Chapter 11

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Era finalmente giunto il grande giorno.

La sera prima Kiersten e Rupert erano venuti da me per aiutarmi a fare le valige, visto che loro se li erano già preparati qualche settimana prima.
Ero così emozionata che non la smettevo di saltellare da tutte le parti.
Anche se mamma non era d'accordo con la mia partenza per il C in ginnastica, papà mi aveva comunque dato il permesso.
Come già detto, se non ci fosse stato lui in quella famiglia di matte, non so come ce l'avrei fatta.

L'aeroporto di Heathrow era davvero grandissimo e avrei anche potuto perdermi se non fosse stato per Rupert, che lo conosceva a memoria.
Viaggiava spesso, per andare a trovare sua madre e suo padre, e ormai quel posto era diventato come una seconda casa per lui.
Per me era invece la prima volta, ovvero, la prima volta all'estero, senza i miei.
Avevo preso l'aereo in poche occasioni, sopratutto per andare a trovare i nonni, che abitavano in Scozia.
Mi guardai attorno affascinata, le persone sembravano come risucchiate da un instancabile vortice di andirivieni.
Famiglie che dovevano separarsi, coppiette che si davano lunghi baci perché non si sarebbero rivisti per chissà quanto tempo e quelli che non avevano nessuno che fosse venuto a salutarli.

Dopo aver fatto il check-in, andammo ad aspettare in sala d'attesa, dove ricevetti un inaspettato messaggio da parte di Mr. Capelli-arruffati.
《Buon viaggio.》aveva scritto.
Non riuscii a credere ai miei occhi.
Quell'idiota che mi augurava di fare un buon viaggio, impossibile.
Sicuramente mentre lo stava scrivendo sperava che l'aereo che avrei preso si schiantasse.
《Cosa vuoi dire con questo?》dissi subito.
Dopo qualche minuto mi arrivò la sua risposta.
《Solo augurarti di fare un buon viaggio?》
《Sì, certo, come no.》
《Sei impossibile.》
《Senti chi parla.》
《E io che volevo essere solo gentile.》
《Perché dovresti esserlo, dopo che ti ho pure ricattato?》
《Te l'ho detto, non sono uno stronzo, è solo che non mi conosci abbastanza.》
《So quel tanto di te che mi basta per dire che sei uno stupido arrogante superficiale.》
《Ogni occasione è buona per insultarmi, eh?》
《Hm, già.》
《Smetterai mai di odiarmi? In fondo ti ho aiutato a superare tutti gli esami e non mi hai nemmeno ringraziato.》

Non potei più rispondere perché avevo la batteria scarica e proprio in quel momento era arrivato il nostro volo.
Presi le valige e mi avviai all'imbarco accompagnata da Rupert e Kiersten.
Il viaggio durò poche ore, e presto atterrammo all'aeroporto di Mandelieu.
Era tardi e l'ambiente circostante era piacevolmente silenzioso.
Sbadigliai e mi stiracchiai.
Avevo dormito per tutto il tempo mentre Rupert e Kiersten parlavano.
I pochi passeggeri che vidi mentre andavamo a fare il check-out e uscivamo dall'aeroporto, erano ancora addormentati.
Nonostante fosse notte fonda, fuori non faceva affatto freddo.
Chiamammo un taxi per andare all'hotel in cui avevamo prenotato due stanze.
Durante il tragitto, guardai con aria assorta fuori dalla finestra.
Se da una parte c'erano solo negozi, ristoranti e altri edifici di vario tipo, dall'altra c'era una bellissima spiaggia che si estendeva per un bel po' di chilometri.
Probabilmente faceva parte della famosa Promenade de la Croisette, il viale che costeggia il litorale della città di Cannes.

Sebbene potevamo benissimo alloggiare in un hotel di lusso, visto che le famiglie di tutti e tre erano benestanti e appartenevano ad un certo rango sociale, avevamo deciso di non sperperare i soldi in cose superflue.
Così, per minimizzare le spese, avevamo scelto un albergo a due stelle, che si rivelò sorprendentemente accogliente e anche piuttosto casalingo, sembrava infatti di stare a casa propria.
Dopo essermi fatta una doccia veloce, andai a letto e dormii fino alle dieci del giorno dopo.
Fu Kiersten a svegliarmi, o più precisamente, a trascinarmi fuori dal letto.
《Ma è ancora presto!》protestai.
《Brooklyn, sono le 9.50!》urlò.
《Forza, non avrai mica intenzione di passare questi quattro giorni in Francia senza far nulla, vero?》
Ormai ero completamente sveglia.
Sbuffai e mi misi su a sedere.
《Forza, vestiti che dobbiamo uscire.》
Dobbiamo?》dissi, alzando un sopracciglio.
《Devo comprare ancora i regali di natale per mamma, papà, le gemelle, e un sacco di altra gente e avevo deciso di prenderli tutti qua, a Cannes.》spiegò, come se me lo avesse ripetuto chissà quante volte. 《E tu e Rupert dovrete accompagnarmi per darmi consigli.》
Accanto a lei, Rupert, ancora mezzo addormentato, alzò gli occhi al cielo e sospirò.

Dopo aver fatto colazione di sotto, uscimmo.
La première ci sarebbe stata la sera successiva.
Era stato tutto organizzato in un enorme edificio del centro e per l'occasione erano stati invitati un sacco di celebrità.
Il fatto che anche Kiersten, Rupert ed io avremo potuto parteciparvi era davvero incredibile.

Entrammo e uscimmo dai negozi per tutta la mattinata.
Nonostante fossi una ragazza, odiavo andare a fare compere, sopratutto se si trattava di scegliere i regali di natale.
Non ero mai stata molto incline in cose come quelle.
Di tutti i negozi in cui eravamo entrati, ce n'era solo uno che mi era piaciuto abbastanza da spingermi a comprare qualcosa.
Si trattava di una piccola bottega dei giocattoli che Kiersten reputava il posto perfetto per trovare qualcosa per Emily e Daisy.
Curiosando qua e là per gli scaffali, trovai una piccola palla di neve infilata in mezzo a due enormi bambole.
La presi e la girai per vederla meglio.
C'era un piccolo pupazzo di neve in mezzo e una chiavetta sul retro che, se girata, emetteva una melodia simile a quella prodotta da un pianoforte.
Immediatamente e senza nemmeno rendermene conto, pensai a Sydney e a quel giorno in cui l'avevo sentito suonare il brano scritto da suo padre.
Per un istante pensai che sarebbe stato carino regalarglielo per natale, dopotutto, non ero ancora riuscita a ringraziarlo davvero per avermi fatto passare gli esami.
Alla fine decisi di comprarlo, in fondo non era nulla di che, solo una stupida palla di neve.

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