CAPITOLO 31

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Pov: Caterina

Il giorno dopo un forte mal di testa si impossessa di me, tanto da farmi pensare se uscire o no con Lucy, ma alla fine è lei a venire nella mia stanza per "prendersi cura di me" e tirarmi su il morale. Chiaramente non le ho detto niente su quello che ho sentito, la versione che le ho raccontato è una specie di influenza, che poi potrebbe essere la verità visto che mi sento uno schifo.

«ti porto qualcosa?un tè caldo?»
«si un tè è proprio quello che mi ci vuole»
«vado e torno» esce dalla stanza e intanto ne approfitto per controllare il telefono.

Ho 6 chiamate perse da Nicolò e 20 messaggi in cui chiede cos'abbia e perché mi comportassi così. Non so tu cosa dici? certe volte i maschi sono proprio dei tonti assurdi.

Bevo il mio bel tè caldo e riesco in qualche modo a tirarmi su, certo l'umore non è dei migliori ma almeno fisicamente va meglio.
«ti aspetto alle 10:30 ok?»
Annuisco e mi preparo ad affrontare quest'altra giornata, stasera avremo il volo alle 18:30, quindi opto senza dubbio per una tuta comoda.

Mentre infilo le scarpe mi squilla il telefono, è Loca.

«manu?»
«cate stai bene?»
«si si perché?»
«no perché ho visto lucy portarti una tazza di te  e pensavamo stessi male, eri strana ieri»
e ci risiamo con ieri...
«no manu state tranquilli avevo solo un po' di mal di testa, sto meglio...oh aspe hanno bussato» vado alla porta e mi ritrovo Loca con il telefono in mano e un sorriso stampato in faccia.

Loca: «facciamo prima hahahaaj»
ridiamo e li dico che di lì a poco sarei uscita con Lucy, mentre lui brontola perché tra poco inizia l'allenamento.
«ci vediamo più tardi, saluta gli altri da parte mia» li lascio un buffetto sulla spalla ed esco dalla stanza, dove per mia grandissima sfortuna incrocio chi tra tutti non avrei voluto incrociare.

Lo guardo negli occhi per un millesimo di secondo, lui invece rimane bloccato senza dire e fare niente.

«possiamo parlare?» no caro,è troppo tardi, sono già distante da lui, quanto basta per evitare di parlargli.

Lucy: «eccoti qua!! ma guardati sei bellissima, nessuno direbbe che stamattina eri un cadavere»
«no ma grazie» ridiamo e usciamo dal centro sportivo, dove un sole accecante ci da il buongiorno.

Più tardi ci fermiamo a mangiare in un risto-bar per una piadina al volo senza troppe pretese, per ora gli acquisti sono stati solo da parte di Lucy, io non mi sono sentita in vena di comprare anche perché era come se per la prima volta in tutta la mia vita mi bastasse la roba che ho, cosa che non succede mai al 99% delle donne malate di shopping compulsivo come me.

Lucy deve aver notato il mio stato di irrequietudine, sto fissando la metà di piadina che mi è rimasta da almeno 5 minuti, mi si è creato un nodo allo stomaco. Nicolò ti odio con tutta me stessa.

«mi vuoi dire che cosa ti prende?»
«niente te l'ho già detto»
«e io ti ho già detto che non ti credo»
«che ci posso fare se non mi credi hahaha» il mio sguardo finisce su un bambino, sta passeggiando nel parco difronte con la sua mamma, mi manca ora che ci penso.

Lucy insiste fino a quando non torniamo al centro, mi ha fatto tornare il mal di testa.
«ci vediamo stasera»
«ok...ciao, aggiornami»

Bonucci e Bernardeschi mi vengono incontro
Leo: «ti senti bene?»
Oh ma che cazzo
«mai stata meglio» si guardano un po' straniti e tornano nelle loro camere.

Apro la porta e rimango ferma, con il cuore in gola.

«esci da qua immediatamente»
«no te lo scordi, ora mi spieghi cosa ti prende, hai una cera pessima» davvero Nicolò?DAVVERO?
entro in camera e sbatto la porta, sto per esplodere

«CHE COSA MI PRENDE?? Non lo so Nicolò dimmelo tu che mi prende, forse mi hai preso per il culo per tutto questo tempo? o magari mi hai usata? dimmelo tu cosa mi prende, o magari chiediamolo a Federica, lei sicuro saprà dirti cosa mi prende. E HO UNA BRUTTA CERA PERCHÉ FORSE HO PASSATO TUTTA LA NOTTE A PIANGERE PER COLPA TUA» potrebbe avermi sentito tutto il centro ma ora non mi interessa più niente.

Nicolò mi guarda senza emozioni, anzi no forse qualche emozione la potrebbe provare, ribrezzo per se stesso.

Si avvicina a me ma lo respingo con la mano
«non hai niente da dire?» sento che i miei occhi non resistono più, ma non devo piangere. non davanti a lui.

«io...non so cosa dire»
«non mi sorprende, bene se non hai niente da dire per me finisce qua, scordati completamente tutto ciò che ti ho detto in queste settimane. Fai come se non mi avessi mai conosciuta, io farò lo stesso. Ah e ti do un consiglio, forse è il caso che ti fai un esame di coscienza.» Nicolò rimane in piedi, in stato di shock, sembra non reagire, prima di andarsene mi guarda un'ultima volta, ha gli occhi lucidi.

«vorrei solo spiegarti come stanno le cose, ma non riesco a trovare il modo per farlo» singhiozza
«non è più un mio problema» apro la porta e lo sbatto fuori.

Non appena se ne va, scoppio a piangere e mi sento più libera, ma anche più sola.

𝒈𝒊𝒐𝒄𝒐 𝒅𝒊 𝒔𝒈𝒖𝒂𝒓𝒅𝒊 || 𝗻𝗶𝗰𝗼𝗹𝗼̀ 𝗯𝗮𝗿𝗲𝗹𝗹𝗮💙Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora