<<Dazai... lo sa Kunikida che fra diciassette giorni è Natale?>> chiese Atsushi in un sussurro.
<<Credo di si, perché?>>
Stava seduto sul suo posto di lavoro, nel mezzo tra Atsushi e Kunikida.
<<OH MIO DIO! MI ERO COMPLETAMENTE DIMENTICATO CHE GIORNO FOSSE OGGI>> esclamò l'interpellato passato qualche minuto di silenzio lavorativo.
Atsushi sussultò dallo spavento.
<<Dobbiamo montare l'albero di Natale>> continuò Kunikida. <<Se mi aiutate e non lasciate fare tutto a me, ci sbrigheremo in un attimo.>>
<<Io terrò d'occhio la situazione>> fece Dazai.
<<MA SE NON STAI FACENDO NULLA DA PIÙ DI UN ORA>>
<<Ti aiutiamo noi a montarlo! Non è vero fratellino?>> intervenne Naomi, avvinghiata al braccio di Tanizaki.
<<Si, certo.>>
Kenji s'intromesse: <<ci sono anch'io! Adoro gli alberi di Natale!>>.
<<Allora, chi va a comprare un albero natalizio? Ci manca solo quello>> chiese Kunikida.
Yosano nel frattempo stava a controllare se arrivassero nuove richieste lavorative.
Passò mezz'ora e avevano praticamente finito.
<<METTILA DRITTA LA STELLA! È la decorazione più importante dell'albero>> urlava Kunikida.
Atsushi stava con i piedi su una sedia.
<<Così va bene?>>
<<Si, perfetto>>
<<Ottimo lavoro, è davvero carino quest'albero! Siamo stati davvero bravi>> disse Dazai.
In risposta Kunikida serrò i denti, cercando di mantenere la calma.
Per tutto il tempo Dazai non aveva fatto altro che guardarli e ridacchiare sotto i baffi ad ogni loro errore.
Arrivata la sera, ognuno iniziò a tornare pian piano nella propria dimora.
Tutti tranne Dazai, che si stava dirigendo verso il cimitero, con l'intenzione di visitare la tomba del suo amico Oda.
Anche i membri della Port Mafia avevano finito di montare l'albero.
Essendo sera, stavano tornando a casa loro.
Arrivato a casa, Chuuya si sfilò il cappello, la giacca e in seguito la camicia, dopodiché si sdraiò sul divano.
Un piede poggiato a terra e l'altro sul divano.
Molte volte si tende a nascondere le proprie debolezze, oppure, come nel suo caso, a non volerle ammettere e perciò sotterrarle in una buca molto profonda.
Se queste non vengono sotterrate bene, usciranno e si faranno notare.
Illudere di provare ribrezzo verso gente a cui in realtà avrebbe ceduto l'anima, perché mostrando dei sentimenti così deboli finirebbe per scavare una buca bella e buona e rimanerci.
In particolare per una persona.
Osamu Dazai.
Ma forse era alquanto ovvio.
Odiava il fatto che fosse così egoista, così desideroso di morire.
Ne sarebbe uscito ferito continuando a stargli dietro, proprio come sette anni fa.
Dazai non avrebbe mai e poi mai ricambiato il suo amore.
Perciò cercava sempre di spingere il più in fondo possibile questo sentimento.
Afferrò un cuscino e lo premette sulla faccia per zittire tutte quelle voci.
Era così stanco.
Perché l'amore era così complicato? Non poteva non esistere?
Dazai aveva appena concluso di visitare la tomba del suo caro amico, stava tornando a casa.
Se non era per il lavoro del giorno dopo, avrebbe potuto dormire lì.
Tanto ogni giorno era la stessa routine: alzarsi presto, andare a lavoro, compiere una missione stramba e infine tornare a casa.
Si ritrovò a fissare le bende delle braccia.
Messo piede in casa, il primo pensiero che gli passò per la testa fu farsi una doccia bollente per rilassare i muscoli.
Se la sarebbe fatta calda anche nel bel mezzo di un'afosa estate, ma vabbè.
Accese la doccia.
Aspettò un paio di minuti che l'acqua si riscaldasse e dopodiché si spogliò.
Tolse anche le bende, scoprendo numerose ferite.
Chiuse lo sportello della doccia e abbassò il doccino in modo da far scorrere l'acqua sulla schiena.
Il vapore iniziò a offuscargli la vista.
Per un attimo si scordò cosa fosse il freddo e si godette quei quaranta minuti con i suoi pensieri.
Infilò il pigiama.
Era mezzanotte quand'ebbe finalmente finito di rimettersi faticosamente le bende.
Beh, si sarebbe addormentato a quell'ora in ogni caso.
Uscito dal bagno si sdraiò sul letto a pancia in sù e si addormentò pochi minuti dopo.
La mattina dopo si risvegliò da un incubo: Chuuya moriva per mezzo di un suicidio, proprio di fronte ai suoi occhi.
In quel sogno Dazai era un uomo che cercava di godersi la vita.
Sembrava come se si fossero scambiati di corpo.
Come se il suo cervello volesse fargli vedere com'è che Chuuya dovesse sentirsi in una situazione del genere.
Però ansimava e tremava ugualmente.
Era tutto finito, era solo uno stupido incubo, nient'altro.
Si guardò intorno per accertarsi che fosse finita.
Sciacquò abbondantemente il viso e trasse un respiro profondo, dopodiché tornò a letto.
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Is love an Illusion? - soukoku
Fanfiction"Il suo cuore aveva iniziato a prendere un ritmo accelerato. Dazai era il ragazzo che lo aveva fatto sentire umano più di chiunque altro. Quando lottavano contro dei nemici, l'amico lo aveva sempre guardato con meraviglia. Disgusto, paura, orrore, i...