Quell'uomo cercava sua figlia? All'inizio pensavo stesse cercando un oggetto come ad esempio una sua "vera" invenzione. Sono rimasta stupita nel sentire cosa realmente cercava. E se lo voleva da Ford voleva dire che sua "figlia" era con lui. E con lui c'ero solo io. "Farai meglio a darmi quel che voglio!" aveva detto Eiichi. "La vuoi? Eccola quà!" aveva risposto Ford spostandosi. Finalmente ho rivisto il Ford che ricordavo, quello che, piuttosto che la propria vita, si metterebbe persino a leccare la terra. Eiichi mi aveva guardata bene, sembrava che mi stesse prendendo l'anima da quanta precisione ci metteva solo per osservarmi il viso. "Grazie!" aveva detto con un sorriso compiaciuto mentre guardava Ford, poi si era voltato verso di me e aveva detto "vieni!" Io mi ero voltata verso Ford, sapevo che non l'avrei più rivisto, però a me non importava, non dovevo aver cura di lui: al mondo contavo solo io. Mi sono avvicinata a Eiichi a testa alta come se non avessi nulla di cui vergognarmi. Siamo saliti entrambi nell'elicottero e siamo partiti. Io guardavo il villaggio rimpicciolirsi sempre di più, non per malinconia, ma perché non volevo attaccare discorso con quell'individuo strano. Osservando il villaggio avevo visto una scena che non mi sarei mai aspettata di vedere: c'erano luci rosse e gialle, sfumature incredibili intorno al villaggio, persone che danzavano tra queste sfumature. Sembrava che stessi sognando, però non era così: il villaggio stava bruciando davvero.