Chapter 1

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In occasione dell'imminente saggio di danza, Kiersten quel giorno mi aveva costretta ad accompagnarla a comprare tutto quello che le mancava: forcine, mollette, nastri, trucco e chi più ne ha, più ne metta.
Era arrivata con il fiatone in camera mia e mi aveva trascinata fuori dal letto, senza tener conto che io stavo beatamente dormendo.
《Ma che cazz...》imprecai, ancora mezza addormentata.
《Brook, svegliati subito!》continuava ad urlare Kiers. 《Mi devi accompagnare a comprare la roba per il saggio.》
《...Non può farlo Rupert?》chiesi, lagnosamente. 《Lo sai che odio fare compere.》
《Oggi ha box!》
《Kiers, lasciami dormire...》mi lamentai, stringendomi saldamente alla coperta. 《È domenica...》
《Brook, dai!》
《...ma io ho bisogno di dormire.》
《Brook, sveglia, sveglia, sveglia...》cantilenò, finché mi arresi, sapendo che con lei era sempre una battaglia persa in partenza.

Stavamo camminando ininterrottamente da almeno due ore, entrando e uscendo dai più svariati tipi di negozi, dire che ero esausta significava minimizzare le cose.
Così, decidemmo di prendere una pausa da quello shopping sfrenato, e cercammo un bar dove potevamo prenderci qualcosa da mangiare.
Proprio mentre stavo per svoltare sull'angolo, seguita da Kiers, una bici fuori controllo mi andò incontro e, con il conducente che inutilmente gridava:《 Attenta!》, venni investita.
Presi una botta così forte da perdere i sensi per qualche minuto.
Quando riaprii gli occhi, vidi due figure, una delle quali Kiersten, che mi guardavano preoccupati.
***
《Cos'è successo?》farfugliai, portandomi una mano alla testa dolente.
《Brook! Oddio, stai bene?》mi chiese subito Kiers 《Voglio dire, niente di rotto? Sei appena stata investita da una bici e hai perso i sensi per qualche minuto.》
《Scusami, non era mia intenzione...》disse, il ragazzo 《...ero di fretta e non sono riuscito a frenare in tempo, mi dispiace, stai bene?》
《Sto bene, credo...》
Cercai di alzarmi, ma la testa mi girava ancora troppo e barcollai.
Subito Kiersten e il ragazzo mi ressero, facendomi sedere su una panchina lì vicino.
《C'è qualcosa che posso fare per rimediare? Vuoi che ti porti all'ospedale?》
《Già, è meglio se vai all'ospedale Brook, chiamo subito Mr Cox per farci venire a prendere...》intervenne subito Kiers.
《È tutto a posto, non preoccupatevi.》li rassicurai, ma Kiersten era irremovibile, insistette a portarmi all'ospedale, e anche Ian, così si chiamava il ragazzo, volle accompagnarmi.
Io desideravo solo andare da qualche parte a mangiare, e poi ritornare a casa e non fare nulla tutto il giorno, e invece no, mi ritrovai su un letto d'ospedale, in attesa di un dottore che sembrava inesistente.
Finalmente dopo un'ora, venne a visitarmi.
Mi medicò le ferite e mi disse che non avevo nulla di grave.
Avevo solo il braccio sinistro un po' dolorante rispetto a tutto il resto.
Mi disse di non muoverlo troppo e mi congedò.
Kiersten e Ian, seduti in sala d'attesa, appena mi videro si alzarono subito e mi vennero incontro.
《Cos'ha detto?》
《Niente di grave, solo un braccio sinistro un po' ammaccato.》
《Vuoi che ti accompagni a casa adesso?》chiese Kiersten. 《Ho chiamato i tuoi per avvisarli di quello che era successo. Volevano venire, ma ho detto loro di non preoccuparsi e che ti avrei riportata a casa io.》
Per tutta risposta dissi:《In realtà speravo di andare da qualche parte a mangiare.》
Ian sorrise e disse che prima che mi investisse, si stava dirigendo al bar dei suoi genitori; così, ci offrì il pranzo.
Il locale era proprio in centro, ed era pieno di gente.
Era un posto molto carino, semplice ed elegante allo stesso tempo.
《Sedetevi pure in uno dei tavoli, manderò qualcuno a servirvi immediatamente.》disse 《Se riuscirò a sopravvivere a mia madre...》aggiunse, prendendo un bel respiro, come se stesse per affrontare chissà quale prova.
《Sul serio stai bene?》mi chiese Kiersten, dopo un po', mentre aspettavamo di essere servite. 《Sicura di non voler ritornare a casa?》
《Ormai siamo qui, e non me ne andrò senza mangiare qualcosa...》
《Brooklyn?》mi chiamò una voce familiare.
《Sydney?!》esclamai 《Che ci fai qui?》chiesi, confusa.
《Ci lavoro.》rispose, in effetti avrei dovuto dedurlo, dall'uniforme nera che indossava. 《Tu piuttosto, come mai da queste parti?》
《Il figlio del proprietario di questo bar l'ha investita e per farsi perdonare ci ha offerto il pranzo.》disse Kiersten, prontamente.
《Ian ti ha investita?》
《A quanto pare, scommetto che starai gioendo dentro di te ora.》bofonchiai.
《Ti sei fatta male?》chiese, fingendo di essere preoccupato.
《Bene non mi sono fatta, ma diciamo che, visto che sono ancora qui e sono ancora viva e vegeta - per tua sfortuna -, sono okay.》borbottai.
《Hey Sydney, che fai? Ci provi con le clienti?》scherzò Ian, avvicinandosi al nostro tavolo.
《Il giorno in cui mi metterò a flirtare con le ragazzine, ci sarà il finimondo.》
Gli lanciai un'occhiata acida. 《Già, a lui piacciono le vecchiette noiose, con l'ossessione del peso.》lo stuzzicai 《Quelle come me e Kiers, sono fuori dalla sua portata.》
Ian scoppiò a ridere. 《Ma voi vi conoscete?》
《Sfortunatamente.》rispondemmo io e Sydney all'unisono.
《Sai l'insopportabile sorella di Sophie di cui ti avevo parlato, eccola qui.》
《Ah! Lo sapevo che mi parli alle spalle.》《Ecco perché mi capitano tutte queste cose, prima l'aereo, e adesso essere investita da una bici...》
《Non è colpa mia se ci sono temporali e se mio cugino non sa andare in bici!》
《Okay, voi due, adesso basta.》intervenne Kiers 《Siete impossibili, appena vi vedete vi scannate come cane e gatto!》
《Non è colpa mia se lui si atteggia da idiota.》borbottai, voltandomi verso la finestra.
Sydney sbuffò e chiese:《Avete già deciso cosa ordinare?》
《Una tazza di tè e qualche pasticcino.》
《Lo stesso per me.》
Ian si scusò ancora una volta per ciò che era successo, e andò al bancone per aiutare i genitori.
La roba da mangiare era a dir poco sublime, una varietà di sapori che si susseguivano l'un l'altro.
Probabilmente questo era il motivo per il quale il locale aveva così tanti clienti.
Prima che ce ne andassimo la madre di Ian, una donna molto simpatica, disse che potevamo ritornare quando volevamo.

Alla fine, dovetti ammettere che non fu così disastrosa quella giornata.

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