CAPITOLO 22

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Pov: Caterina
Seguo Nicolò in ascensore, non so dove mi stia portando ma voglio capire cosa li prende, e magari sfruttare l'opportunità per capire cosa ci sta succedendo, perché a partire da quel bacio allo stadio penso siano cambiate tante cose, anche io mi sento cambiata. Dobbiamo mettere da parte il nostro orgoglio.

Varchiamo la porta della sua camera e ci sediamo sul letto, uno difronte all'altro.
«allora, che succede?ormai lo ha capito tutta la squadra che ti sta preocccupando qualcosa, e per quel poco che ti conosco so per certo che non c'entra solo la partita»
«ti posso assicurare che mi conosci più tu in qualche settimana che loro in due anni»

«ti ascolto»
Nicolò è seduto con la testa rivolta verso il basso, poi mi guarda e accenna a un sorriso
« io non so cosa mi stia succedendo, ma so che ho bisogno della tua presenza, non riesco a concentrarmi quando mi alleno, ci provo con tutto me stesso a pensare solo all'europeo, a quello che ci aspetta, ma è come se non sia sufficiente» rimango stupita.

«Nicolò.. se è per il bacio davvero scusami non avremmo dovuto, non sarei mai dovuta venire qua» mi sento in colpa per tutto, è evidente che tra me e lui ci sia qualcosa ma non sappiamo cosa sia, e se siamo pronti a gestirla, cosa che non mi sembra possibile almeno in questo momento.

Nicolò scuote la testa
«non è per quello anzi , e poi sono stato io a baciarti, un motivo ci sarà stato no?»
«lo volevi davvero?»
«tu?»
rimaniamo a guardarci in silenzio per qualche secondo, cosa avrei dovuto rispondere?
«mentirei se dicessi di no, ma è successo tutto così in fretta.. sono confusa quanto te»

Ridiamo entrambi, è incredibile in che situazione ci siamo cacciati
«perfetto, allora che facciamo? ci baciamo di nuovo?» lo spintono facendolo cadere all'indietro sul letto.
«si e poi vuoi anche andare oltre al bacio?»
«beh perché no» mi fa l'occhiolino e io mi copro la faccia per l'imbarazzo di tutto questo.

«sono seria, ora fammi parlare»
«ti ascolto»
«non mi sei indifferente, neanche un po', e so che quasi per certo è lo stesso per te»
«togli il quasi per certo»
«stavo dicendo»
« stavi dicendo»
«Nicolò barella»
«dai su vai avanti che voglio andare a dormire tranquillo stanotte, sai domani ho una partita»

«se magari mi facessi finire di parlare, penso sia il caso di andare con calma, io non ti impedirò di provarci con me però sappi che se vedrò anche solo un calo negli allenamenti ma soprattutto nelle partite che giocherai, puoi pure andare da Vanessa o da chi ti pare perché non voglio essere io la causa delle tue sconfitte,devi saper essere in grado di riuscire a gestire le due cose, non ti sto assicurando che io e te staremo insieme,ma di certo il fatto che ne stiamo anche solo parlando è un passo avanti. Barbarella non mi deludere, d'accordo?»

Mi ha ascoltato tutto il tempo e alla fine del mio discorso annuisce sorridendo
«quindi ora cosa siamo?»
«qualcosa, che può diventare un qualcosa sempre di più o un niente, questo dipende da te»
«ricevuto capo, ma cosa mi è concesso?»
Mi alzo dal letto aggiustandomi il vestitino
« in che senso?»
Nicolò si alza in piedi con quel suo solito sorriso che mi fa impazzire, si avvicina sempre di più
«cosa mi è concesso fare...dico..» la distanza si accorcia di cm in cm, comincio a sentirne il respiro sul mio collo
«posso abbracciarti?...posso..» mi porta i capelli dietro al collo
«Si ma ora basta, non ti allargare» lo respingo, un po' contro le mie voglie, ma se cedo subito (più di quanto non lo avessi già fatto) finirà per essere tutto troppo semplice.

Lui capisce e si schiarisce la voce
«perfetto, allora aspetterò sia te a farlo
«a fare cosa?»
«ad andare oltre al bacio»

in sala da pranzo...

Pessina: «ma dove eravate finiti?»
Lorenzo: «BIRBANTELLI»
Ciro: «inaspettato»
Nicolò: «vedete di piantarla»
«non è successo niente di quello che state pensando in quelle testoline perverse»
Fede: «faremo finta di crederci» ridiamo e nel frattempo Lucy mi fa l'occhiolino, al contrario di mio fratello,  che mi guarda male facendomi il solito gesto da "ti tengo d'occhio".

Nel pomeriggio i ragazzi continuano ad allenarsi, il sole oggi è davvero caldo e penso ci siano almeno 38 gradi, infatti avrei voluto rimanere in panchina a guardarli ma è improponibile, neanche una lucertola riuscirebbe a resistere.

Lucy è rimasta con me in sala giochi e in questo momento ci stiamo sfidando a Fifa, me la cavo molto bene grazie a tutti i trucchetti che ho imparato dai ragazzi.
«eh ma cosi non vale! tu sei avvantaggiata»
«daiii impegnati, poi come farai quando dovrai battere Federico»
«per fortuna non giochiamo solo alla play» scoppiamo a ridere e le tiro un cuscino in testa

«ahia mi fai male! piuttosto cosa è successo con Nicolò?»
«Niente cosa dovrebbe succedere?» lei non sa ancora niente della "nostra" (?) situazione.
«non fare la finta tonta»
«ma quante pare ti fai, ci siamo solo ba-»oh no merda che scema sono

Lucy spalanca gli occhi
«VI SIETE SOLO ???? BACIATI?????!ALLORA ECCO CHI ERA» urla talmente forte da farmi scappare via ma lei mi raggiunge e io scoppio a ridere
«È SUCCESSO QUALCHE GIORNO FAA NON DEVI SPAVENTARTI NON CE NIENTE TRA ME E LUI» bugia più grande mai detta

«QUALCHE GIORNO FA????E QUANDO PENSAVI DI DIRMELOOOO E SISI COME NO NON CE NIENTE CATERINA POTRAI MENTIRE A QUELLI MA A ME NO E LO SAI»

«SI VA BENE MA ORA CALMATI»
Lucy e io ci sediamo sul divano della sala giochi e per risparmiarvi tutto il resto della conversazione vi dico solo che ha voluto esplicitamente sapere tutto di noi, e quindi ho dovuto spiegarle come è successo quel bacio, e quindi spiegarle di conseguenza perché li stavamo seguendo in centro a Roma. Tutto normale insomma.

Verso le 16:00 ci addormentiamo senza neanche accorgercene, ma neanche mezz'ora dopo io mi sveglio improvvisamente per un chiasso assurdo provenire da fuori, nonostante la porta chiusa.
«non è possibile ora mi sentono»

Spalanco la porta e trovo Lorenzo sulle spalle di Locatelli, Jorginho senza una scarpa e un calzino in mano e Pessina, Ciro, Nicolò e Federico a petto nudo con la maglia tra le mani, tutti rigorosamente bagnati.
I miei occhi vanno a finire sul biondino stronzo, oserei dire purtroppo, ma non lo dico.

«si può sapere che state combinando??? e poi come siete conciati!ma venite da un campo da calcio o da una miniera??»

Scoppiano tutti a ridere, ma smettono quando mi vedono fulminarli con lo sguardo uno ad uno, per il semplice fatto che odio chi mi sveglia da un riposino e presto lo impareranno bene.
Lorenzo si fa avanti provando a parlarmi in modo serio, sappiamo tutti come andrà a finire.

Lorenzo: «ecco noi, siamo in pausa ora e volevamo venirti a chiedere se-» scoppia a ridere da solo e la sua risata coinvolge tutti, non ce la fa, è più forte di lui.
«venirmi a chiedere se?»
Nicolò: «se ti andava di fare una partita con noi»

«se vengo vengo quando siete tutti asciutti e possibilmente vestiti..» Barella mi fa l'occhiolino,  è una sofferenza dopo l'altra.

Lorenzo: «perfetto andiamo al sole che siamo asciutti in due secondi, ti aspettiamoooo» se ne tornano in campo lasciandomi come una scema davanti alla porta. Nicolò è l'ultimo ad andarsene infatti prima di farlo si gira di nuovo e mi sorride maliziosamente. Ora ti aggiusto io.

𝒈𝒊𝒐𝒄𝒐 𝒅𝒊 𝒔𝒈𝒖𝒂𝒓𝒅𝒊 || 𝗻𝗶𝗰𝗼𝗹𝗼̀ 𝗯𝗮𝗿𝗲𝗹𝗹𝗮💙Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora