Samuele
"Non ha nessuna esperienza in questo campo". Mi sento dire da una donna di mezza età mentre continua a leggere e rileggere il mio curriculum, come se fosse in cerca di qualche indizio nascosto in grado di farle trovare un tesoro prezioso.
"No". Ammetto, perché mentire non mi sembra una buona strategia, soprattutto se poi verrò lasciato da solo nella fossa dei leoni.
Non dice altro, ma continua a ispezionare quei due fogli di carta che sembrano pesare molto di più ora che sono stropicciati lungo tutti i bordi. Mi guardo attorno posando lo sguardo sul suo ufficio dall'ordine impeccabile e raffinato chiedendomi quale sia il suo ruolo in questa azienda oltre a valutare le nuove assunzioni. Non c'è nessuna targhetta, nessun titolo di studio a indicare i suoi traguardi eppure ho come l'impressione che sia uno dei pezzi grossi all'interno del palazzo.
"Quindi...", posa i fogli sul tavolino che ci divide, "cosa la porta qua?".
La vedo appoggiarsi sullo schienale del divano mentre accavalla le gambe con naturalezza, lasciando cadere le mani sul suo grembo, in attesa di una mia risposta.
"Vorrei diventare fotografo e lavorare all'interno di una rivista che da molta importanza a quest'aspetto mi sembra un buon punto di partenza". Perché tra i tratti del mio carattere c'è anche la sincerità che molto spesso, come in questo momento, vorrei seppellire piuttosto che usarla.
"Lei lo sa che il posto è solo di segreteria, vero?".
Annuisco. "Sì, ne sono a conoscenza, ma credo si possano imparare molte cose anche da quella posizione".
La vedo sorridere per poi coprire il suo divertimento dietro il palmo della mano. "Onestamente non so cosa potrebbe imparare andando a lavorare per il signor Narri".
Ingoio a vuoto nel sentire quel nome e improvvisamente una scala fatata si materializza davanti a me e mi invita a percorrerla di gran fretta prima che svanisca.
"Dal suo sguardo intuisco che sappia chi sia". Continua.
Certo che so chi è. Il migliore nel suo campo, imbattibile nel suo lavoro. "Sì".
"Probabilmente però non ha mai scambiato una parola con lui, ne tantomeno conosciuto qualcuna delle sue precedenti segretarie".
"No, nessuna delle due".
Resta in silenzio, riprende il mio curriculum in mano e lo guarda un'altra volta. "Attualmente lavora. Se io la assumessi e poi se ne pentisse?".
Peso le sue parole e cerco di collegare tutti i puntini fino a farne venire fuori una figura senza senso. "Mi sta forse consigliando di non accettare questo lavoro?".
Si rimette comoda. "Le dico che la durata massima di questa posizione è stata di tre mesi. Nessuna delle ragazze assunte è riuscita a durare di più. Lei ha un lavoro fisso per cui mi chiedo se questa sia davvero la sua occasione migliore per quello che vuole ottenere".
Penso e valuto quello che mi sta dicendo, ma sebbene mi stia mettendo in guardia per quello che mi aspetta so che entrare con una posizione migliore è impossibile per uno come me e se dovrò stringere i denti per farmi strada in questo mondo di certo non mi tirerò indietro, perché è vero che sono buono, ma sono anche competitivo e determinato. "Credo che finché non provo non potrò mai saperlo".
Sorride apertamente questa volta e da una cartellina appoggiata sul tavolo prende il contratto di assunzione da farmi firmare.
Prendo la penna che mi porge e con mano tremante pongo la mia firma su un foglio che so determinerà il mio futuro.
"Benvenuto al With Us".
"Grazie". Allungo una mano per stringere la sua.
"E si ricordi questo: can che abbaia non morde". Mi fa l'occhiolino e ho come l'impressione che mi abbia appena dato la carta vincente per chiudere la partita.
Jonathan
Mi alzo da un letto che non è il mio e con in testa una pesantezza data dall'insoddisfazione della notte appena trascorsa vado alla ricerca dei miei vestiti.
"Stai scappando?". La voce roca che non ha nulla a che fare con il tono angelico che mi aveva conquistato solo poche ore prima.
"Lavoro". Dico in fretta, fregandomene di risultare maleducato dato che prima capisce, meglio è per tutti.
La sento muoversi sul letto fino a scoprirsi del tutto e mostrandomi il suo corpo nudo, desiderosa di attirarmi a sé. "Prenditi un giorno libero".
Alzo gli occhi al cielo mentre infilo la camicia che portavo ieri uscito dall'ufficio. "Mi è bastata sta notte".
Non vado spesso con le donne perché è sempre più difficile scrollarsele di dosso la mattina dopo aver scopato, nonostante io metta in chiaro subito che non cerco altro se non un po' di divertimento.
"Credevo avessimo trovato una buona intesa". Insiste, appunto.
Continuo a vestirmi ignorandola volutamente e solo quando prendo il telefono lasciato sul comodino la vedo alzarsi per raggiungermi.
"Mi lasci almeno il tuo numero?". La mano da gatta morta appoggiata sul mio petto.
"Il numero che ho lo uso solo per lavoro". E non è proprio una bugia dato che non ho molte persone che considero amiche e che potrebbero cercarmi.
"Che stronzo". Si volta e inizia a coprirsi.
Me lo sento dire così tante volte che oramai non ci faccio nemmeno più caso. "Allora vado". Dico raggiungendo la porta e sentendo dietro di me una scia di altri insulti.
Prendo l'ascensore e poi mi dirigo alla reception per saldare il conto della stanza che ho occupato e lasciando a loro l'incombenza dell'eventuale sgombro della ragazza che ho portato, essendoci ormai abituati dato che frequento spesso questo hotel per le mie conquiste.
Scendo in garage e poi mi dirigo in ufficio.
Saluto i miei collaboratori che incrocio nei corridoi dell'azienda nonostante quasi tutti dopo quella notte hanno iniziato a prendere le mie distanze a causa dei miei sbalzi d'umore. Passo davanti la scrivania della mia segretaria e quando la vedo vuota per il terzo giorno consecutivo, chiamo mia mamma per sapere se ha trovato una sostituta alla mia altezza.
"Comincia domani". La voce stranamente allegra che mi fa mettere in guardia.
"Cosa mi nascondi?". Le domando.
"Nulla tesoro, perché?".
"Di solito mi fai la predica e la morale sul trattare bene le ragazze che mi mandi, ma non questa volta".
"Servirebbe a qualcosa?".
Sto in silenzio a pensare a una risposta, ma non mi viene in mente nulla da dire che sia il contrario. "No".
La saluto promettendole di passare a bere almeno un caffè in sua compagnia e poi mi tuffo nel mio lavoro e a organizzare le proposte degli articoli prima di fare una riunione con tutti i capi dei team con cui lavoro.
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QUALCOSA IN PIÙ
RomanceL'amore che Samuele conosce e condivide con Elia è fatto di rinunce e accettazioni, portandolo a credere che quella sia la vera faccia di quel sentimento ambito da molti. Jonathan invece l'amore l'ha toccato con mano, ma l'ha anche perso per sempre...