7.

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Alla fine decise di attendere l'indomani per scartare la carta regalo.

Non avrebbe avuto senso aprirlo il giorno prima.

Lo conservò in un cassetto del comodino.

Si sdraiò sul letto a pancia in sù e con le mani dietro la schiena.

Guardava il soffitto.

Al solo pensiero di Dazai che gli porgeva il regalo sorridente, un sorriso gli compariva spontaneo dalle labbra.

L'amore non è altro che un'illusione.

Maledì mentalmente il giorno in cui l'aveva conosciuto.

Gli piacerà? Lo butterà nel cestino?

Sdraiato sul letto, Dazai rifletteva leggendo la sua solita guida sul suicidio.

Appoggiò il libro sul petto.

E se gli avrebbe fatto schifo e glielo avrebbe poi rinfacciato?

Passò un giorno ed era Natale.

La prima cosa a cui Chuuya pensò fu di aprire il regalo.

Aveva ricevuto solo quello, insieme a qualche altro da parte dei suoi compagni, tanto valeva aprirlo subito.

Si sedette sul tavolo in cucina e appoggiò il regalo sul tavolo.

Iniziò a scartarlo.

Sparse la carta un po' dappertutto.

Un bracciale di plastica rosso.

Fece per posarlo in un cassetto, ma poi si accorse di un bigliettino accartocciato e nascosto sotto: buon natale

<<Ranpo, c'è una missione per te>> lo chiamò Kunikida, seduto davanti al computer.

<<Di che si tratta?>>

<<È morta una signora, il marito insiste che sia stato uno dei poliziotti, vorrebbero che li aiutassi a farlo ragionare.>>

Ranpo si alzò dalla sedia e sistemò gli snack al loro posto: <<Ci penserà il sottoscritto.>>

Indossò il suo solito cappello e uscì dall'Agenzia.

Dazai era seduto al suo posto di lavoro, senza nulla da fare.

Si voltò per guardare Atsushi e notò che indossava i guanti neri che gli aveva regalato.

Sorrise e si rivolse di nuovo al computer, senza dire nulla.

Il telefono vibrò.

Guardò lo schermo e si stupì.

Era quella testa calda.

Si accertò che nessuno lo stesse guardando e aprì il messaggio.

Vediamoci vicino a casa mia, stesso posto dell'altra volta, alle dieci: era quello che gli aveva scritto.

Era stato seriamente così terribile e incomprensibile il suo regalo?

O forse non si trattava di questo, forse doveva solo parlargli di una questione importante.

<<DAZAI! QUANTE VOLTE TI HO DETTO DI NON GUARDARE IL TELEFONO MENTRE SEI A LAVORO?>> sbottò Kunikida.

Dazai digitò qualcosa sul telefono e alzò lo sguardo.

<<Ho trovato qualcosa di sconcertante su internet>>

<<Fa vedere>>, gli tolse lentamente il telefono dalle mani e osservò.

Era solo la versione femminile di Kunikida, modificata grazie a qualche app ritoccante.

Il suo sopracciglio ebbe un tic nervoso.

<<Onestamente ci avrei provato, sei davvero attraente in questa versione.>>

In risposta lui lo prese per il colletto, Dazai assunse un espressione soddisfatta.

Arrivarono le nove e cinquanta.

La maggior parte dei membri dell'Agenzia stavano tornando a casa loro.

Dazai era partito qualche minuto prima, aveva già fatto un po' di strada.

Le stelle riempivano il cielo. Forse quello era il giorno giusto per tentare un suicidio.

Non lo avrebbe notato nessuno, sarebbero stati troppo occupati a godersi il panorama serale.

Arrivò a destinazione, ma non c'era traccia di Chuuya.

Aspettò un paio di minuti, poi finalmente vide una figura rossa avvicinarsi.

<<Non ti è piaciuto il regalino e perciò me lo stai rinfacciando? Sei proprio un bambino.>>

Chuuya prima lo afferrò per la gola, maledicendolo con lo sguardo per qualche secondo.

Si avvicinò con le labbra che quasi sfioravano le sue, puntando gli occhi sui suoi.

Dazai iniziò a sentire la temperatura del suo corpo scaldarsi.

<<Ti stai forse dichiarando?>>

<<No, mi sto solo accertando che sia tu, non è da te farmi regali>>

<<E invece>>

Chuuya irrigidì le spalle e se lo scansò di dosso.

<<Ti sei salvato, mi piacciono i bracciali rossi>>

<<Dovrebbe essere un bracciale natalizio, ma sono contento ti sia piaciuto>>

<<Non è che stai finalmente pensando di compiere un vero...?>>

<<Forse>> lo interruppe, concentrando per qualche istante la sua attenzione al cielo. <<Ci rivediamo>>

Chuuya non rispose.

Compiuto qualche passo, Dazai sentì richiamare il suo nome.

Si girò.

<<Natale si scrive con la lettera grande, idiota>>

Dazai sorrise e lo salutò con un gesto della mano, questa volta ricambiato.

Spazio me

Non è che sia tanto soddisfatta di questa storia, ma ormai i capitoli li ho fatti, perciò mi arrangerò.

Is love an Illusion? - soukokuDove le storie prendono vita. Scoprilo ora