La storia mai raccontata {I cavalieri dello zodiaco}

Le loro discendenti

Runa correva a perdifiato attraverso il bosco, incespicando, imprecando e scostandosi i rami dal volto. Non era riuscita ad ascoltare nulla di quello che era accaduto alla locanda, ma di una cosa era certa: se Dohko avesse parlato lei e le altre Guardiane sarebbero state costrette ad abbandonare la loro, seppur in cattività, vita tranquilla.

Il respiro si faceva sempre più affannoso, le gambe le dolevano e la gola era sempre più secca. 

* Di questo passo non arriverò mai in tempo!*, pensò Runa tra sé e sé deglutendo faticosamente. Doveva raggiungere le sue compagne il prima possibile, non poteva permettersi di perdere tempo, ogni secondo perso rappresentava la concreta possibilità che Dohko svelasse ai Cavalieri di Athena la loro identità. Stremata dalla folle corsa la Guardiana si fermò guardandosi attorno guardinga. Quando fu certa di essere sola attinse al suo cosmo e fu come vento. Poco a poco il corpo agile e snello si tramutò in una fresca brezza autunnale attorno alla quale roteavano piccole e leggere foglie color ambra. Era così raro per lei, come per le altre Guardiane, ricorrere alla sua vera essenza che a tratti se ne dimenticava. Tramutata in aria, Runa si librò libera nella foresta, viaggiando veloce verso il mare, dove era certa di trovare il resto delle Guardiane. Librandosi leggera e trasparente in aria arrivò, finalmente, sulla spiaggia dove le sue compagne, assorte nelle loro innocenti e tristi risate, si dedicavano ai propri compiti. < Ehi! Ma sei impazzita?! Lo sai che non ci è permesso usare il nostro cosmo! Tantomeno in questo modo! Vuoi farci passare dei guai?>, urlò furente Melania laciando in direzione di Runa una grossa pietra. < Avresti potuto farle male Melania! Non essere così aggressiva!>, disse timidamente Olimpia, la quale era impegnata a piegare i mantelli dei Paladini stesi al sole. La Guardiana dello Scorpione lanciò uno sguardo inviperito nei confronti della Guardiana del Toro, la quale, rossain viso si nascondeva dietro l'austera Soledad. < Olimpia ha ragione Melania. Talvolta sei più rozza tu rispetto ai Paladini alla locanda di Runa dopo una giornata di allenamenti!>, esclamò con fare scherzoso Ingrid, la guardiana del Leone. L'affermazione scatenò una risata generale ai danni della sempre più acida Melania. < Piuttosto che aggredire le persone come se fossi una bestia infernale potresti, per lo meno, provare a chiedere spiegazioni>, sospirò Yamineth poggiando il palmo della mano sulla fronte. A quelle parole lo sguardo di tutte le presenti si volse verso Runa, la quale aveva assunto nuovamente la forma umana.

< Grazie per esservi ricordate della mia presenza! Parleremo dopo dell'evidente mal gestione della rabbia da parte di Melania, siamo nei guai!>

Runa pronunciò la frase tutta d'un fiato. Nonostante il tono di voce forzatamente ironico, il viso pallido ed emaciato della giovane tradiva una forte ed opprimente preoccupazione. La Guardiana inspirò rumorosamente, poi, con voce tremante riferì alle compagne cosa era accaduto alla locanda.

< La situazione è più critica di quello che credevamo>, sospirò Febe scostandosi una ciocca di capelli. < Sapevamo che sarebbe giunto il momento. Sin dal primo giorno che sono arrivati in queste sante Terre eravamo ben consapevoli di quello che avrebbe comportato la loro presenza. D'altra parte era impensabile che nessuno di loro non si facesse alcuna domanda su di noi>, intervenne Tessa con tono pacato e accomodante. La Guardiana del Sagittario aveva, infatti, trascorso molto tempo ad osservare i Cavalieri di Athena stringendo un legame speciale con Aiolos e i Cavalieri di Bronzo. Da qualche tempo aveva notato, soprattutto nei Cavalieri più giovani, una certa inquietudine ed impazienza. Non di rado le era capitato di ascoltare conversazioni riguardanti la vera identità delle Guardiane e la loro effettiva pericolosità. Per quanto il pensiero che potessero sospettare di chiunque, compresa Charlotte, tranne che di loro la faceva in parte sorridere, ma sapeva bene che la rivelazione della loro identità avrebbe fatto più rumore di un urlo in una stanza vuota.
< In effetti, dopo l'episodio tra il Cavaliere del Cancro e Lena sarebbe da sciocchi pensare che la scusa campata in aria da Gringoire possa reggere più di tanto. Per confutarla sarebbe necessario che, durante uno scontro, un Cavaliere fosse gravemente ferito o in fin di vita. Pia non è certo famosa per la sua espansione del cosmo, non è una Guerriera!>.  Le dure parole di Yamnineth stroncarono il flusso di pensieri di Tessa, la quale, sebbene cercasse di mantenere la calma, non poteva fare a meno che dare ragione all'amica. < Fino a quando i nostri cosmi saranno in armonia non abbiamo nulla da temere>, disse serafina Antea stringendo a sé il sacro bracciale d'oro. < Eppure, sei stata tu stessa a rivelarci che il cosmo del Cancro è cambiato>, la interrompe glaciale Cassia. < Non vedo dove sia il problema sinceramente>, intervenne Eva, la quale, seduta su di uno scoglio appariva come una pericolosa sirena. < Siamo più potenti di loro, se ci daranno problemi basterà eliminarli>, la voce era un flebile, ma spietato sussurro. I verdi occhi della Guardiana dei Pesci erano ridotti a due fessure prive di emozioni. Con un aggraziato balzo scese dalla sua seduta, atterrando sulla riva del mare. Camminava letale e sinuosa verso le compagne attonite. < Detto tra di noi sono stufa di essere considerata una serva da chi non è degno nemmeno di rammendarci gli stracci. Ci mancavano questi damerini ateniesi >, più si avvicinava alle compagne e più il suo tono di voce si avvelenava. < Ho passato la vita intera ad esser considerata una strega ed ora la beffa! Queste copie dei Paladini che ci trattano come ancelle indifese! Noi siamo le Guardiane dello Zodiaco, signore degli elementi e detentrici del cielo. Siamo le dee scelte tra le mortali. Condividiamo il sangue delle nostre antenate, coloro che per prime si ribellarono a Zeus, e ora temiamo che un manipolo di incompetenti ci metta paura?>