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<<Lo sai che è abbastanza sbagliato ubriacarsi al cimitero?>> disse Dazai, mentre osservava in ginocchio la tomba del suo amico deceduto.

Chuuya, a pochi passi di distanza, mandò giù un altro sorso del suo vino.

<<E che ne sai tu?>>

Aveva già bevuto quasi mezza bottiglia di vino quando si avvicinò per appoggiare un piede sulla schiena di Dazai.

<<Mi sporchi la giacca>>

<<Per quanto tempo hai intenzione di rimanere qui?>>

<<Non molto>> rispose Dazai, alzandosi.

Chuuya abbassò il piede.

Dazai gli tolse la bottiglia di vino dalle mani.

<<Ma non potevi scegliere un vino migliore?>>

<<Con tre euro che altro dovevo prendermi, scusa?>> ribatté Chuuya, fissandolo mentre questo osservava l'etichetta del vino.

Ne bevette un sorso, finendo per consumare il resto del vino rimasto.

<<Preferisco di gran lunga la birra>> disse alla fine.

<<E allora perché l'hai tolta a me?>>

<<I soldi erano miei>> rispose porgendogli la bottiglia.

Chuuya afferrò la bottiglia e se la gettò alle spalle.

Oltrepassò Dazai e iniziò a tornarsene verso casa.

L'altro lo seguì.

<<Che vuoi?>>

<<Ti tengo d'occhio, avere un Chuuya ubriaco per strada è abbastanza pericoloso>>

<<Anche tu sei ubriaco>>

<<Io lo reggo, però ora guarda avanti mentre cammini>> detto questo, Chuuya arrivò a sbattere contro un palo della luce.

Dazai scoppiò a ridere.

Chuuya, con le lacrime agli occhi a causa del dolore al naso, iniziò a dare calci al colpevole: il palo.

<<CHI È L'IDIOTA CHE HA DECISO DI METTERLO PROPRIO QUI?!>> sbraitava toccandosi il naso sanguinosamente dolorante.

<<E TU NON->> s'interruppe vedendo il sorriso ben esposto di Dazai che se la spassava.

L'allineamento perfetto dei suoi denti.

La sua voce.

Dazai si asciugò le lacrime dagli angoli degli occhi.

<<La tua faccia era così ridicola>> disse con un sorriso ancora dipinto sul volto.

<<Parla per la tua di faccia>> sbottò, ricominciando a camminare.

<<Chuuya, il naso>>

Chuuya si fermò per qualche secondo, poi tornò indietro.

<<Lo hai un fazzoletto?>>

<<Possibile che ti debba prestare ogni cosa?>>

Gliene porse uno.

<<Vuoi che ti aiuti io?>>

Lo ignorò e si premette il fazzoletto sul naso.

Per sua fortuna stava solo sanguinando, non era presente nessuna frattura.

Chuuya continuava a camminare seguito da Dazai, che lo fissava da dietro ridendosela sotto i baffi.

Passati pochi minuti arrivarono a casa di Chuuya.

Dazai proseguì verso la sua, allungando ad ogni passo la distanza che li divideva.

Era sempre bello avere per i piedi un Chuuya ubriaco.

Il suo cappello, come faceva a non cadere una singola volta? Ci aveva messo della colla forse?

Arrivato a destinazione entrò nella sua dimora, avendo qualche difficoltà nell'infilare la chiave nella serratura.

Dopo svariati tentativi, riuscì finalmente a entrare.

Appoggiò la giacca sull'attaccapanni.

Si buttò sul divano, a pancia in giù.

Sospirò e con le mani coprì entrambe le orecchie, come per cercare di non ascoltare le domande che gli faceva la sua vocina interiore.

Si era sentito a casa per qualche attimo.

Forse aveva bevuto troppo.

Pochi secondi dopo fece scivolare le mani dalle orecchie.

Una stesa sul bracciolo e l'altra che toccava il pavimento, e così si addormentò.

Il telefono squillò una volta, due volte, tre volte...

<<Pronto?>> chiamò Dazai, ancora sdraiato mentre si stropicciava gli occhi.

Erano le sette del mattino, chi è che lo chiamava così presto?

<<PERCHÉ DIAMINE NON SEI VENUTO A LAVORO?!>>  sbottò Kunikida dall'altro capo del telefono.

Dazai dovette allontanarlo dal suo orecchio.

<<SONO LE DUE PASSATE>> continuò.

<<Si si, sto arrivando>> e staccò.

Con fatica si mise a sedere.

Si stiracchiò e si alzò.

Finito di prepararsi, si coprì con la giacca appesa all'attaccapanni.

Chuuya nel frattempo non riusciva ad alzarsi dal letto, era rimasto vestito.

Non poteva permettersi dì arrivare tardi.

Sul comodino alla sua sinistra c'era un'altra bottiglia di vino.

Il cappello era ai suoi piedi, mentre lui era a pancia in sù con il braccio destro che gli copriva la visuale.

La testa gli pulsava da morire.

Non ricordava quasi nulla di ciò che era successo il giorno prima.

Non sarebbe riuscito a reggere una missione, però non aveva intenzione di recitare la parte del pappa molle che se ne stava a dormire sul suo letto senza far nulla: come Dazai.

Si alzò e si diresse verso il bagno per farsi una doccia.

Senza rendersene conto erano passati una cinquina di minuti circa, e lui era ancora d'avanti all'entrata del bagno, a pensare a Dazai.

Is love an Illusion? - soukokuDove le storie prendono vita. Scoprilo ora