Jonathan
È solo attrazione fisica perché non può in alcun modo essere altro.
Fisso quel punto sul muro che ho lasciato vuoto con il chiodino ancora lì in attesa di essere nuovamente riempito o perlomeno tolto. In testa l'immagine che era appesa è limpida e chiara dato che una copia è ancora in casa mia. È una vecchia foto di noi due, di quando eravamo giovani, quando ancora credevamo d'avere il mondo ai nostri piedi. Zac che mi tiene in groppa dopo che gli sono salito al volo sulla schiena prendendolo alla sprovvista con i nostri sorrisi immortalati dalla velocità di Ludovico di cogliere quell'istante.
Lui era pazzo dell'amore. Amava tutto e tutti in un modo sconsiderato. Prendeva tutto quello che gli veniva offerto e poi quello che otteneva a sua volta lo donava a chi ne aveva bisogno. Era la mia fonte infinità di felicità, colui che mi aveva regalato il miglior filtro di vita da mettere sui miei occhi per poter osservare il mondo con più gioia e sentimento.
Sposto lo sguardo su Samuele che ora indossa l'abito che gli ho fatto preparare e sebbene di facciata dimostri di essere tosto, grazie a quello che il mio amato mi ha insegnato, riesco a vedere tutta la sua fragilità assieme a delle cicatrici sulle spalle dove gli sono state tolte le ali per volare.
"Stai bene". Dico solo questo perché non posso permettermi di andare oltre.
Lo vedo mentre si osserva. "È giusto". Si passa le mani sulle maniche valutandone la lunghezza.
"Ho buon occhio". Gli faccio l'occhiolino e poi mi cambio in velocità anche io, dandogli le spalle per non commettere cazzate.
Perché la verità è che vorrei scoparlo, ma ho paura di scoprire che con lui quello non mi basti.
Lo sento sbuffare, ma so che è solo una presa in giro. Mi aspetta senza aggiungere altro e una volta pronto, usciamo assieme per recarci all'incontro.
Quando entriamo nella saletta i nostri clienti sono già arrivati per cui faccio una presentazione veloce e dopo di che ascolto l'idea che mi stanno proponendo per l'inserto del mese successivo. Ammetto che come progetto non mi sembrava male, ma da quello che mi avevano mandato mi sembrava mancasse qualcosa ed è per questo che ho detto a Samuele di venire con me nonostante di solito ci porti il mio migliore amico.
Ascolta tutto quello che hanno da dire e poi gli passo il book con le foto che hanno scattato per l'articolo. La sua espressione non cambia di un millimetro impedendomi di decifrare i suoi pensieri.
"Non va bene". Dice alla fine dopo averle guardate tutte, con un coraggio che mi stupisce.
I clienti, sicuramente infastiditi dal commento di uno sconosciuto, si aggrappano al mio parere lanciandosi in discorsi che non mi prendo nemmeno la briga di ascoltare perché sono troppo impegnato a guardare gli occhi del mio segretario mentre modifica mentalmente quello che ha davanti.
"Mi fido del suo parere". Li fermo a un certo punto. "Anche secondo me manca un po' di verve".
Si volta a guardarmi lentamente, come se gli avessi appena fatto un regalo inestimabile e so di essere fottuto perché io, che mi ero promesso che non avrei mai più ceduto all'amore, ora mi ritrovo in balìa di quel sentimento troppo pericoloso da permettergli di entrare. Peccato solo che sia troppo tardi ormai.
Samuele
Sono steso sotto le coperte con Elia al mio fianco, i nostri corpi nudi che si stanno addosso.
"Mi stai dicendo che ha accettato il tuo consiglio?".
Accarezzo i suoi capelli molto più corti rispetto ai miei e mi domando se non debba anche io tagliarli. "Esatto". Dico distratto, ripensando alla strana giornata che ho appena vissuto.
"E ti ha comprato il vestito". Continua.
Guardo l'abito che ho lasciato appeso all'armadio, così diverso dai modelli che ho io. Annuisco.
"Quindi prima ha speso cinquecento euro e poi ti lascia l'ultima parola sulla fotografia del nuovo articolo. Non ti sembra starno?".
Blocco quel sospiro di frustrazione che vorrei far uscire e cerco di mantenere quella calma che so indossare piuttosto bene. A volte non lo capisco, è come se mi spingesse verso quello che mi piace fare solo per il gusto di distruggere i miei sogni che si stanno realizzando. Dovrebbe essere contento di quello che sto ottenendo con le mie mani. "Non sei felice per me?".
"Non puoi cambiare lavoro? Tanto ci sei abituato". Mi dice alzandosi dal letto e andando verso il bagno, indispettito.
Mi alzo anche io infilando la prima maglietta che trovo sulla sedia, seguendolo. "Qual è il problema ora?".
"Stai cambiando". Mi dice guardandomi attraverso lo specchio mentre cerca di pulirsi dallo sperma.
Mi appoggio allo stipite della porta. "Sono sempre io, quello che non sopporta i tuoi amici e che ama la fotografia".
Scuote la testa. "Lascia stare".
E sto per ribattere quando sento il trillo del telefono che mi avvisa di una nuova mail. Mi sposto e torno in camera per vedere chi mi cerca, dietro di me Elia che borbotta qualcosa.
Quando lo sblocco il nome del mio capo campeggia luminoso in mezzo allo schermo. -Ho sistemato gli scatti-. Apro l'allegato e quello che vedo è esattamente quello di cui gli avevo parlato. I miei occhi brillano per la felicità e la gratitudine d'aver avuto questa opportunità.
"Chi è?". Mi chiede passandomi dietro e tornando a stendersi sul letto.
"Lavoro". Dico soprappensiero.
"Lo vedi? Sono le undici di un giovedì sera eppure tu stai ancora pensando al lavoro".
Assorbo il colpo che mi procurano le sue parole e prima di voltarmi invio la risposta. -Ottimo lavoro-
"È vero, ma per la prima volta sono entusiasta di questo lavoro sebbene tu lo consideri una posizione di merda e reputi il mio capo uno stronzo".
Si passa le mani sul viso, stanco. "Dobbiamo litigare?". Mi domanda, il tono basso, amareggiato.
Mi piace Elia, mi è piaciuto fin da subito, da quando con la sua spigliatezza è venuto a presentarsi e mi ha scucito un'uscita istantanea. Ho sempre pensato che la nostra amicizia fosse qualcosa di speciale, capitata un po' per caso e il diventare qualcosa in più per noi sia stato quasi inevitabile.
"Mi vuoi ancora?". Gli domando.
"Certo che ti voglio, ho solo avuto una giornata pesante".
E gli credo, sul serio. Però quel suo mettere in dubbio i miei desideri mi disturba più di tutte le altre occasioni che lo ha fatto nel corso degli anni, lasciandomi con un buco dentro che questa volta non riesco a coprire.
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QUALCOSA IN PIÙ
RomanceL'amore che Samuele conosce e condivide con Elia è fatto di rinunce e accettazioni, portandolo a credere che quella sia la vera faccia di quel sentimento ambito da molti. Jonathan invece l'amore l'ha toccato con mano, ma l'ha anche perso per sempre...