<<Da quando Chuuya indossa bracciali?...>> sussurrò Tachihara, appoggiato al muro con le mani dietro la schiena, rivolto a Gin.
Non rispose, cercava piuttosto di avvertirlo su qualcosa, facendo cenno in avanti con il mento.
Lui non capì e continuò a guardarla con un sopracciglio inarcato.
<<Quale bracciale?>> chiese qualcuno.
Tachihara sussultò e si girò. Chuuya, sbucato dal nulla, stava a braccia conserte.
<<Se avete qualche problema vi chiedo cortesemente di dirmelo in faccia.>>
<<No... io... è figo il bracciale, si abbina al suo vestiario>> disse alla fine, non sapendo cos'altro dire.
Chuuya si guardò il bracciale.
<<Davvero?>>
Gin e Tachihara annuirono forzatamente.
Passò qualche minuto di silenzio imbarazzante.
<<Le va un tè?>> propose Tachihara.
<<Un tè?>>
Gin gli diede una piccola gomitata sulla spalla.
<<Ahia, che ho detto?>>
<<Lo gradirei volentieri in effetti>>
<<Glielo procuro immediatamente>> e così Chuuya si allontanò.
<<Visto? Lo ha gradito.>>
Dazai rifletteva, sdraiato sul divano.
Di tanto in tanto gli capitava di provare un affetto particolare verso Chuuya, ma non aveva mai pensato che potesse trattarsi di amore.
O forse stava solo pensando troppo?
Si sentiva confuso, non sapeva che sentimenti dovesse provare.
Si diresse in bagno per lavarsi la faccia con acqua ghiacciata e rinfrescarsi le idee.
Uscì e controllò l'orario dal telefono.
Era in ritardo per il lavoro.
E quando mai?
Tre chiamate perse da Atsushi.
Si vestì e uscì.
Se non fosse per la buona compagnia che ne faceva parte, avrebbe seriamente saltato un giorno di lavoro.
All'entrata ritrovò un Atsushi terrorizzato che si guardava le spalle.
Dazai sbirciò dietro di lui e la prima cosa che vide fu Kunikida che calpestava un telefono.
<<Lo sa che dovrà comprartene uno nuovo?>> commentò Dazai.
<<Non importa. Kunikida è andato su tutte le furie. Lo era già di suo per una conversazione sbucata fuori durante le chiacchiere fra Yosano e Ranpo, che riguardava sempre te>> spiegò Atsushi in un sussurro rapido.
Dazai capì soltanto di essere nei guai e fece qualche lento passo indietro.
Kunikida lo notò e lo raggiunse con tutta la furia possibile.
<<Guarda che non è la prima volta che ritardo.>>
<<Non è questo il problema principale al momento... HAI OSPITATO UN MEMBRO DELLA PORT MAFIA?! QUI DENTRO?! LO SAI CHE HAI RISCHIATO DI FARCI DEMOLIRE L'AGENZIA? VERO? E SE FOSSE STATO UN PIANO ARCHITETTATO? EH?!>>.
Intuì che molto probabilmente gliel'aveva detto Yosano.
E ora era lui a doversi subire le lamentele.
<<Ormai è passato, non c'è bisogno di scaldarsi tanto, poi...>>
<<NON MI IMPORTA UN FICO SECCO SE GLI AVETE DATO IL SONNIFERO>> lo interruppe.
<<Lo ha fatto svenire, non gli ha dato nessun...>> fece per intervenire Yosano.
<<È UGUALE>> la interruppe Kunikida.
Yosano mormorò qualcosa e si allontanò.
<<Si si>> rispose Dazai stiracchiandosi.
Kunikida si girò e tornò a sedersi al suo posto di lavoro.
<<Avete fatto cosa...?>> chiese Atsushi sbalordito, mentre si sedevano entrambi sulle proprie sedie.
<<Non urlare che quello ti sente e ricomincia, è una lunga storia.>>
Non aveva la benché minima voglia di mettersi a spiegare nel dettaglio l'accaduto.
Passati un paio di minuti, Kunikida si girò dalla loro parte.
<<Ricordate quella coppia che avete salvato qualche settimana fa?>>
<<Credo di si>> rispose Dazai.
<<A quanto pare qualcuno ha ucciso il figlio.>>
Atsushi sgranò gli occhi. Abbassò lo sguardo al pavimento.
A quanto pare l'accaduto turbava molto anche Kunikida.
<<Il caso è stato affidato a Ranpo, Dazai e ad Atsushi.>>
Ranpo aveva ascoltato la conversazione dalla scrivania.
<<Ma gli snack sono ancora caldi>>
<<Non vorrai deludere le aspettative del presidente?>> Kenji lo avvertì.
Ranpo sospirò e si alzò.
<<Non arriveranno da nessuna parte senza di me.>>
<<Grazie per esserci, Kenji>> sussurrò Kunikida con tono rassegnato.
Spazio me
Sorratemi se è un po' corto :')
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Is love an Illusion? - soukoku
Fanfiction"Il suo cuore aveva iniziato a prendere un ritmo accelerato. Dazai era il ragazzo che lo aveva fatto sentire umano più di chiunque altro. Quando lottavano contro dei nemici, l'amico lo aveva sempre guardato con meraviglia. Disgusto, paura, orrore, i...