《Quanto manca alle vacanze natalizie?》chiese Rupert per l'ennesima volta.
Io e Kiersten sospirammo e rispondemmo all'unisono :《74 giorni.》
《Ma è troppo.》si lamentò.
《Prova a pensare che 74 giorni sono 11 settimane e quindi solo 2 mesi》suggerii.
《Non capisco, cosa cambia?》
《Nulla.》 risposi. 《Però se ci fai caso, 74 giorni sembra tantissimo, 11 è già un numero più piccolo e 2 lo è ancor di più.》
Rupert mi guardò prima perplesso e poi torvo.
《Avanti, non fare quella faccia, anch'io devo sopportare questa situazione.》replicai.
《Non riesco ancora a credere che tu sia riuscita a procurarti quei biglietti, erano praticamente introvabili, sei sicura che non siano dei falsi?》chiese ancora una volta.
《Oh mio dio, lo sai che certe volte sei incredibilmente fastidioso?》 rispose Kiersten.
La campanella di fine ricreazione suonò.
《È meglio se andiamo, altrimenti dovremo stare di nuovo sedute in prima fila e io ho bisogno di dormire per almeno una mezz'oretta oggi.》dissi, mettendo il bicchiere e la carta nel vassoio.
《Già, ieri non ho chiuso occhio.》concordò Kiers.
Ci alzammo e uscimmo dalla mensa.
Proprio a metà strada, andai a sbattere contro uno dei giocatori di football.
《Stai attenta a dove metti quei piedoni, balena.》sbottò.
《Str...》iniziò Rupert.
Lo interruppi subito.
《Senti figlio di brava donna, se non colleghi i muscoli alle cellule sensoriali del tuo cervello, ammesso che tu ne abbia uno, non è colpa mia.》
Fece una risatina isterica.
Probabilmente era riuscito a seguirmi solo fino ai muscoli.《Guardate, la balena sa anche parlare.》
Alzai gli occhi al cielo.《Mi dispiace per tua madre, davvero, dille che non è colpa sua.》
Mi guardò confuso.
Probabilmente non aveva colto l'insulto.
《Mi stai forse prendendo in giro?》
《Perspicace, mi dicono.》
《Pers-ché? E chi è che te lo dice?》
《Nulla, lascia stare, non sforzare troppo quei pochi neuroni che ti rimangono, sempre se tu ne abbia mai avuti in passato.》
《Brook, andiamo.》fece Kiersten alle mie spalle. 《Tanto è inutile sprecare il fiato con questo scimmione.》
《Quale scimmione?》
Scossi la testa disperata.
Kiersten mi prese la mano e ci dirigemmo nella classe di storia dell'arte.
Rupert, che stava alla mia destra, ci salutò perché fortunatamente, per lui quella giornata incredibilmente lunga era finita.
《Devi smetterla di sforzarti a parlare con quegli idioti della squadra di football.》mi rimproverò Kiers. 《Non ti fa bene, magari diventi come loro.》
《Se mai dovesse accadere, dammi due ceffoni.》
《Mi sa che non basterebbero.》
Sospirai, e andai a sedermi nella fila in fondo all'aula.《Mi spieghi perché certa gente è così stupida?》
《Hmm...vediamo, perché si sentono inferiori e quindi devono far sentire gli altri di merda per star bene con se stessi?》
《Non è più probabile che siano caduti dalla culla quando erano piccoli?》
《Sì, può essere.》 borbottò, posando la testa sul banco. 《Ora però, vorrei dormire un po'.》L'ora passò lenta, tra i soliti monologhi del professore, meglio conosciuto come Mr. Harris, e gli occasionali sbadigli dei studenti.
Come al solito appena finiva di fare l'appello, mi mettevo comoda e mi appisolavo per il resto della lezione.
Mr. Harris non se ne accorgeva mai perché quando iniziava a spiegare, sembrava che venisse catapultato in una realtà tutta sua, dove c'erano solo lui e i suoi fantastici artisti dell'epoca classica, romantica o che-so-io.
Era un uomo piuttosto vecchio, sulla sessantina, e non aveva né figli né moglie.
A scuola però, si diceva che ne avesse avuto una ma che poi fosse scappata via per stare con qualcun altro.
Delle volte, durante le lezioni, si fermava tutto d'un tratto e cominciava a fissare il pavimento con aria assorta, potevano passare anche 10 o addirittura 20 minuti, ma lui continuava a rimanere nel suo stato di trance.
Molti pensavano che fosse pazzo o qualcosa del genere, ma secondo me, era solamente un uomo piuttosto stanco e consumato dalla vita.Appena la campanella di fine lezioni suonò, io e Kiers uscimmo dall'aula come due schegge, anche se qualche secondo prima stavamo ancora dormendo.
Finalmente potevamo tornare a casa.
Quel giorno Kiersten, sarebbe restata da me per il resto della giornata perché dovevamo già organizzarci per il viaggio in Francia.
Rupert si sarebbe unito a noi nel pomeriggio.
Una volta fuori però, fummo bloccate sulle scale da un gruppo di ragazze.
Kiersten chiese curiosa a una di loro il perché di tutta quel agitazione e lei, scostandosi leggermente, indicò tutta eccitata un ragazzo appoggiato al muretto accanto al cancello.
Non indossava il nostro uniforme, quindi non era della nostra scuola.
Lo scrutai con attenzione.
Capelli scuri, leggermente arruffati, piuttosto alto e fisico ben definito.
Non riuscii a vedere di che colore avesse gli occhi perché in quel momento apparve Sophie che, con l'invidia di tutte le ragazze sulla scala e anche altre, si dirigeva verso di lui e gli dava un bacio fugace.
《Brooklyn, ma è il ragazzo di tua sorella?》chiese una delle ragazze accanto a me.
《Che ne sono io.》borbottai.
Fece una smorfia e ritornò ad ammirare Mr. Capelli-arruffati.
《Vieni Brook, andiamo.》disse Kiersten, prendendomi la mano.
Fortunatamente tre delle ragazze al lato se n'erano andate e ora potevamo finalmente passare.
《Sai chi è?》chiese Kiers.
《No, ma se è il ragazzo di Sophie, lo conoscerò presto.》risposi distratta, mentre li guardavo parlare intimamente.
《Perché ne sei tanto sicura?》
《Perché Sophie, la figlioletta perfetta, porta sempre a casa i suoi ragazzi per presentarli ai nostri genitori.》
《Sul serio?》domandò, incredula.
《Incredibile, ma vero.》confermai. 《Manco si stesse per sposare.》
《Però bisogna ammettere che ha gusto.》disse, guardando con interesse il ragazzo.
《Spero tu stia scherzando, non sai che palla era l'ultimo che ha portato a casa.》replicai. 《Un vero mostro.》
Rise. 《Questo però non mi pare affatto un mostro.》
《Non mi sembra granché.》
Fece una smorfia. 《A te non piace mai nessuno.》
《Non è vero.》ribattei. 《È solo che nessuno è mai all'altezza delle mie aspettative.》
《Se continui a sperare di incontrare un ragazzo che assomigli a Tom, rimarrai zitella.》
《Ehi, non c'è nulla di male nell'esserlo.》
《Brook...》mi guardò torva.
Accennai ad un sorriso.
Ci voltammo a dare un'ultima occhiata al ragazzo.
Doveva essere uno dei soliti ragazzi stronzi-bastardi che affascinavano tanto Sophie.
《Kiers, sto morendo di fame, andiamo!》Finalmente quel giorno a pranzo sarei riuscita a mangiare in santa pace perché mamma doveva andare dall'estetista, Sophie era sparita in sella alla moto di quel misterioso ragazzo e papà avrebbe pranzato fuori.
Quando addentai il primo boccone di maccheroni al formaggio, dopo quasi un mese, mi sembrò di poter toccare il cielo.
Se mamma fosse venuta a sapere di quante calorie ingerì quel giorno, sarebbe probabilmente svenuta.
Al pensiero, cominciai a ridere.
《Perché stai ridendo?》chiese Kiers che era già passata alle polpette.
《A mamma e a come reagirebbe se ci potesse vendere in questo momento.》spiegai a fatica.
《Brooklyn, ma non ti senti nemmeno un po' in colpa?》disse Kiersten, cercando di imitare la voce di mia madre. 《Guarda che se non smetti subito di ingozzarti così ti verranno gli incubi questa notte.》
Risi così tanto che mi vennero le lacrime agli occhi. 《In questo momento ti darei un oscar per la miglior imitazione.》Proprio quando finimmo di fare i compiti, Rupert suonò alla porta.
Passammo il resto del pomeriggio a decidere che posti visitare e a preparare un discorso comprensibile in francese da dire a Leslie Moony, Tom Liony e Marianne Whomer.
Avevamo stabilito che sarebbe stato Rupert a parlare, visto che era quello sapeva meglio la lingua.
Solo al pensiero di quell'imminente viaggio, mi venivano le farfalle allo stomaco.
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BLIND #wattys2016
Romansa"Siamo così accecati dalla perfezione che, al fine di raggiungerla, ci distruggiamo senza nemmeno accorgercene." 2015 © All Rights Reserved IN FASE DI REVISIONE!