Maschera della morte

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Senza nemmeno rendersene conto i Cavalieri e le ancelle si ritrovarono, grazie all'intervento di Mur, all'interno della Corte del Sagittario. Ad attenderli, alto e regale vi era Venio, il fedele Paladino del Sagittario, nonchè fratello maggiore di Cassia. 

L'aria quasi principesca del giovane scomparve, lasciando spazio ad una reale commozione, nel momento in cui, da dietro la folla di volti amici, vide spuntare la lunga e spettinata chioma biondo cenere della sorella. Cercando inutilmente di trattenere le lacrime il Paladino del Sagittario corse incontro ad una più che imbarazzata Cassia, la quale, nonostante le innumerevoli proteste, fu costretta a soccombere dentro il forte abbraccio del fratello.

<  Grazie al cielo state bene ragazze!> Disse il giovane asciugandosi con entrambe le mani i grandi occhi verdi. < Appena ho saputo dell'incendio a Silva Mirabilia ho seriamente temuto il peggio, senza contare le precarie condizioni di Lena... Vedervi qui sane e salve è un sollievo al cuore>. Il Paladino parlava senza curarsi degli sguardi dei cavalieri di Athena puntati su di lui, i quali, nell'assistere a quella scena di puro amore fraterno non poterono fare a meno di provare una sensazione di imbarazzata commozione.  

< Non vedo però Soledad... Cosa le è successo?>

Un velo di terrore balenò fulmineo nuovamente nello sguardo di Venio, il quale quasi inconsciamente pensò al peggio. < Calmati Venio. Soledad è andata a recuperare i sacri scrigni delle arature assieme ai Cavalieri di bronzo...>, disse dolcemente Cassia sorridendo al fratello maggiore. In quello stesso istante gli occhi del cavaliere dell'acquario si posarono sul viso delicato e dalle guance leggermente arrossate dell'ancella. Emozioni contrastanti si insinuarono nel suo animo. Una parte di lui provava un'innaturale invidia verso il dolce sorriso rivolto al fratello maggiore. L'uomo che per tutta la vita aveva tentato disperatamente di congelare l'oceano di emozioni che albergavano del suo animo, si ritrovava ora ad immaginare che quel sorriso così caldo potesse essere un giorno rivolto verso di lui, consapevole che, se così fosse stato, tutte le sue difese si sarebbero dissolte come neve al sole.  Ma allo stesso tempo non poteva fare altro che provare una forte disapprovazione e fastidio mentre osservava quel volto sereno e le movenze delicate delle mani. Come poteva Cassia essere così sciocca da abbassare la guardia e rasserenarsi dopo un attacco così violento? Lei che era solo una semplice e debole ancella, come osava dar coraggio ad un Paladino?  Tutto questo andava contro ogni logica e rigore.

Tre armoniche e lucenti ombre distolsero dalla scenetta fraterna Camus, Mur e Ioria. All'unisono Tessa e Melania corsero incontro ad Eva, la quale accompagnata da Aphrodite e Cruz,  il Paladino dei pesci, entrò con passo sinuoso e regale all'interno della Corte del sagittario.

< Venio, Venio ... Sempre il solito sentimentale! >

Disse ridendo Cruz rivolgendosi al compagno. La figura alta e slanciata del Paladino si stagliava al centro della navata. Le affusolate braccia avvolte nella bianca armatura piegate sulla vita erano semi nascoste dai lunghi e biondissimi capelli che, come seta avvolgevano il corpo del giovane. Due treccine ai lati del capo incorniciavano un viso talmente bello da rasentare la perfezione, impreziosito da due occhi color smeraldo. Quando Aphrodite raggiunse il Paladino, seguito dalla lunga e morbida chioma amaranto di Eva ai Cavalieri di Athena parve di trovarsi davanti a tre meravigliosi angeli scesi direttamente dal Cielo per camminare nel mondo mortale.

< Lo so bene che  non sei minimamente preoccupato! Cosa ne sa dell'empatia uno che in ogni scontro ha come maggiore preoccupazione  quella di non sporcarsi la Mystica!> Rispose impettito Venio, provocando la risata cristallina di Eva che riecheggiò per tutta la navata. La giovane sfilò davanti al Cavaliere dei pesci, raito dalla sua innaturale bellezza, per avvicinarsi a Cassia e Venio. L'ancella posò la candida mano sulla spalla della compagna. Le due donne si girarono e si scambiarono il medesimo sorriso complice.

La storia mai raccontata {I cavalieri dello zodiaco}Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora