Kiersten e Rupert decisero di portarmi un po' in montagna.
Insieme a noi vennero anche Sydney e Sophie, anche se io non ero del tutto d'accordo.
L'aveva proposto Rupert, è sempre lui l'anello debole del gruppo, quello dal cuore più dolce.
Mi convinse di invitare anche lei perché stava sicuramente soffrendo quanto me, anche se non lo dava a vedere, e aveva bisogno di distrarsi anche lei.
Stava sempre in silenzio, era questo il suo problema.
Lei non reagiva, mai. A volte mi sarebbe piaciuto darle uno strattone, scuoterla un po' e urlarle contro:《Hey, guarda che sei viva anche tu! E sì, hai delle emozioni come me, quindi perché non urli un po', perché non ti sfoghi con me, che sono tua sorella, e bene come me, in questo momento, nessuno ti potrà mai capire?》
Non la sopportavo, perché era l'unica che poteva avvicinarsi a come mi sentivo, l'unica in quell'occasione.
Invece no, teneva tutto dentro; pareva così apatica.
Ma i suoi occhi, loro la tradivano, lasciavano spesso trasparire il suo dolore.
E c'era Sydney, che si era aggiunto al gruppo e senza il quale Sophie non sarebbe mai venuta.
Che casino.Samantha. Era questo il nome della donna con la quale papà aveva tradito la mamma.
Era una sua collega, 38 anni. L'avevo vista di sfuggita qualche volta, quando mi capitava di andare da lui in ufficio.
Aveva i capelli marroni scuro, e gli occhi chiari, grigi. Kiersten sentì suo padre dire alla madre che Samantha e papà si conoscevano fin dai tempi del liceo, e Alan, mio padre, aveva sempre avuto una cotta per lei.
Ma poi si dovettero lasciare, e papà conobbe mamma...
Non riuscivo più a guardarlo in faccia, come se avesse tradito più me, che la mamma!
Quella situazione mi sembrava così assurda, più ci pensavo e più mi veniva da ridere.
Le lacrime le avevo finite. Credevo fosse inutile, ormai, piangere.
Ero solo arabbiata, anzi, incazzata nera.
Avevo solo una gran voglia di spaccare tutto.
Ogni volta che desideravo farlo, prendevo un bel respiro e cercavo di calmarmi, ma non era molto efficace.Arrivammo, dopo circa 3 ore e mezza di viaggio, alle nove di sera.
Per tutto il tempo Rupert e Kiersten avevano cantato canzoni a caso, cercando di attenuare un po' la tensione, ma non era servito a molto.
Io non ero in vena, non ero sicura che Sophie sapesse cosa significa musica e Sydney... lasciamo stare.
Dunque, appena misi piede in una camera, crollai sul letto e mi addormentai, senza nemmeno mangiare.
A dir la verità, in quel periodo, saltavo spesso i pasti.
Avevo perso circa 3 chili e mezzo, molto più di quanto perdevo seguendo le diete prescritte dal medico.
Infatti, Rupert e Kiersten si stavano assai preoccupando per quel mio rifiuto di ingoiare cibo.
La verità è che non ero in vena di fare nulla.
Avevo solo voglia di stare a letto e dormire per sempre.
Sì, era da vigliacchi comportarsi in quel modo, ma io non sono mai stata coraggiosa.Mi svegliai presto, non era nemmeno sorto il sole.
Non lo facevo spesso, ma visto che il giorno precedente ero andata a dormire presto, non riuscivo più a dormire.
Andai fuori, vicino alla staccionata, e mi ci appoggiai.
Abbassai lo sguardo, e mi resi conto che eravamo ad un'elevata altezza...
La pancia mi vorticò, e la leggera brezza mattutina che vi era, mi accarezzò la pelle, facendomi rabbrividire un poco.
《Sei già sveglia?》chiese Rupert, che si era avvicinato silenziosamente.
Si mise accanto a me e si voltò a guardarmi.
Mi sorrise, come un fratello sorriderebbe alla sua sorellina, come un padre farebbe con la sua figlioletta.
Non so perché, ma la cosa mi confortò e rassicurò, allo stesso tempo, come una calda coperta in un giorno d'inverno...
《Non riuscivo più a dormire, così sono uscita a prendere una boccata d'aria.》spiegai, osservando il bellissimo paesaggio.
Le montagne più alte, avevano ancora le cime innevate; tutto il resto, un verde brillante, di natura che si risveglia dopo un lungo letargo.
A Londra è tutt'altra storia, è tutto troppo artificiale, troppi grattacieli, strade, macchine, troppo chiasso.
Lì invece, si poteva stare tranquilli, c'era un silenzio che dava pace all'anima.
Non parlammo molto, anzi, a parte quelle due parole iniziali, restammo zitti.
Ma bastò che lui mi guardasse, si voltasse e incrociasse i miei occhi, per capire ciò che volevo dire.
Con lui e Kiersten era sempre così. Non avevamo bisogno delle parole per comunicare fra di noi, bastava poco e ci intendevamo subito.
Come ho probabilmente già detto prima, senza di loro, la mia vita non avrebbe senso.
E forse, ora non sarei qui.
Rupert mi prese la mano e mi tirò a sé, avvolgendomi in un abbraccio.
Il sole stava cominciando finalmente a sorgere, il cielo variopinto annunciava l'inizio di una nuova giornata.
Sentivo che tutto si sarebbe sistemato, che alla fine, tutto sarebbe andato come doveva andare.
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BLIND #wattys2016
Romansa"Siamo così accecati dalla perfezione che, al fine di raggiungerla, ci distruggiamo senza nemmeno accorgercene." 2015 © All Rights Reserved IN FASE DI REVISIONE!