T W E N T Y S I X

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«ce la fai a farlo?» sussurrò Francesca sul collo del moro. Era teso, sia per l'ansia dell'esibizione, sia perché per colpa del pari merito era finito in sfida. Annuì, mugugnando un si. «se ci sei tu ce la faccio» mormorò sul suo viso, prima di lasciarle un bacio sul naso e allontanarsi, era arrivato il loro momento. Giulia aveva appena dimostrato la coreografia, sulla canzone originale però. «ragazzi venite pure» li chiamò Maria, dopo che tutto l'occorrente fu posizionato al centro dello studio. Luigi mise il suo microfono sull'asta e dopo di ciò si volse un secondo dietro di se per spettinare i capelli della mora, sdraiata sul pavimento, da dove avrebbe iniziato la coreografia. «spacca» le sussurrò, ma l'azione che fece nel frattempo la fece sbuffare. Nonostante fosse senza microfono, alzò talmente la voce che, a contrasto con il silenzio in cui era calato lo studio, tutti sentirono chiaro e tondo la frase che gli rivolse poco dopo. «ehi! Mi spettini» lamentò lei, causando la risata dell'intero pubblico, dei compagni e professori, e pure di Maria. «Gigi lasciala stare che già mi sta in ansia» li prese in giro lei, prima di girarsi verso la classe. «guarda Luca, ha la manino come la tua» scherzò ancora, riferendosi alla mano che tremava di Luca, come sempre. La ballerina alzò il palmo, scosso sa numerosi spasmi, verso il suo amico, che seduto al primo banco scoppiò a ridere fragorosamente. Dopo, Maria diede il via per la base e questa partì subito, ad accompagnarla la voce incantevole di Luigi. Francesca era innamorata di quella coreografia, la prima volta che l'aveva vista quasi piangeva davanti a tutti, quanto era bella. Durante l'esibizione, ogni tanto doveva avvicinarsi a Luigi, accarezzarlo, ballare per lui.

Ad un certo punto, cadde da un salto. Riuscì a mascherare la caduta, ma il rumore sordo che fece il suo ginocchio, lo sentirono tutti. Nonostante ciò, andò avanti come non fosse successo nulla. Gli ultimi secondi erano semplici note di base, degli strumenti, in cui lei avrebbe dovuto avvicinarsi al moro e ballare con lui. Così fecero, sotto l'applauso di tutto lo studio. E per fortuna erano abbracciati e Luigi riuscì a sostenere il peso, perché non appena la musica terminò, lei scivolò tra le sue braccia come corpo morto cade. Tirò un urlo fortissimo, straziante, acuto. Gli applausi si arrestarono di colpo davanti a quella visione. Nessuno stava capendo, comprendendo cosa stava accadendo. Il corpo inerme, senza forze, di Francesca, era stretto e sostenuto dalle forti braccia di Luigi. Sul suo volto, numerose lacrime, mentre continuava a farfugliare parole sconnesse e piene di dolore. «fra? Che sta succedendo?» mormorò lui in preda al panico, la gola bruciava e ogni traccia di saliva sembrava essere sparita da lì. Con delicatezza l'aiuto a distendersi sul pavimento, la conduttrice si infilò velocemente la mascherina per avvicinarsi ai due. «il g-ginocchio» strillò, la sua voce si incrinò in mezzo alla parola. Il moro si passò le mani nei capelli frustrato, esasperato, preoccupato e lasciò che un imprecazione dietro l'altra lasciassero la sua voce, a voce talmente bassa che in pochi lo sentirono. «cazzo!» sbattè la mano sul banco di Alex, l'avevano fatto allontanare dal centro dello studio per facilitare l'arrivo dei soccorsi. Guardò mentre la portavano via, stesa sulla barella. Aveva ormai perso i sensi per il dolore, era sempre stata molto suscettibile, lui lo sapeva bene. Il panico prese possesso di lui, e rimase lì fermo, non fece nulla, non poté fare nulla.

«Gigi? Ti senti bene?» il suo amico gli afferrò il gomito, si liberò presto dalla presa con uno strattone. Alex non gli aveva fatto nulla, nessuno effettivamente aveva colpa, solo Dio, probabilmente. O forse era il karma, che girava sempre. Ma per cosa? Cosa aveva fatto di tanto brutto, sbagliato, orribile, perché a loro succedesse quello? «devi calmarti» sibilò ancora il castano, stavolta per fortuna l'altro lo ascolto. Si sedette sugli scalini, mentre le ultime persone uscivano dallo studio. Maria prese un sospiro profondo, le serviva tanto coraggio in quel momento. «ragazzi, mi dispiace veramente tanto, ma dobbiamo continuare» incominciò, nessuno restò sorpreso da quell'affermazione. «se qualcuno non ce la fa, può dirlo e vi lascio tornare in casetta» proferì, l'unica ad alzare la mano fu Carola. «vai pure, tranquilla» acconsentì la conduttrice, ma l'altra scosse la testa. «no, resto. Però posso andare un attimo in bagno?» chiese il permesso, parlava lentamente, e alla fine di ogni parola tirava su il naso. Le lacrime scendevano giù, quasi impercettibili, non cercava ne di nasconderle ne tantomeno di fermarle. La donna le fece un cenno con il capo e lei subito si allontanò, avrebbe voluto correre via, ma l'infortunio non glielo permise, così si limitò a camminare a testa bassa. Con il permesso di Maria, serena la seguì un attimo dopo.

La tensione era alle stelle, nessuno osava parlare. «qualcun altro ha bisogno di qualcosa?» chiese premurosa. Nuovamente, nessuna risposta. «Luigi?» azzardò, il moro si tirò su dalle gradinate, buttando il peso sul braccio libero dal microfono. «voglio sapere cosa ne pensano dell'esibizione, di me ma soprattutto di lei» aveva un tono freddo, o meglio, provato. Sembrava avesse appena visto qualcuno morire davanti ai suoi occhi e, per Luigi, era più o meno accaduto quello. Forse era stato peggio, in realtà. «va bene» sospirò la conduttrice, accontentandolo. «dopo però te ne torni in casetta» lui annuì distrattamente, lo sguardo duro e fermo sui professori di ballo in attesa di un responso. «iniziamo noi, va bene per te?» tentò rudy, con voce timida, strano per lui. Luigi girò il collo verso di lui e lo fissò con sguardo glaciale, la risposta era evidentemente si. Lo sguardo che aveva, però, era spaventoso. «maglia assolutamente riconfermata, era una canzone completamente fuori dalle corde eppure per me sei stato formidabile. Mi sei piaciuto moltissimo, apprezzo l'idea di Lorella perché secondo me insieme voi due avete spaccato. C'era una tensione che ha reso l'esibizione meravigliosa, complimenti.» gli sorrise, Luigi non ricambiò. Rimase impassibile mentre lo ringraziava, il volto fuorioso, ferito o peggio, apatico. «d'accordissimo, hai confermato l'idea che avevo e secondo me sei veramente molto bravo Luigi, ottima esibizione» appoggiò la cuccarini, fortunatamente Anna pettinelli non prese parola, non era sicuramente il momento.

«anch'io riconfermo la maglia con molto piacere, lei sa già cosa penso di questa coreografia perché abbiamo lavorato moltissimo in sala. Per me le è venuta benissimo, alle prove le ho dato un 9 e ora lo riconfermo, anzi 9+. Sono fiera di averla nella mia squadra, sa cosa penso, ne abbiamo parlato moltissime volte, credo sia la più preparata qui dentro.» sorrise, Luigi afferrò la felpa, insieme alla sua e le unì. Come erano uniti i loro cuori. «a me, l'ho sempre detto, Francesca da impazzire. È una bomba, una forza della natura. Credo che sia migliorata molto e continui a farlo, è una di quelle che si impegna di più e lo apprezzo» complimentò Raimondo, nessuno restò sorpreso, era risaputo quanto a lui piacesse Francesca. «sono d'accordo» esordì la maestra, sorprendendo tutti. «sul fatto che si impegna e che sta migliorando, e soprattutto che si impegna. Sta imparando e migliorando tanto da questa scuola, si vede che ci tiene e che vuole apprendere più cose possibili. In più ha seguito non solo la mia dieta ma anche gli allenamenti ogni giorno, più volte anche, persino durante le vacanze e per questo ammiro molto la sua forza di volontà. Noto molti miglioramenti, fisicamente e nella danza. Per quanto riguarda quest'esibizione mi è piaciuta molto, sempre detto che per me è preparata ed ha tecnica, nel suo è veramente molto forte. Complimenti ad entrambi» concluse il monologo. Luigi sospirò, sollevato è soddisfatto. Per entrambi. Non vedeva l'ora di vederla e raccontarle tutto, sperava solo non fosse niente di così grave.

Luigi salutò lo studio per poi scappare via in casetta, le felpe strette al petto, come se potessero scappare via. Lì si rifugiò nel letto di lei, stringendo le sue lenzuola. Avevano il suo odore, inconfondibile e inimitabile, che quasi lo fece scoppiare a piangere. Si addormentò lì dentro, nel silenzio della casetta.

Dancing with wind | Luigi Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora