Kiersten

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London, United Kingdom
17th February, 2009
01.20 a.m

Brooklyn sta finalmente dormendo. Dice di stare bene, ma non sono sicura che sia davvero così.
Ha gli occhi gonfi e sembra sconvolta.
A dir la verità, lo sono anch'io.
Credevo di conoscere bene Alan, è come un secondo padre per me!
Ma a quanto pare mi sbagliavo; la verità è che, spesso, nemmeno noi sappiamo chi siamo davvero.
Brooklyn dice che non ha mai visto sua madre così.
Già, Kendra, la donna impassibile, che tutti temono, è ridotta peggio che uno straccio.
Non riesco proprio ad immaginarmi come possa sentirsi Brook.
Il giorno in cui l'ha scoperto, mi ha chiamata piangendo e io, confusa, le ho chiesto cos'avesse.
Lei piange raramente, quasi mai; è forte, non lascia trasparire le sue debolezze, e spesso, la invidio e l'ammiro allo stesso tempo, per questo coraggio.
Ma quel giorno... quel giorno sembrava tutt'altra persona.
Venne da me che erano le dieci di notte.
La abbracciai, senza dire nulla.
In certe situazioni, è più opportuno tacere; il silenzio sa cosa fare, lui sa come guarire le ferite che le parole non sono in grado di rimarginare.
Preparai una tazza di tè caldo, e glielo porsi, ma lei non lo toccò nemmeno.
Non mangia da 2 giorni interi.
Sembra un fantasma.
Sono così preoccupata, e mi sento così impotente, che credo di essere la peggior amica del mondo.
Rupert ha detto che dovremmo portarla da qualche parte, nel weekend, per distrarla un po'.
Penso che possa essere una buona idea.

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