Verso l'ignoto

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-E ora che si fa?- 

Chiese il cavaliere di Pegaso azzannando una coscia di pollo. 

- Intanto potresti smetterla di rimpinzarti come un tacchino...-, rispose sarcasticamente Hyoga, -O come un cigno?!- rispose l'amico sventolando davanti agli occhi del cavaliere la coscia di pollo presa in esame. Quel fugace scambio di battute servì per smorzare la tensione. I dodici cavalieri risero sordidamente sotto i baffi mentre guardavano i volti sconsolati dei cavalieri di bronzo rimanenti. Quel legame di amicizia così forte e sincero era, per i protettori delle dodici case, portatore di una leggera malinconia. Per anni le loro vite erano infatti rimaste separate legate ad un dovere che sovrastava qualsiasi altra necessità e, a parte casi isolati, non riuscivano tutt'ora a definirsi realmente "amici".  

-La partenza è prevista per domani e non sappiamo cosa ci attenderà...Dobbiamo essere pronti e riposati-, la voce di Mur seria e profonda interruppe ogni attimo goliardico, riportando i presenti alla realtà e al pensiero che molti di essi erano tornati nuovamente in vita per un motivo ancora in parte misterioso. - Hai ragione, dovremmo ritirarci e riposare...-, intervenne Dokho, il quale nonostante cercasse di far finta di niente, era pallido in volto e con lo sguardo assente. Sebbene le sue fattezze erano quelle di un giovanotto puro e in salute sul suo volto era calata l'ombra dei suoi anni reali. -Maestro...Tutto bene? -. Sirio pose una mano sulla spalla del cavaliere della bilancia, allievo e maestro si guardarono intensamente e in un attimo che parve infinito lacrime amare scesero dagli occhi del protettore della settima casa. Le risate cessarono e tutti gli sguardi furono convogliati nello stesso identico punto.

 -No Sirio, non c'è nulla che vada bene...So che mi è stato intimato di tacere, ma come posso?A noi sopravvissuti della Guerra Sacra ci dissero che erano morte, che il loro cosmo era stato sigillato per sempre...Eppure io le ricordo tutte e dodici, potrei riconoscere le voci e le risate ovunque come se non fosse passato un giorno. Ada, Radas, Mirith, Cosette, Lorren, Fered, Kasith, Soreth, Alaka, Erena, Soleil, Muriel... Chi le conobbe e sopravvisse con me pianse alla notizia della loro morte ingiusta...-. La voce rotta dal pianto, vulnerabile e fragile come mai si era mostrato, respirò e continuò, - E poi Caith...La Matrona, colei che era per esse un faro. La saggezza e la dolcezza la dominavano. Raramente le accompagnava al grande tempio e ancor più raramente si mostrava, tanto timida quanto bella. Ci dissero che era sparita nel nulla dopo la scomparsa delle sue protette...-. Ad un tratto smise di piangere e guardò fisso il pavimento, cupo e freddo come una notte d'inverno. - Ora so che era una bugia, che deve essere successo qualcosa. Altrimenti non esisterebbero le loro discendenti, mi è stato chiesto di tacere e così farò, anche perchè probabilmente mi controlleranno. Fidatevi però se vi dico che tutto questo non mi piace.- Così dicendo si alzò e si diresse verso la sua casa, un sonno tormentato lo attendeva e lo voleva affrontare come cavaliere, non come uomo.

Uno dopo l'altro i cavalieri si ritirarono nei propri alloggi, pensierosi ed impazienti di scoprire cosa li avrebbe aspettati una volta giunti al cospetto di Dioniso.

Una volta giunto all'undicesima casa il cavaliere dello scorpione decise di intrattenersi ancora un poco con l'amico. Il cavaliere dell'acquario era appoggiato ad una colonna che dava verso le pendici della scalata, il volto non tradiva emozione alcuna eppure l'intero corpo tremava dall'adrenalina. Milo non proferì parola e si appoggiò anche lui alla colonna vicina, le mani dietro la nuca e gli occhi chiusi. Rimasero in silenzio per qualche minuto e finalmente Camus confessò i suoi timori. - Che io non sia degno di portare l'armatura dell'acquario? - Fece pochi passi in avanti e continuò - Non vi erano dubbi che Zeus, o chi si fa passare per lui, si riferisse a chi in più occasioni ha tradito Athena ed io ne faccio parte. Per un sottile gioco del destino ora mi ritrovo a dover testare la fedeltà di altri... Forse c'è chi mi è superiore...- Mentre parlava l'aria attorno a lui si fece più fresca e pungente, ma non per il cavaliere dello scorpione. - Non credo che ad ora ci sia qualcuno pronto a rimpiazzarti, nemmeno Hyoga. E' vero, hai spesso tradito Athena, ma mai in mala fede. Il tuo onore è sempre rimasto limpido e questo è indubbio.- I due cavalieri erano ora fianco a fianco, guardavano insieme l'orizzonte. I dubbi dell'acquario erano ancora vividi, ma non vi era tempo per altre parole. Qualcuno da tempo li osservava e i due ragazzi si misero in guardia pronti a difendersi se necessario. Dall'ombra apparve un bellissimo ragazzo loro coetaneo. - E' da tempo che ci osservi, non è educato ascoltare le confessioni altrui senza essere invitato!- Lo scorpione fremeva, sarebbe bastato un accenno del giovane sconosciuto per farlo scattare, ma il ragazzo non dava idea di voler attaccare. Scrutava il cavaliere dell'acquario, sul suo bel volto apparso amichevole e cordiale nel pomeriggio comparve un'ombra di sfida e malizia. Si avvicinò quindi al suo rivale, senza considerare chi era pronto per attaccare. - Puoi stare tranquillo Scorpione, non sei tu il mio bersaglio e non ho intenzione di sporcarmi le mani- , la luce della luna gli  illuminò il volto che apparve bello come quello di un angelo. Si mise faccia a faccia col possessore delle energie fredde , senza parlare. C'era qualcosa di sinistro nella sua bellezza e nel suo sguardo, come se stesse tastando il terreno per un qualcosa di inspiegabile.

- Ehi! Lascialo stare, non è ancora successo nulla!- 

La voce veniva dalle scale che portavano alla dodicesima casa, erano gli altri quattro ragazzi senza nome. Il loro compagno rimase ancora pochi secondi immobile e poi sparì nell'ombra esattamente come era apparso.

- Ragazzi! State bene?!-

Aprhrodite raggiuse i cavalieri, era visibilmente agitato e trafelato. - Quel tipo è arrivato ed ha puntato Camus, non sembrava voler combattere, eppure mi metteva i brividi- rispose Milo ancora carico di adrenalina. - Quindi era solo?- chiese ancora il cavaliere dei pesci, - Si, poi lo hanno chiamato gli altri tre ragazzi che oggi erano a guardia del grande tempio- rispose Camus. - Perchè, cosa è successo nella tua casa, ti vedo sconvolto- - Dopo che ve ne siete andati mi hanno atteso nel mezzo dell'atrio, non sembravano in procinto di voler combattere. Volevano sapere cosa ci ha detto Zeus a proposito delle Guardiane, erano molto insistenti. Avevano un atteggiamento del tutto opposto a quello del pomeriggio, ero fortemente a disagio... Chiesi i loro nomi e a quel punto sparirono nel nulla. - Il cavaliere parlò con così tanta foga che dovette prendere un secondo di fiato per poter continuare, - Avevo il presentimento che non si sarebbero fermati alla mia casa e così è stato...-

I tre ragazzi rimasero ancora un po' a parlare dell'accaduto, ma nulla accadde. A notte ormai inoltrata si congedarono definitivamente, li attendeva un viaggio verso l'ignoto.

Il mattino dopo il sole si levò alto e caldo nel cielo

La storia mai raccontata {I cavalieri dello zodiaco}Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora