Chapter 5

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Mi voltai verso Kiersten, allibita, letteralmente senza parole. 《Non ce la posso fare!》affermai, persa ormai la pazienza.
Sally Stidup aveva sparato l'ennesima cazzata della giornata.
Quante ne sarebbero rimaste? Le mie orecchie stava sanguinando; orrore.
A scuola è sempre così: pettegolezzi, cazzate, oche, scenate, rimproveri... è diventata ormai una routine.
La professoressa di storia dell'arte, Helen Light, stava battendo istericamente la mano contro la scrivania, di nuovo. 《Zitti!》sibilava, con quella sua vocina fiacca, fiacca.
Quelli che stavano parlando, si fermarono per un'istante, e poi ripresero, come se non avessero sentito nulla.
Quelli che dormivano, sbatterono le palpebre, sbadigliarono e ripresero a dormire.
Il brusio di sottofondo ritornò in meno di un minuto, più forte di prima, come uno sciame d'insetti.
Piccoli, schifosi, insignificanti insetti.
Alzai gli occhi al cielo esasperata.
Avevo mal di testa ed ero nervosa.
Nell'ultima esercitazione di storia dell'arte avevo preso F, quindi cercavo almeno di prestare attenzione a quello che stava dicendo la Light, ma era inutile con tutto quel chiasso!
Kiersten si voltò verso di me e mi lanciò il suo solito sguardo alla: 《Lascia stare, è inutile.》
L'istinto di alzarmi e urlare a quella massa di capre di stare zitti aumentava di secondo in secondo.
Poi, quando il volume delle loro voci era ormai al massimo del sopportabile, la professoressa si alzò di scatto, sbattendo il registro con una tale forza che calò subito il silenzio.
《Ho deciso che domani faremo un'esercitazione su quanto è stato detto oggi, e il voto che riceverete varrà 1/3 della vostra valutazione finale.》disse, con fermezza.
Non sembrava nemmeno lei.
Immediatamente, i studenti cominciarono a protestare. 《Non è giusto!》 《Non può farlo!》Qualcuno bestemmiò anche.
Sally, che era a pochi banchi più in là, programmava già se copiare o non farlo direttamente e stare a casa.
《Vedete di esserci, perché se sarete assenti, metterò non classificato.》
Il campanello suonò, proprio quando la Light finì di parlare.
E ora? Non sapevo niente, sia perché non sono riuscita a seguire quello di cui ha parlato per tutta l'ora, sia perché storia dell'arte non mi entrava proprio in testa.
Non sapevo se piangere o ridere, optai per una via di mezzo.
Ora c'era la pausa pranzo, tutti gli studenti si preparavano ad andare in mensa.
Rupert aveva tenuto il posto per noi.
Ero così sconsolata che mi era pure passato l'appetito.
《Che hai?》mi chiese Rupert.
Alzai lo sguardo verso di lui, e la riabbassai, senza avere la forza di rispondere.
《La Light ha messo una prova per domani su ciò che ha spiegato oggi perché nessuno era attento.》spiegò Kiersten, mentre mangiava la sua insalata.
《Io ero attenta! È quel branco d'imbecilli che continuava a parlare!》dissi, fulminando con lo sguardo il loro tavolo.
《Allora non avrai problemi no?》
《No! Il fatto è che ci ho capito nulla!》esclamai, cominciando ad autocommiserarmi.
Mi appoggiai alla spalla di Kiersten, in un lamento.
《È sempre così, non disperarti. Anche nella mia classe la situazione non è delle migliori. La Mason ci ha assegnato un tema di 5000 parole sull'economia americana.》
《Almeno tu sai quello che devi fare, non sei messo male come me!》borbottai, tristemente.
Non rispose, sapeva che avevo ragione.
Kiersten mi mormorò parole d'incoraggiamento ma non mi sfiorarono nemmeno.
Nulla poteva risollevarmi il morale.
Ritornai a casa sfinita, e subito dopo aver messo sotto i denti qualcosa, mi sdraiai sul divano con il libro, cercando di studiare.
Non c'era nessuno in casa, solo io. Cominciai a leggere, ma ero sempre sulla stessa frase.
La stanchezza prese il sopravvento, ma cercai di combatterla.
Le parole cominciarono a muoversi, non sarebbe servito a niente anche leggere 40 volte le stesse parole, ero esausta.
Così, decisi di chiuderlo e di dormire per qualche minuto, giusto una mezz'oretta.
Ma quando mi svegliai, erano già le sette di sera.
Mamma mi chiamava dalla cucina, e io mi svegliai di colpo, con il libro ancora in mano.
Guardai l'orologio e cominciai a imprecare in preda al panico.
Saltai la cena, anzi, mi mangiai solo una mela, perché il mio stomaco brontolava.
Continuai a studiare fino a mezzanotte, senza nessuna distrazione, né computer né cellulare.
Impostai la sveglia alle quattro del mattino.
Il giorno dopo, a scuola, ero una zombie vivente.
I capelli tutti scompigliati, le occhiaie, un disastro anche peggio del solito.
Kiersten non era messa meglio di me, ma ero sicura che almeno lei le cose le sapeva.
Alla fine la prova non andò tanto male, ero certa che la sufficienza ce l'avevo, per forza, metà verifica me l'aveva fatto Kiers!
Fatto poco sorprendente, Sally non c'era.
Le era morto lo zio, quale però non si sapeva, e non si sapevano nemmeno le cause, però era morto.
La madre aveva telefonato a scuola per avvisare la Light, che poco ci credeva.
Però il giorno seguente venne, tutta tranquilla, e quando le chiesero come si sentisse, rispose con chiara ipocrisia: 《Sono ancora un po' scossa per la morte di mia nonna...》
《Nonna?》ripetei.
《Sì, da parte di mio padre.》
《Ma non era lo zio?》
Divenne subito rossa. 《Sì, volevo dire zio, però mi sono confusa con mia nonna perché anche lei sta male, e...》
Mi alzai e uscii dalla classe, in stile Piton.
Ecco, com'era una giornata-tipo a scuola: una merda.

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