Venerdì pomeriggio: solitamente sarei stata a casa mia, o in quella di Kiers o Rupert a fare niente, ma quel giorno ero al parco, a correre!
Sì, incredibile, ma vero, e anche un po' imbarazzante.
Le vecchiette camminavano più veloci di me!
Mamma aveva assunto un personal trainer per farmi fare un po' di attività fisica.
Non bastavano le diete, ora anche questo! Ovvio che non era comunque niente in confronto a quello che faceva Sophie: pallavolo il martedì e il giovedì, più sabato per le partite e piscina il lunedì e il venerdì.
Come riuscisse anche a studiare e andare bene a scuola era un mistero.
Questo personal trainer, Joanne, una donna di mezza età dal fisico mozzafiato, non aveva solo la faccia da stronza ma lo era davvero.
Ogni volta che mi fermavo mi fischiava dietro e urlava: 《Muovi quel culo Wright, anche mia nonna sarebbe più veloce di te!》
E puntualmente, tutti i presenti si giravano verso di me, guardandomi con aria strana, come se fossi un'aliena!
Tutto ciò era ridicolo, io lo ero.
Poi alla fine, dopo un'ora di corsa, mi gettai letteralmente sull'erba, priva di qualsiasi forza per muovermi.
Joanne mi lasciò marcire lì e disse che ci saremmo viste il venerdì seguente.
Le formiche mi stavano divorando, ma non riuscii comunque a rialzarmi.
Spero che avessi almeno un buon sapore...
《Brooklyn?》mi chiamò qualcuno, dopo un po'.
Alzai malvolentieri il volto, e notai che era Ian.
Indossava una tuta da ginnastica blu scuro e una canottiera grigia.
Lo guardai di sottecchi, accecata dalla luce del sole.
Mi misi su a sedere, sospirando. 《Proprio io...》borbottai.
《Che ci facevi lì distesa?》chiese, aiutandomi ad alzarmi.
《Mi stavo scavando una fossa, ma la terra è troppo dura, mi vuoi aiutare?》
Rise. Aveva la stessa risata di Sydney.
《Sul serio, cos'è successo?》
《Stavo correndo, ovvero, prima che mi accasciassi a terra, stavo correndo, da un'ora.》
《Davvero? Anch'io!》disse, entusiasta. 《Che coincidenza... Corri spesso?》
《Sempre, ogni giorno, mattino e sera...》dissi ironicamente.
Ci andammo a sedere su una panchina lì vicino.
Presi una bottiglia d'acqua dalla borsa e ne bevvi la metà.
《Deduco che è un no. Allora come mai stavi correndo?》
《Mia madre è ossessionata dal mio fisico. In poche parole dice che sono troppo grassa, il che non è del tutto indiretto, insomma, ha assunto una personal trainer super stronza per tenermi più in forma e farmi fare un po' di attività fisica.》spiegai, tutto d'un fiato. 《Tu, invece?》
《Faccio atletica, quindi sì, direi che mi piace abbastanza.》
《Oh, sei uno di quelli, quindi...》bofonchiai.
《Uno di quelli chi?》
《Uno sportivo.》
Rise.《C'è qualcosa di male?》
《No, assolutamente. Solo che io e gli sport non andiamo davvero molto d'accordo.》《Che ore sono?》
《Le sei e mezza.》
《Devo andare a casa.》
《Ti accompagno, se vuoi.》
Accennai ad un sorriso. 《Okay.》
Casa mia non era molto lontana da quel parco. A piedi ci si poteva arrivare in 10 minuti.
《Dunque, cosa ti piace fare, se non pratichi nessun sport?》chiese, dopo un po'.
《Tante cose: dormire, mangiare, le maratone di serie Tv e film, leggere, credo che la cosa che più mi piace sia però disegnare.》
Ecco, una delle poche doti che io ho e Sophie no.
Nei giorni in cui non sapevo che fare, mi mettevo lì, e disegnavo la prima cosa che mi capitava.
《Cosa ti piace disegnare in particolare?》
《Persone, le loro espressioni. Mi piace provare a capire e rappresentare i loro stati d'animo.》
《Mi piacerebbe saper disegnare bene... Ma faccio schifo.》
Calò il silenzio, per qualche minuto.
《Beh, siamo arrivati.》dissi, fermandomi e cercando le chiavi nella borsa.
《Allora ciao,》disse, in un sorriso《mi ha fatto piacere parlare un po' con te.》
《Anche a me.》Appena entrai in casa, fui invasa da un'ondata di urla.
Provenivano dalla cucina.
In soggiorno, vidi Sophie, seduta immobile, silenziosa, cupa.
La mamma stava urlando come non mai.
Non l'avevo mai vista così furiosa.
Poi cadde a terra, e cominciò a piangere e singhiozzare.
Papà, seduto su una sedia, guardava fisso il tavolo e stava in silenzio, non come Sophie, ma pieno di imbarazzo, sensi di colpa e vergogna.
La stessa vergogna di chi ha commesso adulterio.Rimasi ferma, sulla soglia della porta. Le mani, e tutto il corpo che tremavano. Il mondo parve più illogico che mai.
Quella situazione era assurda.
Papà, no, lui non poteva aver tradito mamma... No, era impossibile, lo era?
Mi rifiutavo di crederci.
Lui, no. Lui, non ne sarebbe mai capace.
Avrei voluto che qualcuno mi fosse arrivato alle spalle e mi avesse detto che quelle erano solo le prove di una tragedia, un'opera teatrale drammatica, uno stupido scherzo di pessimo gusto, ma non arrivò nessuno.
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BLIND #wattys2016
Romance"Siamo così accecati dalla perfezione che, al fine di raggiungerla, ci distruggiamo senza nemmeno accorgercene." 2015 © All Rights Reserved IN FASE DI REVISIONE!