Risvegliatosi, la prima cosa che pensava di riuscire a vedere di prima mattina era Dazai, e invece notò il lenzuolo ordinato per come lo aveva lasciato l'ultima volta.
Strofinò il pugno sull'occhio e l'attenzione cadde sul post-it giallo collocato sopra al comodino.
Con due dita lo avvicinò per decifrarne meglio le parole in inchiostro nero.
"Grazie per la cioccolata, mamma."
<<Bastardo>> farfugliò riducendo il foglietto in microscopici cubetti.
Deduceva che se ne fosse uscito per una telefonata urgente, sperava fosse così e non per cazzate del suo genere.
Si riprese i vestiti che Dazai la sera prima gli aveva sfilato, e infilò soltanto gli indumenti superiori, ovvero maglietta e cappello.
Aprì il cassetto e ne raccolse un pacchetto di cartone bianco e rosso, da cui estrasse una sigaretta.
Spalancò la finestra e se l'accese, poggiando i gomiti sui bordi.
Nel frattempo Dazai era preso da una discussione convocata da Fukuzawa insieme agli altri compagni, tutti seduti attorno al solito tavolo delle riunioni.
<<Vorrei che in questi giorni stiate più attenti di quanto lo facciate di solito,>> esordì, <<sono stati intravisti numerosi evasi dalla prigione.>>
<<Pensavo li avessimo battuti tutti>> intervenne Atsushi. <<Ci sarà un modo per levarceli di torno una volta per tutte.>>
<<Un modo ci sarebbe...>> riflettete Dazai.
Spiegò la sua idea.
Il primo a reagire fu Kunikida: <<in effetti è l'unico modo, ci costerà chiedere collaborazione alla Port mafia, ma ne varrà la pena.>>
Gli altri acconsentirono.
Fukuzawa compose il numero di Mori per fargli la richiesta, e per loro fortuna accettò.
Dazai si lasciò sfuggire un sorriso divertito al pensiero di dover collaborare con la testa calda che era Chuuya.
<<Questo quando lo attueremo?>> volle sapere Atsushi.
<<Non appena ci attaccherà anche solo uno di loro, presumo>> rispose Kunikida.
Fukuzawa annuì. <<Sarà meglio agire solo in caso questi insistano troppo, altrimenti trarranno sospetti.>>
<<Tanizaki tu potresti illuderli con la tua abilità, facendogli credere di essere riusciti a rapire Naomi creandone una finta.>>
Qualcuno bussò freneticamente alla porta d'ingresso.
Tanizaki li guardò cercando con lo sguardo il permesso, dopodiché scese di sotto, nascondendosi e diventando praticamente invisibile grazie ai suoi poteri.
<<Gin, non è vero che Chuuya sembra più calmo del solito? Non ditemi che sono l'unico scemo ad averlo notato>> le chiese in un sussurro Tachihara, facendo segno con la testa per la direzione di Chuuya, che era troppo impegnato in una discussione con Mori e Kouyou per dar conto.
Qualcosa aveva sentito ma, data l'importanza della conversazione, decise di conservare le lamentele per dopo.
La sorella di Akutagawa annuì e con sguardo sospetto sia lei che Tachihara scrutarono Chuuya.
<<Sarà una passeggiata con quegli idioti di evasori che ci ritroveremo di fronte, posso cavarmela benissimo anche da solo>> concluse Chuuya.
Subito dopo si accorse degli strani sguardi che i due compagni gli stavano lanciando.
<<Pensate forse che non ne sia capace?>> chiese guardandoli torvo.
<<A fare cosa...? Ah, no! Ero solo assorto nei miei pensieri>> rispose frettolosamente Tachihara.
Qualcuno fece squillare il telefono di Mori, a cui rispose.
Passati pochi secondi staccò e si rivolse a tutti i presenti nella stanza.
<<Preparatevi e nascondetevi nel nascondiglio di cui vi parlavo prima.>>
Chuuya, Tachihara, Gin e Hirotsu si nascosero dietro un cespuglio, ascoltando attentamente i membri dell'agenzia che discutevano con gli evasi.
Dopo essere riusciti a capire chi dirigesse i prigionieri, Gin si lanciò all'attacco puntando a questo il coltello alla gola mentre Tachihara puntava le sue due pistole contro gli uomini che stavano cercando di attaccarla furtivamente.
Vedendo che alcuni di questi avevano iniziato a correre in direzione di Atsushi, intervennero anche Yosano e Kenji.
E man mano la situazione si trasformò in una vera e propria guerra.
Chuuya si ritrovò accanto a Dazai, che non faceva altro che schivare le loro mosse.
<<Faremo prima a collaborare, sono troppi>> propose Dazai, senza dargli un contatto visivo.
<<Tsk! So cavarmela benissimo anche... da solo>> forzò le ultime due parole mentre calciava con una gamba tre teste di fila.
Teneva sempre le mani in tasca.
Per lui combattere era un gioco da ragazzi anche senza l'utilizzo dell'abilità.
Abbattuti qualche trentina di uomini, sospirò e si rivolse a Dazai: <<sti tizi sembrano non finire più, facciamola finita.>>
Chuuya sfilò le mani dalle tasche e le pupille scomparvero, sostituite dalle strisce color rosso scuro sparse sulla sua pelle.
Con un balzo si avvicinò ai diretti interessati e iniziò ad attaccarli.
Questi cominciarono ad allarmarsi e ad allontanarsi rapidamente.
Chuuya se la rise mentre lanciava loro sfere rosse.
Dazai lo guardava con uno stupido sorriso in volto: amava il modo in cui si fidava.
Quel demone spaventava chiunque, ma lui lo trovava così affascinante.
Non ci trovava nulla di spaventoso.
In pochissimo tempo riuscì ad abbatterne più della metà.
Chuuya fece per saltare, pronto a dare un'altra sfilza dei suoi attacchi, ma Dazai lo colse di sorpresa prendendogli la mano appoggiandoci poi le labbra.
Erano passati pochi minuti ma aveva già fatto e ucciso tanto.
<<Sei... un uomo... morto,>> e perse subito i sensi con la nuca che ciondolava sulla spalla di Dazai.
Questo se lo issò sulla schiena, tenendolo dalle gambe.
Lo portò al suo vecchio boss e tornò così dai suoi compagni.
Chuuya era riuscito a diminuir loro il lavoro, ormai il numero era sceso ad una cifra che non superava nemmeno i trenta.
Alcuni si erano ritirati.
La minor parte, invece, diciamo quella coraggiosa, si era lanciata all'attacco, ignara di quanta potenza avesse Chuuya.
Finito di sconfiggere i rimanenti, Mori e Fukuzawa si scambiarono uno sguardo di intesa.
I membri dell'Ada lanciarono la stessa occhiata a quelli della Port Mafia.
Un cenno di saluto e le strade si divisero.
Spazio me
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Is love an Illusion? - soukoku
Fanfiction"Il suo cuore aveva iniziato a prendere un ritmo accelerato. Dazai era il ragazzo che lo aveva fatto sentire umano più di chiunque altro. Quando lottavano contro dei nemici, l'amico lo aveva sempre guardato con meraviglia. Disgusto, paura, orrore, i...