Jonathan
"Cos'è?". Mi domanda mentre prende in mano la busta chiusa che gli sto porgendo, rigirandola tra le dita.
"La lettera di licenziamento". Sono seduto sulla poltrona dietro la mia scrivania mentre Samu è davanti a me, la delusione chiaramente evidente ora che sa cosa contiene quello che tiene stretto tra le mani.
"Lo hai fatto sul serio". Nessuna domanda, ma solo la consapevolezza che le parole di quel primo giorno assieme non erano solo dette al vento.
Non aggiungo altro aspettando che apra la busta affinché legga il contenuto.
"È davvero così difficile lavorare con me?". Mi domanda continuando a esitare e sembra quasi deluso.
"Sì". Ammetto controvoglia. "Vederti ogni volta che alzo gli occhi dalla scrivania mi distrae dal mio lavoro".
"E prima? Non era lo stesso?". Alza di poco la voce, si sta arrabbiando e comprendo pienamente il suo punto di vista.
"Lo era, ma riuscivo a tenere a freno i miei pensieri perché non potevo averti, mentre ora mi basta alzarmi dalla sedia e girare la scrivania per venire a baciarti e quel bacio poi non farebbe altro che mettere in moto altri pensieri facendomi salire su una giostra che è in grado di fermarsi solo quando verrà soddisfatta. Per questo non puoi lavorare per me". Mi costa fatica dirgli tutto questo e so che si sentirà ferito, ma alla fine faccio tutto ciò solo per lui. Per convincerlo.
Si butta indietro con la schiena, amareggiato, pieno di parole che vorrebbe dire, ma che preferisce tacere probabilmente per paura di una mia reazione, continuando a tenere quella busta chiusa forse per timore che non appena la aprirà tutto diventi realtà.
"Non posso crederci". Scuote la testa e si passa una mano tra i capelli, tirandoseli. "Cosa farò adesso?". Parla a voce alta, ma sono solo parte dei suoi pensieri.
"Ho bisogno della tua firma". Gli faccio presente, indicando una penna di fronte a lui e sentendomi una merda.
"Mi ero dimenticato di quanto sai essere stronzo quando vuoi". Gli occhi una lama di ghiaccio pronta a recidermi il collo se solo provassi a contraddirlo.
Prende il mio taglia carte e finalmente tira fuori i documenti. Lo appoggia sulla scrivania, prende in mano la stilografica stringendola più del dovuto e inizia a leggere le prime righe. Lo osservo mentre legge del suo licenziamento, vedo le sue labbra stringersi sempre di più e i suoi occhi farsi più scuri, arrabbiati per poi alla fine porre quella sigla che lo dividerà da me e da questo ufficio per sempre.
"Contento?". Domanda cercando di rimettere in ordine i fogli per poi stancarsi e posarli malamente dalla mia parte.
"No". Non lo sono, perché poterlo vedere ogni volta che volevo era un sogno e non una tortura. Prendo dal cassetto un'altra busta e gli passo anche quella. Stringe gli occhi, guardingo e riluttante. "Prendi".
"Cos'è?". La mano sospesa, incerta se accettare o meno, diffidente dopo quello che gli ho appena chiesto di firmare. "È una cosa del tipo che non posso divulgare le notizie apprese in azienda?".
Sorrido sebbene mi fossi imposto di mantenere la mia aria da duro. "Guarda tu stesso".
Storce il naso, ma alla fine la apre più velocemente di quella precedente e non appena capisce, il suo viso si accende.
Samuele
Il nervoso che covavo dentro di me in silenzio per il brutto tiro che mi era appena stato fatto dal mio ragazzo, leggendo riga dopo riga del documento che tengo in mano in questo momento, lentamente svanisce lasciando il posto a una gioia indefinita.
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QUALCOSA IN PIÙ
Storie d'amoreL'amore che Samuele conosce e condivide con Elia è fatto di rinunce e accettazioni, portandolo a credere che quella sia la vera faccia di quel sentimento ambito da molti. Jonathan invece l'amore l'ha toccato con mano, ma l'ha anche perso per sempre...