La dorata nube che aveva portato via i ribelli di Zeus si dissolse nel nulla, lasciando dietro di sé i corpi senza vita dei caduti. Cavalieri e Paladini si lasciarono cadere a terra sospirando rumorosamente. Erano visibilmente stremati dalla fatica e dalle ferite subite in battaglia, ma il loro sguardo fiero serpeggiava per l'immensa piazza studiandosi l'un l'altro. Il possente Balthazar del toro, l'unico rimasto in piedi dopo la stremante battaglia, si diresse verso il guerriero ucciso dal cavaliere del leone. S'inginocchiò accanto al giovane corpo e, con una delicatezza e riguardo insospettabili per chiunque avesse avuto a che fare con la sua imponente figura, posò la mano su quel viso ancora troppo immaturo per poter accettare la morte, chiudendogli per sempre gli occhi azzurri ancora spalancati a causa dell'improvviso dolore. Il Paladino del toro scostò i mossi capelli castani dalle sue spalle volgendo lo sguardo al polso del giovane avvolto in una corda che conosceva sin troppo bene.
< Che l'anima di questo giovane mi perdoni >. Disse cupamente Ioria coprendo il corpo della giovane vittima col suo candido mantello. Balthazar si voltò mestamente verso il Leone dorato, < Che ci perdonino tutte queste anime strappate per chissà quale superiore volere>, disse infine alzandosi lentamente.
< Quel bastardo di Clopin! Li ha fatti entrare lui ne sono sicuro!> Sbraitò Malik, il Paladino del leone, sferrando un potente pugno al suolo. Il ragazzo dalla pelle olivastra e i lunghi capelli biondo chiaro si voltò rabbioso verso il centro della piazza, assicurandosi che vecchi e nuovi compagni stessero bene. < Riserva la tua rabbia per quando sarà necessario. Pure io in realtà non vedo di buon occhio quel verme, ma non è per merito suo che questi disgraziati sono riusciti ad entrare >, disse Tebe, il Paladino dei gemelli, poggiando la mano sulla spalla dell'amico. In piedi, poco distante dai due Paladini, i cavalieri di bronzo ascoltarono tutta la conversazione.
< Scusate, cosa vorreste dire? Non sono queste le corde usate da Clopin per intrappolarci il giorno in cui giungemmo qui?> Osò chiedere Shun, brandendo nella mano destra la corda ormai senza vita, mostrandola con timore ai due Paladini, i quali la esaminarono con sguardo cupo e preoccupato. Nel frattempo cavalieri di bronzo, seguiti da Ioria, si erano avvicinati a Balthazar, Tebe e Malik. Il gruppetto fu in poco tempo raggiunto da Mur, Camus ed in fine Axel, il Paladino dell'acquario.
< Tutto bene Axel? Mi sembri particolarmente preoccupato...> Disse il il Paladino del toro rivolgendosi all'amico. < Sono ancora tutto intero, ci vuole altro per mettermi in difficoltà> Rispose il Paladino dell'acquario rivolgendo uno sguardo di scherno al gelido Camus < Sono semplicemente preoccupato per le "ancelle">.
< Sono sicuro che stiano bene, certamente sì saranno riparate nelle Corti, come da ordini superiori>, s'intromise Tebe. < Adesso la priorità è quella di spiegare cosa sta accadendo ai cavalieri di Athena>, concluse. < Pel di carota ha ragione però Tebe. Non sappiamo nè dove siano e nemmeno se c'era qualcuno con loro, non possiamo escludere che possano aver trasgredito agli ordini ed essere rimaste vittime dell'attacco!> Disse Malik calcando l'accento sul colorito rossiccio dei capelli del Paladino dell'acquario, facendolo volutamente irritare. < Per questo motivo più informazioni diamo loro e più possono esserci d'aiuto!> La voce del Paladino dei gemelli si faceva parola dopo parola sempre più impaziente. Sospirando rumorosamente si rivolse ai cavalieri di Athena, < Sebbene le corde usate da Clopin siano state donate personalmente da Zeus ed intrecciate con i suoi capelli presentano una grandissima differenza dalle corde usate dai guerrieri di Zeus. O come li chiama lui, " Gli Angeli". Ebbene le loro corde non solo indeboliscono l'avversario, ma gli "rubano" l'energia. Più energia riescono a sottrarre e più diventa arduo scalfirle. Motivo per il quale, nonostante i colpi, anche mortali, inferti ai vostri avversari, le corde sono rimaste intatte>. Tebe prese dalle mani di Shun il lembo di corda sottoponendolo allo sguardo del cavalieri e dei suoi compagni. < Maledizione, hai ragione Sapientone. Queste non sono le corde di Clopin. Il loro intreccio per quanto simile ad un occhio esperto è completamente differente>, disse Malik chinandosi sulla mano aperta del Paladino dei gemelli.
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La storia mai raccontata {I cavalieri dello zodiaco}
FanfictionTemute dagli Dei e per questo dimenticate, ma ora che la loro potenza è tornata quella di un tempo non è più sufficiente l'oblio.