If I could fly

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If I could fly
I'd be comin' right back home to you
I think I might
Give up everything, just ask me to

Sangiovanni sbuffò, facendo girare per l'ennesima volta la sedia girevole sulla quale sedeva. Gli sembrava di essere chiuso in quello studio da ore – il cielo scuro fuori dalla finestra sembrava dargli ragione – e l'unica cosa che desiderava in quel momento era prendere una boccata d'aria fresca. Era a Milano, negli studi della Sugar, a discutere sulla campagna promozionale che avrebbero adottato per l'uscita del suo secondo album. Era una cosa che avevano fatto anche per il primo: la sua casa discografica ci teneva che i loro artisti fossero coinvolti al cento per cento. Tuttavia, erano giorni che si muoveva nella metropoli, senza un attimo di respiro, girando fra shooting per la copertina, riunioni con il suo team e incontri con i produttori per ultimare l'album. Non che gli dispiacesse, amava dedicarsi alla sua musica, era pur sempre il suo lavoro e, soprattutto, la sua più grande passione, ma qualche volta voleva fermarsi e godersi il momento. Gli sembrava di non avere tempo più per nulla, neppure per le persone che amava. Non ricordava nemmeno l'ultima volta che aveva parlato con la sua famiglia, Virginia continuava a crescere e nelle ultime settimane l'aveva vista solo attraverso le foto che sua sorella gli mandava ed ogni giorno si convinceva sempre di più che non sarebbe stato presente neppure per la nascita del primogenito di Alberto. A tutto ciò, si sommava il fatto che anche Giulia era diventata solo una presenza dietro lo schermo. Seppur qualche weekend lei fosse stata libera di raggiungerlo a Milano, lui si era ritrovato investito di impegni e, nonostante avesse voluto vederla, sapeva di non poterle dedicare il tempo adeguato, così, piuttosto che farle fare un viaggio a vuoto, aveva preferito accontentarsi delle videochiamate. Era giovedì ed erano trascorse esattamente sei settimane dall'ultima volta che si erano visti, più di quanto avessero passato separati durante il suo primo tour. Per questa ragione, approfittò della distrazione delle persone presenti in sala, che stavano discutendo di qualcosa che lui non riusciva a comprendere a pieno – non si era mica laureato in marketing – e recuperò il suo telefono, che aveva abbandonato nel marsupio quando era entrato nell'ufficio. Seppur ci sperasse, non si stupì quando non trovò neppure un messaggio da parte di Giulia, dal momento che, a quanto gli aveva detto, e se ben ricordava, quel giorno stavano registrando una puntata del pomeridiano.

"Sangio?" lo richiamò Fabio. "Tutto bene?"

Fabio, colui che trascorreva più tempo con il cantante quando questo si trovava a Milano, aveva notato il malumore che caratterizzava il cantante nelle ultime settimane e, per quanto poteva, cercava di aiutarlo. Comprendeva anche lui che, seppur la sua carriera fosse iniziata da un paio di anni, aveva pur sempre vent'anni e qualche volta voleva godersi anche lui la vita da ventenne.

"Ne abbiamo ancora per molto?" domandò Sangiovanni, sbloccando il telefono per vedere l'orario: quasi le sette, dunque erano chiusi in studio da cinque ore. Questa domanda attirò l'attenzione anche del resto del team, che sembrò improvvisamente ricordarsi della sua presenza. Tutti sembravano aver riconosciuto sul suo volto la necessità di uscire da quel posto, finendo per concordare sul porre fine a quella riunione. Quando finalmente tornarono fra le strade milanesi, Sangiovanni sentì di essere tornato a respirare.

"Scusa per prima" mormorò il cantante seduto sui sedili posteriori di un Uber con Fabio accanto, diretto verso il monolocale che aveva preso in affitto quell'autunno. Dopo un anno a fare avanti e indietro fra Milano e Vicenza, con qualche capatina a Roma, senza avere più una dimora fissa, si era arreso alla necessità di trovare una casa anche in Lombardia. Era piccola, giusto lo stretto necessario per poter dormire e, di tanto in tanto, cibarsi. Sapeva anche lui che non fosse realmente casa, vi erano giusto un paio di oggetti che permettevano di far capire che lì ci abitasse lui, ma contava sul fatto che, quando avesse avuto un po' più di tempo, sarebbe riuscito a renderla la dimora ideale.

Mi sei scoppiato dentro il cuore || SangiuliaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora