Samuele
Guardo fuori dalla finestra e mi chiedo quanto io sia pazzo ad aver anche solo pensato di chiudere la storia con Elia dopo tutto quello che abbiamo passato assieme, ma la verità è che Jonathan è riuscito a rimettere in discussione le mie stesse convinzioni.
Il mio ragazzo aveva ragione a dire che sono cambiato dopotutto, solo che ora mi domando se con lui io mi sia sempre trattenuto, sempre nascosto oppure l'ho fatto solo in seguito. Mi è sempre piaciuto stare in mezzo alle persone, ma non ai suoi amici che mi prendevano sempre di mira. Mi è sempre piaciuto condividere la passione per la fotografia, ma non con lui che sbuffava se aspettavamo un po' di più l'attimo perfetto. Mi è sempre piaciuto fare il passivo, ma a detta sua a lui piaceva di più. Io che vivo di dolci e lui che me li butta. Io che guardo qualsiasi programma tv e lui solo determinate cose. Io che adoro il pollo fritto e lui che ordina sempre sushi.
Eppure andiamo avanti assieme da tre anni. Nonostante i nostri caratteri diversi continuiamo a starci vicini e ad amarci a modo nostro.
Oggi però è il mio compleanno e lui deve ancora chiamarmi.
Sbuffo e mi lancio sul divano. Ho bisogno di parlargli, di sapere che è ancora al mio fianco, che c'è ancora, perché sebbene nella mia testa tutto appaia in ordine, nel mio petto invece è tutto in subbuglio. Perché la verità è che la serata inaspettata passata con Jonathan si è rivelata meglio di quello che credessi e sapere che mi vede per quello che sono ha fatto scalpitare il mio cuore nonostante l'avessi legato con delle cinghie strette.
Guardo l'ora sul telefono e mi chiedo dove possa essere e, anche se non vorrei, alla fine gli scrivo. -Dove sei?-.
La sua risposta mi arriva subito. -Cambio programma. Torno domani-.
Aspetto, ma degli auguri nemmeno l'ombra. E sapere che se n'è dimenticato fa male più del previsto.
Mi addormento senza rendermene conto, forse a causa di tutte le emozioni che stanno litigando dentro di me e a svegliarmi è la suoneria del telefono.
"Passo a prenderti tra mezz'ora". La voce di Elia dirada la nebbia nel mio cervello.
"Cosa? Ma non avevi detto che tornavi domani?". Domando confuso.
"Poi ti spiego. Vestiti elegante". E prima di poter aggiungere altro interrompe la telefonata.
Ma che cazzo. Trenta minuti per avere l'impossibile. Mi alzo di corsa e faccio tutto alla mia velocità triplicata e quando suona alla porta sono pronto contro ogni previsione.
Scendo le scale in fretta e quando apro il portone dell'atrio resto di merda nel trovarmelo davanti ai miei occhi bello come non mai, rimettendo nuovamente in discussione tutti i miei pensieri.
"Cosa succede?". Gli chiedo, non avendolo mai visto così in tiro.
"Buon compleanno". Si avvicina con le braccia tese verso di me e dopo avermi racchiuso in un abbraccio, mi bacia dolcemente. "Mi sei mancato".
E suona strano perché noi ci cerchiamo, ma non ci manchiamo.
"Andiamo". Apre la portiera della macchina e in questo gesto rivedo un altra persona, un'altra occasione.
"Dove?". Domando.
"A esaudire il tuo desiderio di una cena io e te da soli".
Lo guardo passare davanti l'auto e sbattendo più volte le palpebre mi domando cosa stia accadendo.
Jonathan
"Credevo non avresti mai più rimesso piede qui dentro". Mi dice Ludovico mentre ci sediamo a uno dei tavoli prenotati.
"Le emozioni mutano e dopo tutto abbiamo sempre mangiato bene".
Solitamente venivamo sempre qui assieme a Zac, ma dopo la sua morte non ho più avuto il coraggio di farlo, ma ora ho bisogno di riscoprire sulla pelle la sua allegria e stare in uno dei locali che a lui piacevano molto spero mi aiuti a sentirlo più vicino.
"C'è ancora il piatto a cui ha dato il nome".
Leggo il menù e trovo Desiderio d'amore. Sorrido ripensando a quella sera, a quando ha chiamato lo chef, oltraggiato che non ci fosse nel listino un piatto che aiutasse le coppie a dichiararsi. "L'amore era il suo Natale, solo che lo era tutto l'anno".
"Lo stai ricordando con il sorriso sulle labbra, lui ne sarebbe felice".
È vero. Non vorrebbe sapermi triste e tanto meno non vorrebbe sapermi ancora single probabilmente. "Credo mi piaccia". Ammetto.
"Credo d'averlo capito prima di te". Mi sfotte, capendo al volo di chi sto parlando.
E sto per dargli una risposta tagliente quando i miei occhi intravedono una figura che conoscono troppo bene dato che sono soliti cercarla spesso. Metto a fuoco la situazione e quando vedo chi lo accompagna sento un crac dentro di me.
"Oh porca merda". La voce di Ludovico dà parola al mio pensiero. "Ma...". Non finisce la frase, ma so cosa vorrebbe dire.
"Sì". Rispondo.
"Lo sapevi?". Si volta a guardarmi.
"Mi aveva detto che aveva un ragazzo nella sua vita". È sempre stato onesto e so benissimo che non è ancora pronto a ricevere quello che io voglio dargli.
"E perché cazzo ti sei impelagato con uno già impegnato?". La voce che si fa quasi acuta e che è costretto ad abbassare per non farsi sentire da tutto il ristorante.
"È successo, non l'ho voluto". Perché se avessi avuto scelta avrei optato per qualcosa di più semplice.
Guardo il ragazzo spostare la sedia per farlo sedere e vedo lui sorridergli sincero. Li osservo scambiare qualche parola con la voglia di sapere cosa si dicono e poi ordinare la cena. Sono entrambi vestiti eleganti, entrambi bellissimi e giovani.
E ricordo anche di quando li ho visti baciarsi al pub quella prima volta che ho azzardato a farmi avanti. Quando è iniziato tutto.
"Gli hai parlato?". Mi domanda il mio amico.
"L'altra sera, ma ha messo le mani avanti". Gli confido.
"Non vuole?".
"Credo sia innamorato". Gli dico tornando a guardarlo e cercando di ignorare la presenza di Samuele a pochi tavoli di distanza.
"Quindi il ragazzo seduto con lui è il fidanzato".
"Già". La delusione nella mia voce.
Continuiamo la nostra serata e grazie all'amicizia che ci lega riesce a distrarmi da quello che sta succedendo nella stessa sala e proprio quando stiamo per alzarci e uscire vedo un cameriere passare con una torta in mano, illuminata da una candelinina scintillante.
È il suo compleanno e non lo sapevo.
Il suo sorriso è abbagliante e soffro nel sapere che non sono io a renderlo così felice.
"Non dovresti guardare". Mi dice, ma è impossibile.
Lo vedo battere piano le mani e poi soffiare a occhi chiusi sulla fiamma e quando la torta viene portata via per essere tagliata, davanti ai suoi occhi appare una scatolina blu che mi fa morire.
Mi alzo di colpo non volendo sapere altro e prima che Ludovico possa dire qualcosa sono già fuori all'aria aperta, con il freddo che punge il mio viso e il buio della notte che cala la sua ombra sul mio cuore.
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QUALCOSA IN PIÙ
RomanceL'amore che Samuele conosce e condivide con Elia è fatto di rinunce e accettazioni, portandolo a credere che quella sia la vera faccia di quel sentimento ambito da molti. Jonathan invece l'amore l'ha toccato con mano, ma l'ha anche perso per sempre...