Lavoro o non lavoro, entrambi si trovavano in intimità fra il pavimento e il muro del bagno.
<<Non trattenerti>> gli sussurrò Dazai all'orecchio, per poi prendergli il lobo con la bocca e stuzzicarlo con la punta della lingua.
Pochi minuti dopo, Dazai si sdraiò sul letto mentre Chuuya controllava le notifiche del cellulare.
Dopodiché si sdraiò a pancia in su mentre osservava il lampadario.
<<Mi sento così solo>> si lamentò Dazai, coricato su un fianco.
<<Ma sei scemo?>>
<<Se non mi abbracci appena chiudo gli occhi è come se io sia da solo.>>
Chuuya dapprima lo ignorò, poi ci ripensò e si accovacciò sul petto coperto dalla sola camicia bianca.
Era confortante come mai si era sentito.
<<Sento freddo>> mormorò Chuuya mentre lo stringeva.
Dazai tenne le braccia chiuse sul corpo dell'altro e chiuse gli occhi senza però addormentarsi nei seguenti dieci minuti, troppo occupato a godersi quel contatto così affettuoso.
Chuuya si addormentò. Dazai stette in silenzio e ascoltò il suo russare, il contatto delle mani che accarezzavano la schiena del rosso lo gratificava.
Si addormentò anch'esso, avvinghiandosi a lui più di quanto lo era già.
<<Ti amo>> sussurrò, facendosi sfuggire un sorriso.
Era di fronte a lui, sorrideva con la corda legata al collo, con i piedi appoggiati alla sedia.
Chuuya cercava di gridare ma la voce non lo raggiungeva. E il corpo non voleva saperne di muoversi.
Così Dazai lo fece, spostò la sedia e la corda si strinse attorno al suo collo.
Fu una morte priva di sangue.
Dazai era morto.
Lo aveva abbandonato di nuovo.
E Chuuya lo aveva lasciato fare.
La scena si sbiadì e al suo posto comparve uno specchio.
L'immagine riflessa era Chuuya trasformato in un vero e proprio demone, con Dazai dietro che nonostante gli stesse toccando la spalla l'effetto non svaniva.
Chuuya non era umano, non lo era mai stato.
Le persone attorno cominciarono a lanciargli benzina, tutte gridando all'unisono la stessa frase: <<I mostri vanno bruciati.>>
Chuuya cercava di gridare ma ciò che usciva dalla sua bocca non erano grida.
Si svegliò di soprassalto con il respiro affannoso.
Si guardò velocemente attorno e Dazai era seduto sul letto con i piedi sul pavimento, lo stava fissando con aria preoccupata e divertita allo stesso tempo.
Chuuya lo fissò a lungo, con le lacrime che minacciavano di uscire. Non poteva piangere, gli uomini non piangono, soprattutto non poteva svelare l'incubo che aveva appena avuto, così imprecò: <<Fanculo>>
Pochi secondi dopo lasciò scendere silenziosamente le lacrime con i palmi delle mani schiacciati sugli occhi.
Sentì solo i passi dell'altro farsi più vicini e infine se lo ritrovò di fronte, inginocchiato con la mano sul ginocchio.
<<Hai avuto un incubo tesoro della mamma?>>
Un singhiozzo scappò dalla bocca di Chuuya, seguito da un calcio sullo stomaco del moro
Dazai cadde con le natiche sul pavimento. Rimase stupito nel scoprire che stava seriamente piangendo.
Non si arrese e riprovò a cercare un contatto fisico con l'altro tenendoselo fra le braccia mentre tremava.
Chuuya non rifiutò, troppo impegnato nel tentare di dosare il respiro.
<<È tutto finito, qualunque cosa sia successa>> lo incoraggiava accarezzandogli la nuca.
Non spiccicava parola, e questo lo stava facendo ammattire dallo smarrimento.
<<Lascia stare>> sussurrò con voce roca dal pianto.
Dazai lo allontanò tenendolo dalle braccia e lo guardò.
<<Non vorrai farti vedere in questo stato al lavoro?>> ridacchiò Dazai cercando di alleviare l'atmosfera abbastanza cupa che si stava creando.
<<Si, farò il piagnucolone di fronte a tutti... ma ti sembra?>>
Chuuya si staccò da lui e lo inseguì mentre questo si alzava e si dirigeva al bagno.
Dazai si sciacquò le mani con l'acqua che fuoriusciva dal rubinetto e con i pollici provò a cancellare le lacrime dagli occhi dell'altro, che volle scansarselo di dosso con una mano sul petto.
<<Faccio da solo>> e lo spintonò.
Dazai preferì non chiedere nulla.
Il pomeriggio passò sempre allo stesso modo, fra missioni e quant'altro.
L'unica differenza era la febbre di Chuuya arrivata in serata.
Decise di dormire qualche ora prima, così da guarire il prima possibile.
Qualcuno bussò alla porta. Aveva appena iniziato ad acchiappare il sonno.
<<Chi è?>> chiese turbato.
<<Osamu Dazai, posso entrare?>>
<<No>> rispose per poi coprirsi del tutto con il piumone bianco.
Dazai entrò, a passo lento.
<<Che vuoi?>> mormorò con la voce soffocata dalla coperta.
<<Nulla, passavo di qui e ho deciso di farti visita>>
<<Da quando mi fai visita scusa?>>
Dazai ridacchiò. Si accorse della sua voce nasale e si sedette sul letto.
<<Contagia pure me, almeno potrò stare a casa>>
<<Sto bene,>> starnutì e sentendosi gli occhi addosso si difese: <<Qualcuno avrà tirato fuori il mio nome.>>
Dazai strattonò il piumone e la prima cosa che videro i suoi occhi furono quelli chiusi di Chuuya.
Chuuya spalancò gli occhi e si tirò la coperta, questa volta fino alle spalle.
<<Continua a dormire se vuoi guarire>>
<<È quello che intendevo fare fino a quando sei arrivato tu a rompere>> sbottò chiudendo nuovamente gli occhi.
Dazai lo baciò in fronte e si sdraiò di fronte a lui.
Aveva ancora l'immagine dei suoi occhi lacrimanti, e ciò lo feriva.
Voleva sapere quale fosse l'incubo che era riuscito a fargli quest'effetto.
Era la prima volta che aveva incubi o li faceva spesso?
Spazio me
A volte penso che questa storia mi cringi
STAI LEGGENDO
Is love an Illusion? - soukoku
Fanfiction"Il suo cuore aveva iniziato a prendere un ritmo accelerato. Dazai era il ragazzo che lo aveva fatto sentire umano più di chiunque altro. Quando lottavano contro dei nemici, l'amico lo aveva sempre guardato con meraviglia. Disgusto, paura, orrore, i...