Capitolo 9

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Eiichi ed io siamo entrati in una torre altissima, forse l'edificio principale dell'isola sul mare su cui stavamo. "Cos'è questo posto?" avevo chiesto. "È dove tutte le mie reclute vivono e si allenano. Nei piani inferiori della torre ci sono i laboratori e le palestre, al piano terra gli uffici con le segretarie e la mensa, al centro i dormitori e nel piano più alto c'è la mia stanza, il mio ufficio personale e la stanza dove dorme il mio miglior allievo. "Io dove dormirò?" "Nella stanza di mezzo tra la mia e quella dell'allievo." "Posso farti un'altra domanda non inerente a dove dormirò?" "Dimmi!" "Che cosa farò qui d'ora in poi? Qual'è il mio scopo?" "Per il momento fai quel che ti piace! Visita la città e la torre, fai quel che vuoi. Se qualcuno ti dice che non puoi farlo... di loro che sei figlia mia. Se glielo dirai non ti diranno più nulla!" "Insomma loro davanti a te sono come dei cagnolini?" "Più o meno... io ho dato loro la libertà, loro mi ripagano con il loro rispetto!" "Mi piace questa storia... sopratutto perché questa gente è così idiota da non capire cosa sia veramente la libertà..." Con l'ascensore siamo saliti nel piano più alto della torre, Eiichi mi aveva portato in una camera enorme, là dentro, per come ero abituata, poteva starci tutto il villaggio. Non ero abituata a camere così grandi per una sola persona... però tutto questo spazio era occupato da una scrivania sulla destra, alla sinistra un letto vicino alla finestra enorme da dove si vedeva tutta la città, dall'altra parte della finestra c'era un televisore enorme attaccato alla parete con sotto un mobiletto pieno di console e ancora più sotto un tappeto con tanti cuscini sparsi. L'armadio era decoratissimo con poster e stickers. Quella stanza non era assolutamente il mio genere... "ti piace?" aveva chiesto Eiichi mettendomi una mano sulla spalla. "Non proprio... non penso di sentirmi a mio agio..." "Capisco... vedrai che piano piano ti abituerai... in caso contrario farò rimodernare la stanza a tuo piacimento!" Eiichi era davvero gentile, la cosa mi insospettiva, dopotutto Ford lo odiava... ma perché? Questi pensieri erano stati interrotti da un ragazzo che aveva chiesto innervosito "Cos'è tutto sto casino? Tra meno di un'ora vado ad allenarmi e vorrei riposare!"

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