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Tirò un sospiro di sollievo al termine della puntata, l'ansia si dissipò, lasciando posto a quell'assurda felicità, all'incredulità

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Tirò un sospiro di sollievo al termine della puntata, l'ansia si dissipò, lasciando posto a quell'assurda felicità, all'incredulità. Sorrise, posando le borse sulla porta, prese un respiro profondo. L'aria della casetta le irradiò i polmoni. Assaporò l'insieme di odori che la avrebbero accompagnata nel suo percorso. Cercò di immettere dentro la sua mente ogni singola fragranza, scannerizzandole con il naso. «Vieni! Ti faccio strada» le sorrise Carola, un'altra ballerina come lei. La mora sarebbe stata la sua nuova compagna di stanza, così la trascinò sul pavimento freddo del salone, fino alla prima porta che si parò loro davanti. La spinse con un briciolo di forza, entrando dentro la piccola stanza colorata. La classica si sedette al centro, sul suo letto, quello di sinistra era invece riservato alla ballerina di todaro, serena, così a Francesca non restò che posizionarsi sul materasso a destra, perfettamente pulito e ordinato. La bionda entrò nella sala, sorridendo, gettandosi sulla coperta rossa. «Ciao! Come ti senti?» la salutò, interrogandola. Si iniziò mentalmente a preparare all'interrogatorio che la stava aspettando, ridendo dentro di sè.

«bene! Non credevo che ce l'avrei mai fatta, in realtà» confessò con una risata, si grattò il retro della nuca, imbarazzata. Le altre due le sorrisero dolcemente, per poi continuare a riempirla di domande. «la tua famiglia?» indagarono, curiose. «allora i miei genitori sono entrambi chirurghi, in più ho un fratello più grande a cui voglio un bene dell'anima, fa il calciatore» spiegò. Amava davvero la sua famiglia, in particolare Jorge. Da quando giocava al Chelsea era difficile vedersi, ma cercavano di farlo il più spesso possibile. Ammetteva che le mancavano i tempi in cui girava con lui e la nazionale per gli europei, sono state le settimane più felici della sua vita. «uhhh!» urlacchiò, eccitata, la bionda. Battè le sue mani una contro l'altra, avvicinandosi. «come hai detto che fai di cognome?» sapeva che se l'avesse detto avrebbero collegato e in breve la notizia sarebbe girata, non che le importasse molto. «frello, come Jorginho» sospirò, ridendo con loro. L'altra saltellò contenta, intimandole che una sera avrebbe lasciato che lei parlasse al telefono con il fratello. Annuì divertita, per poi essere trascinata nell'altra sala.

«ale! Albe!» Strisciò i piedi sul pavimento in parquet lucido, provocò un rumore stridulo, trasportata dalla più grande con forza. Si girarono, richiamati, due ragazzi entrambi castani. Salutarono con la mano, il più ricciolo dei due si scambiò un tenero bacio con serena. L'altro le porse la mano, accennando un sorriso. «sono Alessandro, chiamami pure Alex. Piacere» due tenere fossette spuntarono ai lati delle sue guance, prominenti. Erano adorabili, pensò Francesca a quella vista. «Alberto ma chiamami Albe per favore» ridacchiò anche l'altro, stringendo la sua mano in una morsa stretta, dopo che anche lei ebbe ricambiato il piacere. La bionda si avvicinò all'orecchio di quello che Francesca ipotizzò essere il suo fidanzato. «è la sorella di Jorginho» sussurrò piano, divertita. La diretta interessata non riuscì a percepire nulla, se non un mormorio di sussurrò tra i due. Ma il riccio spalancò gli occhi, che quasi uscirono fuori dalle orbite. Rise, un po' incerta, concentrandosi poi sull'altro che le rivolgeva varie domande.

Dancing with wind | Luigi Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora