It's beginning to look a lot like Christmas

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It's beginning to look a lot like Christmas
Everywhere you go
There's a tree in the Grand Hotel, one in the park as well
It's the sturdy kind that doesn't mind the snow

Sangiovanni amava tornare a casa. Per anni, quando era solo un adolescente, aveva trovato quella piccola cittadina troppo piccola e troppo chiusa mentalmente per contenere il vulcano di idee che la sua mente era, per cui si era convinto che trasferirsi in una metropoli era ciò di quanto più adatto per lui. Gli erano bastati, però, un paio di mesi dopo la fine del talent, così frenetici e veloci, per fargli capire che la tranquillità che caratterizzava casa sua era ciò che più desiderava. Tuttavia, nella metropoli lombarda si concentrava gran parte del suo lavoro, ragione per cui, ad un certo punto, trasferirsi era stata la scelta più conveniente. Era proprio per questa ragione, che quel paesino, che vedeva fin troppo poco, per i suoi gusti, diventava ancora più bella ai suoi occhi quando vi faceva ritorno e in quel momento, illuminata dalle luci natalizie, sembrava il posto più bello del mondo. Accanto a lui, mano nella mano, camminava Giulia, il volto rivolto verso l'alto, ad osservare le decorazioni illuminarsi ad intermittenza, in volto coperto a tal punto da lasciar intravedere solo gli occhi. Era il ventitré dicembre e i due ragazzi, come da patto, aveva raggiunto il Veneto per trascorrere il Natale con la famiglia Damian, per poi scendere a Roma per festeggiare il Capodanno. Non era il primo anno che Giulia raggiungeva Sangiovanni nella sua città natale sotto le festività, ma mai, fino a quel momento, si era trattenuta per i giorni più importanti.

"E' proprio carino qui, sotto Natale" disse Giulia, la voce attutita dalla sciarpa pesante che la copriva fino al naso, osservando tutte le casette di legno che, una accanto all'altra, stavano componendo il piccolo mercatino natalizio che aveva preso forma nella piazza principale della città. Sangiovanni sorrise. Con gli anni aveva capito quanto la ragazza riuscisse a rimanere piacevolmente stupita anche dalle cose che, all'apparenza potevano apparire banali, ma di cui lei riusciva a vedere il significato nascosto, ad andare oltre. "Sa proprio di casa, in un certo senso. Roma è magica, non ci sono dubbi, però riesce a rimanere caotica anche in un momento del genere, quando sarebbe il caso di fermarsi ad osservare ciò che ci circonda" continuò e, per dare forma alle sue parole, arrestò il loro moto. Sangiovanni la osservò, curioso di capire cosa avesse in mente. "Guarda quel bambino lì – indicò con la mano un punto – È caduto, probabilmente è scivolato e a Roma non solo è praticamente impossibile che nevichi, ma è impossibile, nel marasma di gente che si raduna in giro, soprattutto pochi giorni prima di Natale, accorgersi di un dettaglio del genere. Oppure lì – indicò un altro punto – quel cagnolino"

"Tu li noti sempre i cagnolini, però, anche quando siamo a Roma" ribatté Sangiovanni.

"Perché io ho un sesto senso per queste cose" disse, riprendendo a camminare e portando, di conseguenza, anche lui con sé.

"Ah sì?" domandò, la presa in giro evidente nel suo tono, ma ricevette solo un cenno del capo da parte di Giulia, che era stata attirata da una sfera di cristallo che faceva mostra di sé nel ripiano più alto di una casetta di legno.

"Che guardi?" chiese Sangiovanni, cercando di capire cosa l'avesse distratta a tal punto.

"Abbiamo il regalo per Virginia, mi sa" rispose, indicando l'oggetto in questione. All'interno della sfera di cristallo, erano raffigurati una ballerina e uno schiaccianoci, una delle storie preferite della bambina e che, sotto Natale, amava ancora di più. Sangiovanni alzò lo sguardo, per poi posarlo su quello che, pochi minuti dopo, si fecero incartare.

"Ora, fatto quello di Virginia, manca solo quello di Lidia" riflette Giulia ad alta voce. Le ultime settimane erano state per entrambi piuttosto impegnative, dal momento che Giulia si era ritrovata a fare le ultime prove prima di portare in scena uno spettacolo natalizio per due sere consecutive e Sangiovanni si era ritrovato in studio ad incidere con altri artisti un brano di Natale i cui ricavati delle vendite sarebbero andati in beneficienza. Per questa ragione, si erano ritrovati ad avere poco tempo per dedicarsi all'acquisto dei regali e riducendosi all'ultimo giorno disponibile. Fortunatamente, raggiungendo Roma solo gli ultimi giorni dell'anno, avevano avuto la possibilità di recuperare un po' di tempo per dedicarsi ai loro regali, mentre l'urgenza rimaneva per i vicentini. Nonostante il poco tempo, erano riusciti a trovare qualcosa per tutti, finendo per riempire una valigia di doni, ma all'appello mancavano Virginia e Lidia. Sangiovanni, a causa dell'amore spropositato che provava per la nipote, non sembrava mai essere sufficientemente soddisfatto di tutte le proposte per Giulia – la palla di neve, però, gli era sembrato il regalo perfetto – e per la madre era stato poco collaborativo per una Giulia che voleva trovare il regalo perfetto. Era qualcosa a cui la ballerina puntava con ogni acquisto natalizio che avevano compiuto fino a quel momento, ma il fatto che lei non fosse riuscita ad essere presente al suo compleanno, l'aveva portata a convincersi di essere in dovere di sdebitarsi in qualche modo.

Mi sei scoppiato dentro il cuore || SangiuliaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora