui.

Respiro il suo odore e lascio vagare lo sguardo sulla sua camera scegliendo di allungare ancora un po' questo istante rubato alla sua vita.  

Non so cosa mi aspettassi di trovare, ma di certo ero sicuro avrei visto qualcosa che rappresentasse loro. Ma niente sembra indicare la presenza di una seconda persona nella sua vita. E senza volere metto a confronto quello che i miei occhi vedono con quello che io e Zac avevamo. In casa nostra tutto parlava di noi, che fosse una foto o un semplice gingillo comprato solo per piacere personale. Ogni parete, ogni superficie era arredata da tutti e due e ritrovarmi a osservare invece solo pezzi di vita del ragazzo che stringo tra le braccia mi mette una strana sensazione addosso. Guardo scatti rubati della vita che ama fotografare, due libri che so stava leggendo lasciati sul comodino, una cassa in stile londinese per riprodurre la musica che ascolta sempre anche in ufficio, i suoi vestiti ammucchiati uno sull'altro su una poltrona di pelle nera, una tela che raffigura una passerella di legno che sbuca sul mare, quello stesso mare in cui io e lui abbiamo flirtato per mesi, ma sopratutto sempre più spesso nelle ultime settimane.

Accarezzo la sua schiena e lentamente inizio a collegare tutti quei piccoli punti che ha disegnato in questi giorni facendo apparire davanti ai miei occhi un disegno tanto inaspettato quanto impossibile. 

Perché può davvero essere così? E sebbene la mia mente si opponga a questa mia fantasia, il cuore decide di lanciarsi nel vuoto senza nemmeno un paracadute, in barba a tutte le precauzioni che mi ero promesso di tenere. E se solo fosse vero quello che sto pensando, l'emozione che avrebbe il diritto di prevalere dovrebbe essere la rabbia per avermi nascosto la verità, ma siccome sono solo uno sciocco innamorato l'unica che brilla più di tutte, portando via la scena alle altre, è la felicità. Perché fanculo all'essere arrabbiati, ho già passato troppe notti nello stesso letto di sconosciuti di cui non mi importava nulla e questa è la prima che mi fermo con qualcuno dalla morte di Zac. E anche se mi avesse tenuto nascosto giusto un piccolo particolare di fondamentale importanza per la mia salute mentale, credo che potrei sopportarlo e passarci sopra se questo portasse sul serio a quel finale che ora fremo di sapere. 

"Samu?". Lo chiamo piano, quasi con timore di infrangere ogni mio sogno. Pieno di paura di essermi ingannato con le mie stesse teorie. 

"Umm". Mugugna, strofinando il viso sul mio petto. 

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